open to meraviglia

Questa è coazione a ripetere le minchiate, che altro?
Ennesimo maldestro tentativo, dispendioso invero, del ministero del Turismo italiano di lanciare sul mercato sottostante le bellezze del paese, è stata appena presentata la campagna “Open to meraviglia” – gesù che claim – realizzata da Armando Testa per Enit, Agenzia Nazionale del Turismo. Ecco l’idea:

Esatto, è proprio lei: Venere. «Ho trent’anni, qualcosina di più per di la verità, e sono una virtual influencer», vualà. Viene in mente qualcuno? A me sì. Qui il video di presentazione. Comunque, Venere se ne va in giro e prova a influenzare i consumatori, per come dice Santanché – che, lo ricordo, è la titolare del dicastero in linea con alcuni luminosi predecessori – «portare l’Italia al primo posto nel mondo: siamo i più belli, ma non siamo mai stati i più bravi a promuovere la nostra Italia».

Belli, proprio. Anche la povera Venere, Botticelli non guardare. Comunque, nove milioni per una campagna banale, bruttina, scontata, infantile, che non si scosta per nulla dai luoghi comuni più triti sul paese, dalla fetta di pizza alla simpatia e calore italiano a Venezia alla bicicletta col cestino ricolmo di pomodori alle belle donne e così via. Se pensano di agganciare i più giovani in questo modo stiamo freschi, l’unico termine appropriato in questo caso è cringe.

Scadente, a me mette pure una certa tristezza. Ma nel solco della tradizione, perché vorrei ricordare qui i luminosi precedenti del portale italia.it ai tempi di Rutelli e verybello.it a quelli di Franceschini, investimenti milionari buttati nel cesso delle agenzie di comunicazione amiche (eppure Testa…), dei consulenti di parte e della fanfaronaggine. Guardatelo il video linkato sopra, perché dice Santanché: «non era mai stato fatto un video sull’Italia (…) sarà trasmesso su treni, aerei, sulle reti Rai, su Netflix… La pubblicità è l’anima del commercio e noi dobbiamo vendere il nostro prodotto», prodotto e io non saprei nemmeno da che parte cominciare, qui. Che dire? Sembra il giorno della marmotta, coazione a ripetere gli errori madornali, come dicevo all’inizio. Solo stupidità? No, non è possibile. Potrei anche andare avanti con la questione del logo del Ministero, le braccia aperte del video, ma sarebbe inutile.
Ecco, a questo punto comunque guardando Venere qualcuno vi sarà venuto in mente, no? Sia per la somiglianza sia per l’idea poverina e bottegaia di promozione. Creatività cercasi.

l’invito all’ottimismo del governo stride con la situazione attuale

La seconda cosa peggiore dopo un problema è affidarsi per la soluzione a degli incapaci.

Che poi, incapaci. Magari.
Il razionamento è già in atto in molti comuni montani e il fosso davanti a casa mia, se devo misurare le cose sulla mia esperienza diretta, secco da molte settimane. I dati parlano chiaro, i fatti pure, chi vuol capire ha capito ampiamente, il problema è affidarsi a chi per incompetenza o per dolo o per disinteresse non sa o non vuole affrontare un problema complesso che richiede soluzioni complesse. E ovviamente non da oggi.

tenetevi liberi il 3

Merda ieri non sono andato, ancora non lo sapevo.
Lei aveva un’azienda di ceramiche poi fallita condannata per bancarotta e poi è stata a megiugorie e poi è tornata e ha fondato una onlus e ha cominciato a vedere la madonna e la gente fa offerte. Il tutto sul lago di Bracciano ogni tre del mese alle tre, perché la madonna è abitudinaria e adora il fuso italiano e il tempo umano.

Il corriere ne parla, come tutti i giornali e il canale su youtube, i pezzi belli sono quando scrive: «I dubbi sono tanti» e ancor meglio «Una commissione d’esperti nominata dalla diocesi di Civita Castellana sta lavorando per capire se ci siano aspetti soprannaturali oppure no». Oppure no.
Lei sgrana il rosario, deliquia, ovviamente la vede solo lei – ieri abito rosa con cintura bianca e velo non mi ricordo, la madonna non la veggente -, il marito trascrive e poi riferisce. I fedeli, non pochi o zero come ci si aspetterebbe, in deliquio pure loro.
La storia non è bella come quella della lettera scritta dalla madre di gesù ai messinesi ma è bella lo stesso e non offre alcun elemento di dubbio come, invece, i miscredenti suppongono.
Trevignano, Roma, Italia, 2023. Poi uno si stupisce dei no vax.

scienziato ma scorreggia

Vagolo per Como e vengo attratto da Porta Torre. Bella, un modello per il palazzo della civiltà all’EUR. Poi giro lo sguardo e vedo la targa dello slargo in cui mi trovo.

Certo. Scienziato. Nel delirio di una decina d’anni fa le amministrazioni leghiste cominciarono, in assenza di figure autorevoli, a intitolare scuole, larghi e vie a Miglio, ritenuto la testa pensante del movimento, nonostante Bossi l’avesse definito “minchione”, “arteriosclerotico”, “panchinaro”, “poveraccio”, “vecchio con i capricci di un bambino” e il bel “scorreggia nello spazio”. A Como perché sua città natale, a Brescia, per non essere da meno, gli dedicarono uno Yoda-busto in uno slargo in cui la gente non si ferma.

Lo scienziato ricambiò il complimento a Bossi con una pletora di amabili epiteti, “orecchiante”, “infido”, “teppa”, “arruffapopolo”, “pigmeo”, “analfabeta”, “ubriaco”, “botolo ringhioso”, “contapalle”, “Robespierre da barzelletta”, “comiziante da bar”, ma anche “mentitore arabo” e “levantino con il gusto della menzogna”, avevano litigato, ma rimangono più in mente le stupidaggini che disse in svariate interviste e in discutibili interventi: «Io sono per il mantenimento anche della mafia e della ’Ndrangheta. Il Sud deve darsi uno statuto poggiante sulla personalità del comando», molto bravo, o che l’Europa, ora nel mezzo delle invasioni barbariche, dovrebbe «mantenere la distinzione tra schiavi e liberi». Certo.
Non politologo, dunque, ma scienziato della politica, come Machiavelli, Kant, Montesquieu. Se la Scienza politica, secondo le tre caratteristiche principali definite da Bobbio, si appoggia su «il ricorso a metodologie razionali tramite cui fornire spiegazioni causali del fenomeno studiato», includere Miglio risulta davvero difficile, pur con tutta la buona volontà.
Ma i nomi spendibili e celebrabili scarseggiavano, allora come oggi, forse ancor più nella lega salviniana, per cui a Miglio andò di lusso, nonostante le stupidaggini e le volgarità venne celebrato come il primus da uno stuolo di minus, nonostante il suo apporto alla civiltà umana sia stato pressoché nullo, se non negativo. Per esser buoni pari a quello, appunto, di una scorreggia nello spazio.

né l’idea, né il progetto, né il business plan

Ricevo una mail. Questa non è una modifica delle condizioni contrattuali, questa è una liquidazione.

Che fosse una boiata colossale l’avevamo intuito in tanti e fin dall’inizio, ne avevo scritto largamente due anni fa, e questa conclusione era l’unica possibile. Franceschini ha qualcosa da dire sulla morte della “Netflix della cultura italiana” che tanto ha voluto? Un buco da circa 7,5 milioni di euro nell’ultimo anno, un’offerta risibile per inconsistenza e stupidità, in nessun modo concorrenziale e soprattutto sovrapposta a realtà già esistenti, era partita malissimo non poteva che finire nello stesso modo. Non è che questo governo o Sangiuliano siano cattivi, almeno non stavolta, è che andava fatto da tempo. Ed è stata una piena, totale sciocchezza commessa con i soldi pubblici da quel pezzo di PD che andrebbe eliminato immediatamente e che tanti danni continua a fare.

24 marzo 1944

Oggi è l’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine perché ieri era l’anniversario dell’attentato di via Rasella. Il fatto che Meloni dichiari: «La memoria dell’eccidio è da onorare, una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani» dimostra quanto sia necessario ricordare a chi mente e omette i fatti come andarono. Furono massacrati solo perché antifascisti.
E non solo: tutti i compari di Meloni si affrettano a tralasciare o specificare solo che si tratti di strage nazista quando, invece, è opportuno ribadire che la strage è nazifascista, dato che il supporto italiano in essa fu tutt’altro che trascurabile, a cominciare dal questore Caruso. Fatti.

so chi sono

Gramellini, in occasione dell’episodio in cui una famiglia ospite di un albergo in Trentino si è vista offrire una saletta da pranzo riservata perché il figlio disabile cognitivo a detta degli altri commensali disturbava, ha sintetizzato molto bene l’aspetto interessante della vicenda:

«si saranno sentiti lesi in un loro diritto, quello di passare la sospirata settimana bianca in santa pace. I diritti, quando sono i nostri, vengono prima. Così come i doveri, quando sono quelli degli altri. Quel ragazzo era come un sensore che li riportava alla complessità della vita, mentre loro avevano pagato proprio per lasciarla fuori dalla porta».

Li conosco, quelli del ah no, io in vacanza voglio riposarmi e non pensare, manco facessero gli intellettuali tutto l’anno, sono i vicini di scrivania, quelli che al supermercato comprano biologico, che fanno la differenziata, che amano i bambini e i gatti e i cani, che comprano l’ibrido, che difendono la propria famiglia contro tutto e tutti, mica solo i mostri.
E sono quelli con cui io lotto, i mostri è più facile: fanno i mostri e almeno ci si regola.

lavori ben fatti: il belvedere

Un magnifico lago, un lembo di terra in mezzo che si insinua e dal quale la vista spazia, montagne innevate in fondo, paesi che si riflettono nell’acqua, insomma un ottimo posto per fare un belvedere. Perché la bellezza sia contagiosa e le persone ne possano godere. Che meraviglia.
E poi, se qualcuno volesse andare a contemplare il lago di notte, una luce la mettiamo? Ma sì, così il posto sarà davvero fruibile per tutti a qualsiasi ora.

Ben fatto.

non basta

Va bene. Quindi non basta un disastro sanitario della tanto decantata ‘sanità migliore del mondo’ sia durante la pandemia sia ora, con liste d’attesa lunghissime e privatizzazione selvaggia dei servizi a sfavore del pubblico. Quindi non basta una situazione ambientale terrificante, fuori legge per buona parte dell’anno, e un consumo di suolo ancora spaventoso nonostante le leggi di consumo zero. Non basta una rete locale di trasporto (parlo dei treni che con loro arrivano in orario) che ha dei costi incredibili a fronte di un servizio inqualificabile (sarebbe diventata una Ferrari con l’autonomia, dicevano). Non basta essersi fregati i camici a spese della Regione. Non basta, per una volta dai tempi di Ambrosoli, avere un buon candidato, serio, preparato, che lavora bene come lavora bene il PD milanese (cosa che non si può dire dei PD locali del resto della regione), con un buon programma e proposte ragionevoli (certo, in grandissimo ritardo per le solite beghe interne). Non bastano un sacco di cose, si potrebbe andare avanti parecchio. Non basta che la tanto decantata ‘locomotiva d’Europa’ (sono fantasie, niente di vero) vada a traino completo dell’indotto tedesco e se loro rallentano noi siamo in braghe di tela e, nel frattempo, si vendano le eccellenze ai fondi speculativi che le spolpano lasciando macerie. Non basta che in nessun luogo (vale anche per l’Emilia) la stessa parte dovrebbe governare per trent’anni ininterrottamente. Non basta che i principali finanziatori delle campagne di questa destra siano i cavatori, gli industriali, che tutelano il proprio bisogno di produrre al di fuori delle regole e del buon senso, facendo pagare i costi alla collettività. Va bene, non basta. Anzi no, non va bene, ma non basta lo stesso. Contenti, anche stavolta?