Ma quanto mi son
simpatici gli spagnoli... Sempre a cantare almeno in tre, battono le
mani come fossero nacchere, le chitarre a fare i Gipsy King, e poi
cantano di tutto quel che gli pare.
"Spagnolismi" era l'alter-ego di questo disco, che in effetti non è
nè più nè meno che un disco del genere "spagnolo spagnolitos".
Eccome, se è spagnolismo.
Tanto che a confronto quel tal Jarabe de Palo sembrava un Nek che
canta in tedesco, la Pausini in Cina. No, questi sono spagnoli a
cazzo duro, con tanto di plaça de toros, la fusciacca rossa dei miei
coglioni, il gazpacho (a proposito, è primavera/estate, diamoci
dentro) e la tortilla.
Occhio alla n.5, che esce dal seminato (addirittura con una intro
alla DMB...), come un po' la n.13 (alcune svisate con gli archi,
come se fossero invasi per 20 secondi dai Quintorigo...).
Non stravedo per il genere, ma li trovo mille volte più ascoltabili
dei GIpsy King (al rogo) e di quel new age di Ottmar Liebert.
Dovessi proprio fare una festa a tema, escludendo i Gomez, gli Ska-P
e un altro paio che scordo, li inviterei certamente. E passerebbero
davanti a Santana, comunque. Nel frattempo, però, possiamo
continuare a non ascoltarli?
Non ne nego le qualità, ma io personalmente mi affido ad un
MASTERIZZARE (sperando di non averne mai bisogno).
(Gnappolo,
04/07) |