traiettorie/1: giovani del PCI
“Non si può cambiare idea ogni due secondi. Si può cambiare idea a fasi storiche. E in ogni caso bisogna rifletterci sopra, spiegare” (F. Adornato, da Sette, 2001).
“Penso che pubblicherò anche la fotografia dei miei testicoli” (G. Ferrara, da il Giornale, 2008).
Tempo fa avevo cominciato a disegnare le traiettorie politiche di alcuni figuri, pensando invero che sarebbe stato interessante cogliere a colpo d’occhio gli spostamenti nel tempo. Certo, il mio scopo fin dall’inizio era rappresentare linee a zig-zag impazzite tra simboli e tempo per dimostrare l’omnivaghismo di alcune figure losche degli ultimi trent’anni e, in sostanza, sbeffeggiarli, oltre che conservarne memoria.
Figure, queste, che sbandierando a piè sospinto il dogma “solo gli stupidi non cambiano idea”, assumendo quindi implicitamente l’inverso “solo gli intelligenti cambiano idea”, hanno attraversato – per così dire – fasi differenti nella propria vita politica.
I malevoli, tra cui io, possono certo storcere il naso a fronte di cotanto mobilismo; non in sé, ma in relazione alle fasi storiche: socialisti con Craxi, forzitalioti con S.B., democristiani quando conveniva, comunisti nei Settanta, fondamentalisti adesso. E’ questo discutibile, non il movimento in sé: ripararsi dove la banderuola tira, all’occasione.
Rappresentare le traiettorie con un disegno, pensavo, sarebbe stato interessante: e lo penso tuttora, infatti, ed è la ragione di questo post, il colpo d’occhio. E la memoria, sempre alla base di ogni mio ragionamento. C’è un grande gradino, però, di cui tenere conto: il biennio 1991/1992, che costrinse pressoché tutta la geografia politica a ricollocarsi (ed è lo sfumino grigio a segnalarlo), volente o nolente, nessuno escluso. Una ragione oggettiva, ed esogena, per spiegare che, negli ultimi trent’anni in Italia, nessuno avrebbe potuto permanere nello stesso partito. A questo, ovvio, va aggiunta la volontà personale, ossia la ragione soggettiva ed endogena che porta alla traiettoria, più o meno complicata.
Andiamo a iniziare, l’onore dell’inizio va a Giuliano Ferrara e Ferdinando Adornato, uniti dalla provenienza e da almeno un altro passaggio in comune:
Fatti notevoli: tra i giovani ragazzotti del PCI considerati degni di avvenire, i due hanno subito la gravità destrorsa in modo irresistibile nel tempo, mai invertendo la rotta. Passaggio socialista per Ferrara, salto in AD per Adornato: il primo fortunato, il secondo cascò in un bidone senza scopo. Al che, superato lo scalino di cui sopra, il grosso colse subito l’opportunità, l’altro ci mise di più. Ma ci arrivò. Poi, come sempre accade con i meteoriti, se ne andarono: uno a fondare un marchio proprio titolare di uno zerovirgolazero elettorale, l’altro si accasò a fianco, abbracciando le posizioni della CEI. Mai rimpianti da alcuno, bisogna dire. Entrambi comprimari, a modo loro (sebbene il grosso sia decisamente più intelligente e preparato dell’altro), ebbero qualche sprazzo di notorietà ma mai un primo piano duraturo, il che è anche un po’ la ragione del loro vagolare senza requie: troppo pieni di sé per stare all’ombra di un capo, troppo deboli per fare pianeta da sé. Triste destino, mai lasciare un segno, mai trovare una casa abbastanza ampia in cui comandare.
Ma non siamo tristi, noi: altri tristi destini al prossimo appuntamento con le traiettorie dei corpi. Spasso e commiserazione.
Post eccellente, da manuale… mi fa quasi pensare che Ferrara e Adornato (da me detestati con tutta me stessa anche prima, ma adesso so anche graficamente il perchè) dovrebbero legare i calzari a Trivigante. Naturalmente dopo avergli, con la massima accuratezza, lavato i piedi.
Sei sempre troppo buona con me, Siu. Grazie.
Immagino che anche tu, come me, rimanga sempre basita di fronte a quella foto famosa in cui, a Roma, Pasolini è al centro e due giovani promesse del PCI, Adornato e Veltroni, gli sono accanto, sbarbatelli (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/c/c7/Walter_Veltroni_01.jpg).
E’ una foto che mi inquieta, perché abbiamo perso l’unico che avremmo dovuto tenere, con cura sovrana, e ci siamo tenuti i due scartini, che a rivederli a posteriori fa una rabbia…
Hai ragione. Grande tristezza, e un po’ di voltastomaco.