Compensa, più che
un invio gracchiante, la nostra sete di fame di voglia di sana
musica. Come diceva MistaB., nostro nutritore professionista nello
zoo
scambista, trattasi del NY meno noto, un po' lontano dai grandi
successi degli anni 70, in attesa di riscoprire l'attenzione
scambista degli anni 90, ma non
per questo si può dire che sia un NY "minore". Sempre grande roba,
sugosissima musica per noi. Non esce dal solco del country-rock, ma
lo esplora ancora e ne
esce bene (parere mio) nonostante la schizofrenia del disco. I primi
quattro brani sono un temone ballad folk: chitarra acustica,
armonica, poco (quasi
niente) più. Al termine del quale infila una secca "Captain Kennedy",
ballata che dovremmo sentire coverizzata dal mondo intero, perchè la
trovo bellissima,
struggente, delicatissima e potente.
Poi scendiamo alla stazioncina di Fort Bragg, Missouri, e per il
resto del disco dilettiamo i nostri bravi ragazzi dell'accademia
dell'esercito confederato
con un paio di quadriglie accompagnate dalla nostra orchestrina (con
tanto di honky-tonk piano, sviolino e banjo), concludendo con la
title-track, che
picchia un po' (chitarra in overdrive). Piccola nota tecnica: gli
incipit della 7 8 e 9: sembra condividano il temino introduttivo, le
prime due battute...
E' sempre lui, PIRILLARE!
(Gnappolo,
04/07) |