Essi sono
piacevoli, molto gradevoli all'orecchio, tutti delicatezza e
pop-sound. Le ritimiche sono sempre le stesse, cambiano semmai i
giri di chitarrina e le parole delle canzoni, ma sentite le prime
due (bellissima la prima), non aspettatevi sorprese.
Lo schema è un po' Simon&Garfunkel o quei due danesi svedesi sfigati
lì dei come si chiama, ma il risultato è meno scontato e - vista la
novità - ancora non stufoso. Suppergiù non gireranno a lungo nelle
nostre orecchie, anche se vanno premiati per la perfetta armonia tra
voce e arrangiamenti, tutto (molto, forse troppo?) pulito, scarno e
diretto, un po' musica "AS IS". In certi casi addirittura si
sconfina nel pulitino, precisino, compitino.
Citazioni a manetta ma il genere è quello, tra Simon&Garfunkel, i
Coldplay, Dido, i due svedesi danesi sfigati e qualche altro
neo-cantautore anglosassone di cui ignoro il nome ma immagino
l'esistenza.
Disco ben costruito, con sequenze di alti e bassi dosate
magistralmente (ho un sospetto: che questi "discografici" sappiano
indovinare l'ordine ideale delle canzoni in un cd...), schiettamente
piacevole, il che è un pregio assoluto, in questo mondo dove già è
un risultato riuscire ad entrare senza disturbare. Poi però come
tanti altri si finisce a non disturbare mai, e si viene dimenticati
in un angolo, dietro a tutti l'artri, poi ti mettono davanti una
pianta, poi un ficus gigante, poi rifanno le pareti e ti tappezzano,
e via così...
Pienamente sufficiente la qualità.
Insufficiente la capacità di mantenere una soglia d'attenzione.
(Gnappolo,
05/07) |