Hammer of The Gods - Two nights in North America |
Mike Portnoy, dei
Dream Theather, e Paul Gilbert, ex-Racer X ed ex-Mr. Big (big bleah),
raccolgono qualche amico di supporto e cadaunano un doppio disco di
covers dei Led Zeppelin, facendo buon conto su una voce molto molto
simile a quella di Plant e un serbatoio chitarristico di tutto
rispetto. Quest'ultimo, che ha come si dice tanta birra da parte,
permette di reinventare e di reinterpretare con una certa libertà lo
spartito di Page, mentre il cantato rispetta le esecuzioni
originali, più o meno. Rispetto a un disco di qualche anno fa, "Live
at the Greek", in cui Page risuonava i Zeppelin con i Black Crowes,
questo è decisamente migliore per quanto riguarda la parte
strumentale, chitarristica più che altro, visto che Gilbert è
giovane e non ha ancora i sintomi di arteriosclerosi che, invece,
Page ha (si legga: non si mangia le note, anticipa e trascina il
cantato, come dovrebbe essere) e, soprattutto, non ci suona insieme
e non è preda di timori reverenziali. Anzi, certi riffs li affronta
con strumentazione metal e la cosa ci sta tutta, visto che il genere
si presta eccome. Uno dice: posso ascoltare questo disco e non
ascoltare più i Led Zeppelin? Ovviamente no, mica questo è meglio di
quello. Il punto è che chiunque si dedichi alla profanazione della
musica con la hard chitarra, prima o poi è preda del desiderio di
fare i conti con i Zeppelin e di provarci. Ecco, questo disco è una
prova di questo desiderio, come tante altre, però più riuscita. |
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