Si inizia con la
grancassa, che imposta tutto il discorso da subito e io, che ignoro
completamente chi siano i White rose movement, penso che i
presupposti dei primi 5 secondi siano buoni. Potremmo starci
simpatici. Poi temo il peggio, perché arriva una tastiera che getta
oscuri presagi, ma fortunatamente scompare quasi subito e arriva un
bel basso suonato di plettro. Penso che ci siamo quasi, manca solo
una chitarra a garrire sulla strada del rock. Invece no! La tastiera
c'è ancora e io sento che è roba crucca, che dovrei farmi crescere i
capelli lunghi solo dietro e metterò uno spoiler enorme all'auto.
La tastiera scompare di nuovo e arriva finalmente la chitarra. Ha il
tremolo! Gente, il tremolo! Per quanto mi riguarda, è l'effetto che
dovrebbe essere compreso obbligatoriamente almeno in una canzone di
ogni album. Bene, dico, ci siamo quasi.
E invece non ci siamo per nulla, perché poi si entra nella sala
torture dove hanno legato il cantante a un boiler per fargli dare il
meglio. Lui soffre, le chitarre soffrono, una quindicenne canta con
effetti a palla nel microfono. Alla fine torna pure la tastiera e io
mi convinco che è roba che andrebbe bane in cruccolandia.
Mi viene da pensare, e siamo solo alla prima traccia: ma non ci sono
dei Bon Scott, dei Robert Plant, dei Roger Daltrey? Dove sono finiti
i cantanti? Cosa sono tutte queste moine?
Fermiamoci qui, mentre gira la seconda canzone: andate affanculo e
tornate solo quando avrete imparato qualcosa dai signori di cui
sopra.
(Pazoozo,
08/07) |