Quando poi sei in trattoria che ti godi il tuo quando entra un tizio che dice scusatemi avevamo prenotato per due ma la mia compagna si sente poco bene.
E poi lo fanno sedere di fianco a te.
E poi comincia a tossire.
E poi te in realtà è me.
nemici
e poi prendi la pista ciclabile
Portland, Oregon, mica una megalopoli.
autocensura preventiva timorosa a senso unico
Me ne stavo bel bello guardando una puntata di Succession… come? evabbè, ma se mancano le basi essenziali come si fa? Uff, grandissima serie, famigliona proprietaria di un enorme gruppo di infotainment diversificato fino alle crociere che, vedi il titolo, si fa la guerra per: appunto. Comunque, è appena uscita la terza stagione e io, come dicevo, stavo beatamente guardando la sesta puntata, in cui i Roy sono riuniti in una stanza per decidere il candidato alla presidenza da appoggiare – degli Stati Uniti, si gioca in grande – quando a un certo punto Shiv dice una cosa chiarissima. Ma bisogna guardare la versione originale.
Cosa che in italiano, prontamente, sparisce. Già, più facile parlare di Bielorussia.
A parte il testo edulcorato (e “fuck pile“? un cazzo di mucchio), non è certo la prima volta e sempre su Berlusconi. Basti ricordare anni fa un episodio di How I met your mother o, molto meglio come serie, in Veep, in cui si diceva: «Has POTUS gone nuts? We can’t have a crazy president. -In Italy they do». Via anche quella. Si tratta evidentemente di censurina preventiva, per evitare rogne, il che è abbastanza deprimente ed è proprio un peccato. Perché, in ogni caso, Shiv aveva detto una cosa del tutto sensata, o i colbacconi di Putin e Berlusconi insieme ce li siamo dimenticati?
alla consòll (in teatro)
I premi Ubu, i premi per il teatro italiano, stasera al Cocoricò di Riccione – «dopo molte edizioni al Piccolo Teatro di Milano» – la dice lunga sullo stato di cose di un sacco di cose in questo paesone.
ne avremo quasi tre a testa
Cingolani, disgraziato ministro della transizione ecologica, è decisamente il peggiore.
la badante, la badata e il gomblotto
Ovvero, la mia esperienza diretta con il novaxismo e, ovvio, l’imbecillità.
Ecco i fatti di oggi e le premesse necessarie.
Ai primi di ottobre la badante dice che no, il vaccino non lo fa, essendo tutto un complotto, e che piuttosto che esserne costretta tornerà in Moldavia. Io ne sono francamente sollevato, già il fatto che una che fa quel lavoro non abbia la coscienza di capire l’importanza del vaccino, non solo per sé ma per chi assiste, è di per me sufficiente per mandarla via. Ma non sono io che decido, quindi si è aspettato fino all’obbligo.
Poi, dieci giorni dopo, ci ripensa e promette che farà tutti i tamponi del caso, quasi supplica, d’altronde il rapporto con la badata è buono, la situazione pure, la Moldavia lontana, preferisce restare. Io la manderei via, dico. Insisto un po’ ma capisco, non posso piantare un chiodo. Provo a obiettare che il tampone non protegge da alcun contagio e che, comunque, la badata non sia in grado di verificarne la validità ogni quarantotto ore, ma non posso andare oltre. Si opta per i tamponi, la legge lo permette, la badata è contenta e non si variano i delicati equilibri. Resta. Le vedo solo io le nubi oscure all’orizzonte?
Stamattina sto facendo colazione con il giornale e pregustandomi il mio primo giorno libero da tempo, intendo in cui posso lavorare tranquillo, quando arriva la telefonata: badante ricoverata con ambulanza urgente. Cagotto fulminante? No, covid. Poco più di un mese è durato il giochino, bene. Valutazione della situazione: una badata che per sua stessa natura non è in grado di badare a sé stessa nemmeno per alcune ore, figuriamoci una notte, una possibile infezione, una casa contaminata, la cosa va risolta con urgenza. Portare la badata a casa di qualcuno è un’opzione da scartare, vista la possibile positività al contagio, o comunque da valutare solo come ultima possibilità. Ottimo, pago la colazione e amen, piglio lo scivolo verso il lago fetente.
Ci assumiamo la dose di rischio minima ma necessaria e occupiamo casa della badata, per darle da mangiare, assisterla il necessario, organizzare le cose. Mascherine, gel e solenni chiamate a raccolta di tutti i santi. Poi telefonate a destra e a manca per cercare una badante disponibile fin da subito, che sia disponibile per la notte e così via. Nel frattempo, consulto medico per la badata, prenotazione del tampone serio, bisogna aspettare due giorni per ordini del medico. Comodo. Dopo qualche ora, la prima parte di miracolo: troviamo una badante disponibile, la incontriamo, la rendiamo edotta, tutti i pezzi si incastrano, questa l’abbiamo risolta. È vaccinata e, ho un mancamento, dice: ci mancherebbe, visto il lavoro che faccio. Da non credere. Si tratta di una delle combinazioni più difficili da trovare al primo colpo, l’equivalente di un sette al superenalotto nel gioco della vita assistita, un ago trovato in un pagliaio grande come l’egoismo di un no-vax. Sono ancora incredulo.
Poi, questione casa: serve disinfettarla e disinfestarla. Abbiamo bisogno di una mano specializzata, mi attacco al telefono. Mi rivolgo alle imprese di pulizie, quelle grosse con il numero per le emergenze 24 ore su 24. Risposta della prima, della seconda, della terza, della quarta: no, ci spiace, noi non possiamo intervenire finché non c’è un tampone negativo della badata. Ossignoresanto, se c’è il tampone negativo allora è una pulizia normale, o no? Ho la faccia e la mente basite. Mettetevi le tute spaziali e venite o non è il vostro lavoro? Noi cominciamo ma abbiamo bisogno di una mano per fare tutto e farlo a modo. E come sempre accade quando chi dovrebbe non lo fa, bisogna rivolgersi a chi per disponibilità e bisogno di soldi accetta: una ragazza moldava anche lei che, resa edotta e bardata in sicurezza, ci aiuta.
Sono ancor più incredulo, forse vediamo la soluzione di una così robusta catena di casini. Dovuti a una sciagurata che fa scelte scellerate. Ora le conseguenze indirette: tutti noi da ora siamo in quarantena, in attesa di tamponi al momento giusto. Ottimo, una bella ciliegina su un tortino fecale. Prenotiamo, aspettiamo l’arrivo della nuova badante, che ha persino lo stesso nome così la badata può apprezzare una certa continuità, e ci guardiamo incapaci di credere al fatto che ogni cosa, forse, sia andata a posto, o quasi. Nemmeno l’A-team avrebbe agito con tanta prontezza, adoro anch’io i piani ben riusciti.
E ora via, verso una nuova avvent… quarantena. Magnifico. Una persona, oggi, ci ha aiutato tanto (T., grazie di cuore, ogni parola non basta) e una è stata la causa di tutto. Per cui, per quanto mi riguarda, da oggi basta: è guerra aperta con tutti i no-vax e no-green pass e no-qualsiasi altra cosa relativa alla pandemia, ovvero tutti quelli che pensano di aver capito e che le proprie scelte non ricadano sugli altri, d’ora in poi non c’è più comprensione né considerazione né silenzio. Appena esco dall’isolamento.
Fanculo.
intelltual, sciece e scietists
In campo gli scieziati no-vax, atenzione. Non cielo dicono ma loro sano come stano le cose.
Così, tre tra tante. L’ultimo, poi, si vede anche a guardarlo che ne sa più degli scieziati, lombrosianamente.
la realtà mi sorprende sempre in modi e tempi impensabili
Il tizio no-green pass che sabato in manifestazione con il corteo viene fermato dalla polizia e pensa bene di chiamare il 112 per chiedere l’intervento delle forze dell’ordine ci porta tutti in un cortocircuito di surrealtà dal quale sarà difficile fare ritorno. A me gira ancora la testa.
Dopo di che, qualche risposta alle prime domande: no, non gli è ancora stato tolto il diritto di voto, e sì, il suo voto vale come il mio e il vostro. E sì, lui è nella storia.
oh no, ancora
Ci risiamo.
Capisco l’occasione commerciale, d’accordo, ma detta così sembra lo scadente titolo di un film sottoDisney in cui un vecchio cattivo o un gigante hanno rubato il Natale, o l’ora della merenda, e i nostri eroi – saggiamente assortiti, maschio, femmina, cane, gatto, sailcavolo – si incaricheranno di recuperarlo e fare felici tutti.
Sì, ce la faremo, il pranzo col cappone e il panettone e il vischio sarà salvo, per fortuna. E con essi la bontà nei rapporti e nelle famiglie. Il resto? A cazzo.
dove eravamo rimasti?
E così la legge Zan è stata affossata al Senato. Il centrosinistra, a detta loro, era sicuro di avere 149 voti, poi due si sono astenuti e 16 senatori hanno votato contro, 154 no e 131 sì. Quindi: qualcuno non sa fare i conti. Quindi: qualcuno non ha capito i renziani (Zan stamane: «Sono convinto che Italia viva voterà con noi e la tagliola non dovrebbe passare»). I capogruppo servono a quello, a evitare le convinzioni e avere certezze. «Sospetti sui renziani, dicono». Quanti sono i senatori di Italia Viva? Sedici. Impossibile capire. Ma niente, anche stavolta.
La mia impressione è che in Italia la discussione di certe questioni basti di per sé. Il resto è opzionale. I dico, i pacs, i diritti civili, la legge elettorale, lo scioglimento di Forza Nuova poche settimane fa. La discussione è il senso, il significato, il contenuto.
Poi si passa ad altro. Poche settimane fa l’Afghanistan era la prima urgenza del paese civile, come due anni fa i ponti o pochi mesi fa le funivie, se n’è parlato a tal punto che ora so cosa siano i ponti strallati e le ganasce delle cabine delle funivie, e ora? Niente, via, cosa stavamo dicendo?