no other gods before me versione Louisiana

Jeff Landry è il governatore della Louisiana. Repubblicano anche se si sarebbe capito tra otto parole. Landry ha firmato una legge che rende obbligatoria l’esposizione nelle scuole pubbliche dei dieci comandamenti della Bibbia, con carattere «grande e facile da leggere» e specificando che i comandamenti sono stati «una parte importante dell’istruzione pubblica statunitense per almeno tre secoli».

Certo. Ma come funziona? E perché, soprattutto? Visto che nel 1980 la Corte Suprema aveva giudicato incostituzionale una legge simile e in molti altri stati leggi simili sono state ritirate? Notorietà. La Corte adesso è a maggioranza conservatrice, grazie alle nomine di Trump, e piccoli governatori come Landry non vedono l’ora di finire sui giornali per una qualche causa che arrivi fin là e, chissà, magari avere pure una qualche parte di concessione in questo senso. Per poi capitalizzare il tutto per chissà quale altro traguardo politico e non.

E comunque basta la polemica. Già il fatto che io ne stia parlando qui, a millemila miglia dalla Louisiana, è un risultato. Entrare nel merito è sacrosanto, sia chiaro, ma serve a poco, salvinianamente. Servirebbe spaccare qualche faccia o qualche pensionato in panda che faccia notturna giustizia.

ancora Donald

Una volta i video musicali raccontavano storie strutturate, piccoli film a corredo di una canzone. Non tutti, quelli però che avevano una buona produzione e un budget sufficiente sì. I registi di videoclip erano molto richiesti e servivano buone idee. Oddio, tutto questo valeva anche per le canzoni che, spesso, raccontavano appunto storie, più o meno convincenti. Se ne potrebbero citare centinaia, forse migliaia.

Tra le canzoni più riuscite, Cloudbusting di Kate Bush. Il brano, ispirato dall’autobiografia di Peter Reich, A Book of Dreams, racconta il suo rapporto con il padre Wilhelm, psichiatra e psicoanalista, e, in particolare, i suoi ricordi giovanili riguardo una macchina, il cloudbuster, inventata dal padre per far piovere (e respingere gli alieni, altra storia), e il suo successivo arresto, tra i timori e la frustrazione del figlio. E già sarebbe parecchio per questi nostri tempi così poco creativi. C’è di più.
In collaborazione con Terry Gilliam, Bush scelse Julian Doyle per dirigere il video e fu coinvolto in corsa un grande attore che si poteva prestare: Donald Sutherland interpreta il ruolo di Wilhelm Reich e Kate Bush quello di Peter da giovane. Mica male, eh, per un video? Altro che musicarelli o le semplici riprese di un playback. Scelsero Vale of White Horse nell’Oxfordshire al posto del Maine per ambientare la storia, fecero costruire il cloudbuster al team che aveva realizzato la messa in scena di Alien, e si vede, e vualà: ecco un piccolo film.

Ecco cosa disse Sutherland in un’intervista a riguardo:

«I got into the video because Kate found out from Julie Christies hairdresser that I was staying at The Savoy. She came and knocked on my door. She was so small that when I opened the door I didnt see anybody. I looked down and there she was. She told me she wanted me to play Wilhelm Reich. I wanted to be able to create a character that could hold a child by his feet and hit him against the side of a building and turn his head into a squashed pumpkin, which is what we did. So it so profoundly impressed me that she wanted to do that. I adored her. I thought she was great».

Beh, tante cose insieme e tutte direi abbastanza notevoli.

chi è andato alla spa col bonus?

Non abbiamo vinto abbastanza le europee, evidentemente:

Cito da Il Post: «la Commissione Europea ha raccomandato l’apertura della procedura per deficit eccessivo per Italia, Francia, Belgio, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Malta. Significa che questi paesi hanno superato nel 2023 la soglia consentita dalle regole europee per il disavanzo dello Stato, la differenza tra entrate e uscite che se negativa fa aumentare il debito pubblico», la soglia è il tre per cento. Alcuni paesi europei hanno sforato lo stesso limite, di poco, ma non sono stati segnalati per motivi validi: l’Estonia, al 3,4 per cento per esempio, deve sostenere consistenti spese militari non previste per quel problema che abbiamo a est.
Per capirci, ecco un comodo schema riassuntivo per capire dove ci troviamo:

Già, i peggiori, quasi all’otto per cento di deficit. E in buona compagnia. Naturalmente sarà colpa di quelli prima, come sempre, e avanti così fino a Remolo. Sarà un autunno difficile.

la musica delle stagioni, primavera 2024

Ventiseiesima stagione che si conclude, ventiseiesima compila.
Cinquantanove brani come al solito in equilibrio tra novità, scoperte, ascolti occasionali che a un primo momento sembravano dire qualcosa e poi dopo chissà. Tre ore e trentanove di musica da ascoltare per percorrere esattamente a piedi la distanza tra Lentignano e il Passo dello Scopetone facendo il moonwalking.

Mettere le cuffione come i due signori qui sopra e godersi la musica, ammesso che sia da godersi. Oppure fare qualsiasi altra cosa, che va bene lo stesso e forse anzi meglio. Se il vertice musicale della stagione dal vivo è stata quattro tizi con strumentazione metal e il cantante che ha interpretato le parti vocali strizzando un porcellino di gomma nel microfono, allora la compila sarà di conseguenza. Come è giusto che sia.

L’estate ha già un suo programma e chissà che porterà. Ma non sminuiamo, qualcosa c’è, a cominciare da Hella good a tutto volume, Big star, Wings, LUMP eccosivvia.

Le compile vere e proprie: inverno 2017 (75 brani, 5 ore) | primavera 2018 (94 brani, 6 ore) | estate 2018 (82 brani, 5 ore) | autunno 2018 (48 brani, 3 ore) | inverno 2018 (133 brani, 9 ore) | primavera 2019 (51 brani, 3 ore) | estate 2019 (107 brani, 6 ore)| autunno 2019 (86 brani, 5 ore)| inverno 2019 (127 brani, 8 ore)| primavera 2020 (102 brani, 6 ore) | estate 2020 (99 brani, 6 ore) | autunno 2020 (153 brani, 10 ore) | inverno 2020 (91 brani, 6 ore) | primavera 2021 (90 brani, 5,5 ore) | estate 2021 (54 brani, 3,25 ore) | autunno 2021 (92 brani, 5,8 ore) | inverno 2021 (64 brani, 3,5 ore) | primavera 2022 (74 brani, 4,46 ore) | estate 2022 (42 brani, 2,33 ore) | autunno 2022 (71 brani, 4,5 ore) | inverno 2022 (70 brani, 4,14 ore) | primavera 2023 (74 brani, 4,23 ore) | estate 2023 (53 brani, 3,31 ore) | autunno 2023 (92 brani, 6,9 ore) | inverno 2023 (76 brani, 4,5 ore) | primavera 2024 (59 brani, 3,4 ore) |

Dai che si lavora per l’autunno.

eliquizio d’estate

Alle 22:51 di oggi l’allineamento dei corpi celesti, secondo la processione che da lungo tempo regola la successione delle stagioni come le conosciamo, e stavolta abbiamo pure avuto una robusta mezza stagione prolungata, sempre a lamentarsi, secondo dicevo la cuspide azimutale da stasera è estate.

Finalmente si può rimbecillire più del solito, riposare la testa da chissà quale fatica intellettuale, lavorare col notebook in spiaggia, ascoltare i tormentoni, assumere più liquidi e vestirsi leggeri. Tra tutte, senz’altro la stagione meno interessante. Beh, ai tre quarti di mondo australe che non rompono i maroni, buona estate. Agli altri, un casso.

prisma sei: il giramondo è tornato

Finalmente, il prisma è tornato!

Dopo Utah, Romania, California, New Mexico e Galles, ne avevo detto qui, la Las Vegas Metro Search and Rescue – LVMPD – ne ha avvistato uno vicino a Gass Peak, bellissimo.

Dove andrà, ora, questo monolite matomatomato? Chi lo sa, la vicenda è a dir poco appassionante, questo di Las Vegas, perché non è sempre esattamente lo stesso, esso muta leggermente, è pure molto bello e scintilloriflettente. Notevole. Vai, prisma, vai, libero come tu sai essere.

laccanzone del giorno: The Police, ‘Message in a bottle’

Strepitosa la parabola dei Police, sette anni e cinque dischi notevoli, pochi hanno fatto meglio. Beatles, Smiths, così al volo. Tra tutti i singoli, vale la pena pescare a mio parere Message in a Bottle da Reggatta de Blanc, anche se sembrerebbe uno dei più scontati.

Certo, il riff, l’arpeggio di Summers, certo, la sessantacinquesima tra le migliori canzoni con la chitarra di tutti i tempi, bastano tre secondi per riconoscerla. Ma è questo? Altro?
Non mi farei trarre in inganno dal fatto che suoni una sedia nel video, a parer mio il segreto del pezzo è la batteria di Stewart Copeland: più regolare di una macchina, non si ripete mai e procede libera inventando di volta in volta il ritmo, spaziando tra generi e suggestioni. Provare l’ascolto prestando attenzione alla batteria. Oppure, isolandola, per capire meglio:

Copeland è brillante e creativo, spezza lo schema che invece la canzone, e il riff, hanno. E che chiusa. Fenomenale, secondo me una delle migliori drumtrack di sempre e, di conseguenza, anche una delle canzoni da mettere in pleilista. Amen.

Trostfar, gentilmente, raccoglie tutte leccanzoni in una pleilista comoda comoda su spozzifai, per chi desidera. Grazie.

due film: uomo e uomo

Il primo che vedo è un grande film, ‘Il terzo uomo’ (The Third Man) di Carol Reed, del 1949. Bianco e nero clamoroso, sceneggiatura di Greene, l’idea di girare sulle macerie della cittù – impressionanti, varrebbe da sé come documento storico – bagnate così da moltiplicare le luci. Joseph Cotten arriva in città cercando di risolvere il mistero della morte dell’amico Orson Welles e del fantomatico terzo uomo, innamorandosi ovviamente di un’irresistibile Alida Valli. Famosa la battuta di Welles, pare improvvisata, sugli orologi a cucù svizzeri, poi redarguito dagli orologiai della Foresta nera.

Soprattutto, una magnifica colonna sonora, tutta alla Django Reinhardt, che conferisce qua e là un tono di ironia anche alle scene più drammatiche. Film molto bello. L’altro film è ‘L’altro uomo’ (Strangers on a Train), di due anni successivo, di Alfred Hitchcock su sceneggiatura di un’esordiente Patricia Highsmith. Robert Walker propone a Farley Granger un doppio e reciproco omicidio di, rispettivamente, padre e moglie, così da disinnescare il movente. Walker procede immediatamente, insidiando poi Granger in maniera ossessiva perché compia il suo dovere.

La sceneggiatura avrebbe dovuto essere di Raymond Chandler, già assunto, ma non si intesero. Buon film, decisamente da Hitchcock, notevolissima la scena in cui Walker scoppia il palloncino del bambino prima dell’omicidio, tanto per far capire la cattiveria. Pure del buon tennis, qua e là. ‘Il terzo uomo’ è però di un’altra categoria.

Il finale sul viale del cimitero è davvero notevole. E piantiamola con questa cosa degli spoiler, quando è cominciata questa ossessione?