Bellissimo il
genere, sublime la genesi. Una banda di paese, in realtà nata da due
filarmoniche toscane, manciate di dozzine di elementi, che si
inerpica su repertori popolari suonati con strumenti della
tradizione e contaminazioni vocali azzeccatissime. E' un giro di
valzer felliniano, che potrebbe entrare nelle visioni di Michel
Gondry o nei film di Dalò, sostituire tutta la Funerals&Weddings e
tre Bregovich nei film di Kosturica.
Loro sono tanti, gli spostamenti costano, pertanto cammina,
cammina, uomo. Macina strade, sentieri, e valla a trovare, la banda,
in qualche concerto sull'appennino, anche proprio in casa loro, a
Loro Ciuffena (AR), come un pellegrino.
Foto di gruppo: al centro il sindaco, il prete, il medico e il
farmacista. Ma tutt'intorno gli si mescolano e rimescolano: la
tabaccaia, il barista, i matti del paese, la maestra che sorride, i
professori di musica, le belle zingare e le more del Sud, i
minatori, lo stagnino, l'arrotino, il venditore di pesciolini
fritti, la nonna di Filippo, i due gemelli, il cane del finanziere,
un carabiniere in borghese che passava di là, un paio di pastori in
posa, la turista col cappello, un consulente, i giocatori di carte
del bar, la vecchia in sedia a rotelle, Minou la chouette, l'uomo
forzuto...
Imperdibile, assolutamente imperdibile!
(Gnappolo,
09/07) |