Colin Hay - Are you lookin' at me? |
Finalmente è
uscito, vado subito ad ascoltare. Cose che si potrebbero fare con
questo disco: venderlo in edicola come inserto omaggio di una
rivista per imparare l'inglese, dato che la pronuncia di CH rasenta
l'accademia; esporlo in una teca a perenne monito di come non si
deve, mai!, arrangiare una canzone di apertura di un album, a
maggior ragione se è pure la title-track; trasmetterlo a ripetizione
in tutti gli altoparlanti del mondo per dissuadere tutti i musicisti
viventi dall'utilizzo dei coretti di accompagnamento e della parte
ritmica campionata, che causano disfacimento fisico alle parti molli
dell'ascoltatore; utilizzarlo come colonna sonora nella prossima
serie di Scrubs, in caso sia ambientata a Dawson's Creek; appenderlo
allo specchietto retrovisore per far spegnere e autodistruggere gli
autovelox; esporlo al Museo della Scienza di Parigi, accanto al
metro ufficiale, per mostrare alle scolaresche con chiarezza il
punto al quale un uomo con una storia importante non dovrebbe mai
arrivare, il punto di fusione. Evidente che se un disco del genere
l'avesse fatto Girolamo Pompetta, griderei al miracolo. Visto, però,
che l'ha fatto Colin Hay, grido: aridateme il Colin Hay acustico o,
in alternativa, i Men at work, faccio cambio volentieri. |
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