tempo in famiglia

La famiglia Bignotti-Bistazzoni nella loro casa di Muro Lucano in Oclaoma in posa di fronte alla propria collezione di strumenti da difesa, in caso il vicino, il perfido Mignazzi, osi entrare nella loro proprietà o ripitturargli il barbecue.

I figli, orgogliosi, apprendono.

Onofrio Lindenburg mostra orgoglioso nel salotto della propria casa familiare a Oliveto Citra in Tècsas le fotografie dei suoi figli e la sua nuova cassaforte, una Liberty ovviamente.

In caso di apocalisse zombi, Onofrio è a posto.

Biggim Gustafson e Canasta Vitaminic nel proprio monolocale al centro di Calvello, Uaioming, conducono una tranquilla vita familiare ricca di soddisfazioni e di attenzioni reciproche, ovviamente fino alla vittoria finale.

Il loro frigorifero Yeti è stato opportunamente modificato, spiegano fieri.

Mumununu Ghiazzi e i suoi due figli hanno appena adornato il vialetto di ingresso della propria abitazione a Garaguso in Pensilvania con graziosi mattoni forati avanzati dalla costruzione della casa, una delle poche della contea non in legno.

I figli da grandi vorrebbero diventare proprio come il loro papà.

Non c’è niente di bello come il tempo passato in famiglia.
Ameriguns, un progetto fotografico di Gabriele Galimberti.

ma il problema è la birra

Domenica 20 comincia il mondiale di calcio.
Organizzato in Qatar in inverno perché d’estate fa troppo caldo. Gli stadi, comunque, saranno chiusi e avranno l’aria condizionata, mentre voi prendete la biciclettina per inquinare meno. Al momento dell’assegnazione, il Qatar non aveva alcuna struttura disponibile per disputare il mondiale. Per costruirle, dal 2010 il paese ha assoldato operai indiani, bengalesi, nepalesi, pakistani e singalesi spesso nemmeno regolarizzati senza alcuna attenzione per le condizioni di lavoro. Ne sono morti 6.751 secondo il Guardian, 15.021 secondo Amnesty International: 8,11 morti per giocatore secondo la prima stima, 18,05 per la seconda.

Il Qatar ha ottenuto l’assegnazione del mondiale 2022 corrompendo svariati membri della FIFA, come numerose indagini hanno ormai appurato. E nulla dico della proibizione alle donne di guidare e che non sono permessi partiti politici, per dirne due. Che dire oltre? Beh, buon campionato.

«bisogna rompere la cappa»

Lo so, ma non riesco a trattenermi.
Il neoministro della cultura Sangiuliano, parlando della solita dittatura della sinistra in tema cultura, lamenta la mancanza di serie tv o film di altro tipo: «Fino ad oggi non è stato possibile. Un esempio? La Rai ha fatto una fiction sul ‘sindaco dei migranti’ Lucano ma non su Gabriele D’Annunzio, Oriana Fallaci, Indro Montanelli o Luigi Pirandello». Giusto. L’Oriana (2015) con Vittoria Puccini nel ruolo della Fallaci, su Raiplay. La stranezza, film di Roberto Andò con Toni Servillo e Ficarra e Picone, su Pirandello, è al cinema proprio ora. Il cattivo poeta (2020) di Gianluca Jodice con Sergio Castellitto che interpreta D’Annunzio. Indro, l’uomo che scriveva sull’acqua (2016) documentario su Montanelli con alcuni suoi scritti portati in scena da Roberto Herlitzka, su Nexo+ e Rakuten Tv. Quattro su quattro. Aggiunge Sangiuliano, non contento: «Se qualcuno vuole fare un film su D’Annunzio o su Pirandello, deve poterlo fare liberamente». Giusto, come non essere d’accordo? Qualcuno suggerisce che bisognerebbe essere anche liberi di istituire una manifestazione canora in Liguria, bella idea o, dico io, di comprare alcuni grandi immobili e rendere visibili lì i resti romani così che tutti possano apprezzarli. Bisogna essere liberi, sì.
Il neoministro della difesa Crosetto in un fuorionda a proprosito di Giuseppe Conte, m5s, dice «Ho a che fare con un deficiente». Poi si scusa, dicendo «chiedo scusa a Giuseppe Conte per un fuorionda poco elegante ma usato in modo del tutto falso, scorretto e decontestualizzato». Decontestualizzato, certo. Vorrebbe ricontestualizzare, ministro? Perché farebbe ancor più ridere.

«abituatevi alla velocità con cui la politica darà risposte»

Finalmente un governo che lavora sulle priorità. Cambiamento climatico? Guerra? Energie? Inflazione? Legge finanziaria? Disoccupazione? Mentre in Germania per rispondere alla crisi inventano il biglietto per tutti i trasporti brevi e medi a 49 euro al mese e inseriscono per davvero il tetto al prezzo dell’energia, da noi si lavora alacremente sui contanti a pioggia e i rave parties. E allora giù di pene e penali per «l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati», accludendo pure il diritto di intercettare le comunicazioni dei sediziosi. Finalmente, dico io, ora sì che sarà impossibile radunarsi a Predappio e inneggiare al pelatone. Bravo governo.
Poi se ne accorgono anche loro, bisogna «tipizzare la fattispecie» dei rave parties, se no saltano le manifestazioni dei «nostalgici», come li chiamano loro. A domanda, la risposta del ministro: «eh, ma Predappio c’è da anni». Beh, certo, tutto chiaro. E anche le intercettazioni non vanno bene, troppo larghe le maglie. Ma non erano i liberali, quelli? E garantisti, tipo Nordio? Se le risposte in velocità sono queste, allora signori miei prendetevi pure tutto il tempo che serve. Con calma.

ci aspettavamo qualcosa di diverso dalla destra al governo? No. S’apra il dibattito

Una valangata di sottosegretari, chiudere gli occhi su Rauti alla difesa, Borgonzoni quella dei no libri in tre anni e dei confini ballerini ovviamente alla cultura, te pareva?, col suo degno compare capra, per non parlare di tutti quelli che ancora non conosco e che si riveleranno di certo peggio.
Peccato per un tizio, tal Giuseppe Mangialavori, che avrei messo ovviamente al Lavoro e politiche sociali. Peccato, proprio.

my name is Giorgia, but everybody calls me Giorgio

Ed ecco la nota ufficiale, anzi il nota ufficiale de il signor Meloni presidente.

Quisquilie? Sì, beh, considerando che si tratta di un participio presente, quindi comodo, appellarla «la presidente» più che una questione di genere sarebbe una questione di grammatica.

Ma tant’è. Prometto che sei mai verrò eletto a quella carica, io piglierò il femminile e sarò «la presidente». Giuro.

ma benedetti ragazzi, ancora?

Per esser precisini, il cognato è il «fratello, o sorella, del coniuge, o coniuge del fratello o della sorella» e mi attengo a questo significato in senso stretto. Orbene, il ruolo del cognato nella politica italiana non solo non è stato indagato a sufficienza ma nemmeno se ne tengono in giusto conto le pericolose implicazioni. Spesso, infatti, è il cognato, familiare in senso largo ma non così tanto, a contribuire alle difficoltà del capo, agendo con troppa disinvoltura perché si ritiene al limite dell’impunità, e qui vorrei citare i poco luminosi casi di Galeazzo Ciano per Mussolini e di Paolo Pillitteri per Craxi. Oppure, il cognato è dedito ad attività proprie ma approfitta lo stesso del potere familiare e porta alla rovina la sua stessa fonte di ricchezza, come nel caso di Gianfranco Fini, del cognato e della casa di Montecarlo. E non solo, perché nella vicenda dei camici sanitari che coinvolge il governatore lombardo Attilio Fontana è, ovviamente a questo punto, implicato il cognato. Facile immaginare che nei pranzi domenicali, tra un discorso familiare e uno no, si presentino cospicue occasioni di collaborazione, idee brillanti, suggerimenti e anticipazioni dei fatti venturi.

Ora. Il neoministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, è guarda te il cognato de IL presidente Meloni, avendone sposata la sorella. Niente di rilevante, per carità, ma la storia recente e il senso di opportunità avrebbero sconsigliato tale nomina, familiare e troppo vicina. Non succederà nulla, sarà anzi ragione per stare maggiormente accorti, ma se accadrà io dal mio davanzalino non potrò che farmi una bella risata, poi innervosirmi e poi dire l’immancabile frase: io però ve l’avevo detto.