Tudeipuntoit. D’altronde, è un fatto.
nemici
dichiarazione di intenti
A un mese dalle elezioni, è tempo anche per me di fare dichiarazioni ufficiali: se Fratelli d’Italia cioè Meloni prende il 25% o più, qualsiasi sia l’affluenza al voto, o (e) se la coalizione di destra guadagna più dei due terzi dei parlamentari, io telo, adiòs, hastaluego, orvuar, aufidersehen. Seguirò da lontano facendo ciao ciao con la mano, magari non sull’orlo di un vulcano come sarebbe qui.
gendergap
Sì, abbiamo ancora enormi problemi di genere.
Fare l’ingegnere incaricata di elaborare la strategia di gara della Red Bull nel campionato di Formula 1 è un lavorino di quelli superdifficili, peraltro, dieci persone al mondo, tante quante sono le squadre. Fosse un uomo? Un papà? Sveglia, su.
sì, son tramontista, ma manco pitturato
No, guarda, conosco un posto. Ora ricordo perché non vado a Santorini.
Ottomiliardi di tramonti postati e manco uno che se la gode.
(Come dice la mia amica I.: Santorimini).
il duro lavoro dello stilista
Che eleganza innata, che intuizione, che stile.
Il tocco del piastrellista che ha piazzato l’unica con la firma proprio ad altezza sguardo è impagabile.
sic transit gloria mundi: farsi costruire enormi piramidi
Vagolo dall’alto, un’occhiatina alle piramidi di Giza che è sempre bello. Mi stupisco sempre di quanto siano assediate dalla città e di come invece le persone postino foto in cui sembrano isolate nel deserto, Poi, stavolta, guardo meglio. C’è qualcosa di nuovo lì, in alto a destra. Che è?
Opporc, no. Ma che davero? Fammi guardar meglio.
Eh sì, un campo da golf. Un fottutissimo campo da golf. Non solo perché è a fianco di una megalopoli di gente ammassata, vedi la città dei morti del Cairo, non solo, ma l’idea stessa di creare un tappeto erboso nel deserto va contro ogni mia convinzione e comportamento. E di fianco alle piramidi, poi, che insulta tutta l’umanità tranne quei quindici o sedici che stanno giocando da dentro.
Eh, niente, sic transit gloria mundi, puoi esser ricco, simpatico e bello, soprattutto faraone, ma se è passato il giusto tempo e non comandi più, adieu. Ci sarà sempre uno che si siederà sulla tua faccia per farsi una foto. Specie in un paese governato da un dittatore. Ah, ehm, che è un po’ un faraone, sì.
il 19 luglio trent’anni fa
Il brutto è che lo sapevamo tutti. E l’ancor più brutto è che lo sapeva lui. E con lui, quelli della scorta.
E vivaddio, pensavo allora, figurati se lo Stato non è in grado di proteggere una persona da quattro mafiosi, per quanto sanguinari.
Ingenuo.
La mattina del venti ero al mare, andai a comprare il giornale e scoprii che no, lo Stato non aveva voluto proteggere il suo magistrato, a costo di veder saltare un quartiere di Palermo. Come con Libero Grassi.
Uno dei giorni più neri dei miei vent’anni.
venite all’università di Adelaide
Per laurearvi, chiaramente, in mansplaining.
(Oh god, look at those faces).
forse la mia prima volta
Forse stavolta non andrò a votare.
Mi riferisco ovviamente ai referendum del prossimo 12 giugno. Dico forse perché sarebbe la prima volta e, per quanto profondamente infastidito, magari non ce la faccio a non andare, troppi anni di cultura del voto civile. Però è dura. Perché, vivaddio, ricapitolando alla brutta: separazione delle carriere (tra giudici e pm), custodia cautelare durante le indagini, legge Severino – incandidabilità dopo la condanna, pagelle ai magistrati, riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm). Ovvero, in gergo tecnico così:
Novantadue righe incomprensibili, ed è quello più significativo, sappiamo pure come andrà a finire. Le pagelle? PAGELLE? Ma son questi argomenti da sottoporre a referendum? Oh, attenzione, abbiamo votato sulle piattaforme di perforazione come su argomenti di grande inutilità a largo spettro, non è che siamo di primo pelo, ma santoddio, possibile? Non solo nessuno ha la minima coscienza delle domande e delle implicazioni connesse a una scelta, ma son cose che spettano al parlamento e a chi ne ha competenza. E che la proposta Cartabia tolga qualche referendum da qui a metà giugno non ha alcuna importanza, la sostanza resta: i referendum sono una cosa importante e non andrebbero usati per questioni di lana caprina o tecnicismi di categorie che non riescono altrimenti a gestirsi. Eddai, porcocane.
il 23 maggio trent’anni fa
Uno dei giorni più neri dei miei vent’anni.
Ricordo come fosse ora come mi sentii. Eravamo sull’onda dell’entusiasmo per mani pulite, forse non saremmo morti democristiani, tutto stava cambiando, forse l’immutabile sarebbe mutato, avevamo vent’anni e a differenza di altri avevamo l’età giusta per cambiare. E invece no, saltò l’autostrada, crollò tutto, la fiducia, la giustizia, la speranza per questo cazzo di paese, e pensai, come tanti altri, che no, non ce l’avremmo fatta.