Difficile da
classificare, perchè quando sento Uri Caine trovo che momenti di
odio e di amore di pace e di violenza si alternino a pochi secondi
uno dall'altro. Su tutto questo ci metti la magia di Fresu, che è
quanto di più magico e sovrumano possa essersi fatto uomo e
contemporaneamente erede-scia-riepilogo di Miles Davis sulla terra
del 2007.
Canzoni, brani, tutti scelti per amore. Andiamo dagli standard ("I
loves You Porgy") a nuove icone ("e se domani") a nuove invenzioni
("Frammento di Re Fosco") a reperti archeologici ("Si dolce è il
tormento" Puccini?), tutto riletto da questi due matti, maestri
geniacci perfetti.
Caine generalmente suona molto simile a certe cose romantiche di
Jarrett, poi schizza via e diventa ingestibile e indigeribile, poi
ritorna, poi va, schizoidemente, ma in questo disco è come se
diventasse il materasso su cui riposa il genio di Fresu-solista, e
contemporaneamente inventa e ridisegna lui stesso, definisce i
confini dei temi e la cornice in cui tutto si muove.
Fresu è la tromba che non ho mai imparato a suonare, è quello che
vorrei essere se non riuscissi ad essere Stefano Bollani. Fresu è
uno dei cinque migliori prodotti italiani esportati all'estero. E
vigliacca se sbaglia un disco! QUesto non fa eccezione, direi
CAPOLAVORO (se piace il genere).
(Gnappolo,
05/07) |