Ben Harper - Lifeline

Mentre scrivo queste righe mi sto riascoltando Paris sunrise #7 e Lifeline, cioè le ultime due canzoni dell'album.
Le riascolto perché per tutta la durata del disco sono stato a pensare a cosa può avere portato Harper a mettere insieme queste 11 canzoni. Le altre nove canzoni mi hanno lasciato così, perplesso a pensare che, probabilmente, se fossi uno come lui, con una gran voce e discrete doti da chitarrista, arrivato ormai a un successo solido, anche io avrei rischiato di lasciarmi andare, di scommettere poco.
Ben ha lasciato ormai da tempo i chitarroni potenti che a noi tanto piacciono e che facevano in modo di avere canzoni che, accostate alle altre sulla falsa riga delle due che sto ascoltando ora, generavano più contrasto. I colori si vedevano meglio e le foto in bianco e nero erano più belle.
Pensavo quindi che, ormai, dopo un disco a mio avviso pallido come Both sides of the gun, il Ben Harper che mi era tanto piaciuto anni fa fosse scomparso. Sicuramente se lo sono rapito i Ragazzi ciechi dell'Alabama, quei ciccioni.
Ho l'impressione che sia uno di quei dischi che, se ascoltati parecchie volte, probabilmente funzionano anche bene. Arrangiamenti morbidi, con i quali si fila via lisci, e poche cose che ti fanno muovere i chiapponi. Solo che io non ci sto e rimango sul fatto che il tocco l'ho sentito al primo ascolto solo, appunto, nelle canzoni che sto riascoltando, giusto per contraddirmi.
(Pazoozo, 09/07)

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