Feist - The Reminder |
In ambito
indie-rock (vuoldireuncazzo) molti hanno gridato al miracolo per
questo disco. Ora, in ambito indie-rock (v.d.u.c.) spesso si grida
al miracolo quando una signorina mediamente piacente esce con un
disco, un disco qualunque, basta che abbia una copertina figurativa,
dimostrando senza dubbio alcuno che il gentile motto "basta che
respiri" è utilizzato come chiave interpretativa in molti ambiti.
Diciamocelo, parecchie donzelle pubblicano proprio per questo
motivo, non essendovi altra dote evidente. Mica è un problema loro,
ovviamente, i rintronati sono i discografici e gli acquirenti, mica
chi con 'ste cose ci campa. O, quantomeno, è un singolo problema di
coscienza. Io non ho visto la copertina, per cui posso essere
mediamente oggettivo. Naturalmente sono pronto a rivedere ogni
valutazione una volta veduta la copertina. Il disco: due marroni.
Non si può scrivere una canzone, intitolarla "The park" e
cominciarla con la registrazione degli uccellini, non si può,
vietato, chedduemarroni. Oppure, si può farlo ma solo se si è, che
so, Nina Hagen, che poi il parco lo mette a ferro e fuoco. Poi,
ovvio, segue "The water", ma non c'è l'acqua all'inizio e,
nonostante la buona notizia, la canzone ha la carica emotiva di uno
xilofono suonato da un monco ubriaco ed euforico. |
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