Sarà anche il
figlio di Clint, ma sembra di colore, il fratello di Courtney Pine.
Molto raffinato e con un po' di acid-jazz, molta elettronica sotto
che però esalta il solista. Quando canta scade, a mio modesto
parere, inchiavandosi nello schema-canzone (la 2 e la 3), mentre
dove può spaziare ha pieno controllo delle sue facolta e produce
bene, benissimo (la 4!!!).
Diverso è quando finisce a coverizzare i Police, restando in bilico
tra il ridicolo di una voce che tenta di imitare sting e le belle
deviazioni dal tema principale, non solo strumentali (compreso il
ritornello).
Let's play mi pare una cover del mefitico Terence trent d'arby. Ma
ne esce con dignità. Solo che ti fa sperare che non sia questo, il
suo grande contributo all'evoluzione della musica, fare cover
orride. Infatti poi ritorna con due pezzi solo strumentali e
riprende punti (nonostante un abuso di archi e mefitici "tappeti"
elettronici). Song for Ruth inizia per piano solo che diresti che
voleva copiare KJ, poi diventa KJ con Jan Garbarek, ma suonati dal
figlio di Clint Eastwood. La 10 resta in pieno tema, infastidita (è
in tema) da una voce "tipo serge gainsbourg" che dice "je te veux".
Boh!
Non imperdibile, ma stuzzica e diverte, pertanto va certamente
provato.
Ottimo.
(Gnappolo,
05/07) |