meno discussioni, più pittura

Ecco il fatto, rapidamente: Christopher Walken, protagonista del thriller comico The Outlaws (trailer), a un certo punto viene condannato a svolgere alcuni lavori socialmente utili, tra cui ridipingere un muro. Il fatto è che la serie è ambientata a Bristol e se uno dice nella stessa frase le parole ‘Bristol’ e ‘muro’ il pensiero va ovviamente a Banksy. E così è infatti: sul muro che Walken deve ridipingere c’è un’opera originale di Banksy, il topo con le bombolette, lui chiede scrupoloso alla guardia se sia il caso di passare il rullo sopra quella che sembra essere street art di uno che non conosce ma pare essere “terribilmente bravo” e lei lo invita rudemente a proseguire. E Walken ricopre il Banksy. Per davvero.

Ora. C’è un’intervista molto divertente di Walken a Morning news in cui l’attore spiega di avere settantanove anni e di non sapere di certo chi sia Banksy e, ridendo, pare non importargliene granché. Mettendo insieme le cose, la serie, Walken, Banksy, Bristol e così via, verrebbe da pensare che la cosa sia stata organizzata, ripensando per esempio alla performance di Love is in the bin durante un’asta. Se lo fosse, ben fatto. Se no, ancor meglio. Bel colpo.

Aggiornamento: e non avevo ancora pensato alla questione NFT. Niente male ancora di più! Walken che distrugge l’opera fisica in modo inequivocabile di fronte a milioni di testimoni, il proprietario dell’NFT, chiunque esso sia, avrà di certo modo di essere contentello, di fatto se ci fosse Barthes forse rileverebbe come il video contenga esso stesso il primo NFT di nuovo livello dopo la distruzione dell’originale, insomma, il tutto ha alzato di parecchio l’asticella. Sciapò.

a problemi moderni, soluzioni moderne

Frans Hals è stato un pittore olandese, tra i più noti ritrattisti del barocco. Molti, giustamente, lo ritengono secondo solo a Rembrandt ma la cosa ha poca importanza, trattandosi di un artista eccellente. Nato ad Anversa, si trasferì poi ad Haarlem proprio in quello che noi oggi chiamiamo il “Secolo d’oro olandese” per quanto riguarda la pittura. In quei tempi, nella sola Haarlem furono prodotte oltre centomila opere pittoriche, non tutte buone, chiaro, non tutte sopravvissute, ma molte di quelle, insieme alle opere di Hals, costituiscono oggi il patrimonio del Frans Hals Museum.
Chiuso per un mese tra dicembre e gennaio a causa delle restrizioni volute dal governo, il museo ha riaperto il 17 e ha proposto oggi, nelle proprie sale, delle inedite lezioni di ginnastica e aerobica. Questo in aperta polemica con le scelte del governo in tema pandemico, per cui i musei e il settore culturale tutto sono rimasti chiusi mentre parrucchieri, palestre, bar e negozi no.

Un buon modo per esprimere dissenso, le foto girano. Il Van Gogh Museum ha riaperto come salone da parrucchiere/manicure, i teatri dei Paesi bassi oggi offrono servizi di barba e capelli. Ben fatto, la ginnastica nel museo sarei corso a farla anch’io. Anzi, mmm, idea…

JWST continua ad andare

Il James Webb Space Telescope, JWST, sta facendo tutte le cose giuste e prosegue il proprio viaggio verso il punto di Lagrange Terra-Sole L2. Le operazioni maggiori che potevano compromettere o creare problemi alla missione sono 350 e sono tutte avvenute nel modo migliore. E il merito è per buona parte di questi signori qui:

Alcuni di loro, venticinque anni fa, quando il progetto fu lanciato, probabilmente andavano alle elementari o poco più. Qui sotto un video con i Lego che dà un’idea di quanto è stato fatto per l’apertura.

Il 2021 della NASA è stato davvero un anno particolare.

JWST è andato

Delle ottomila che potrebbero andare storte, le prime cose sono andate bene: il telescopio spaziale più potente di sempre è partito per la sua missione, ossia piazzarsi a 1,5 milioni di chilometri dalla terra, dispiegare lo specchio più grande mai visto nello spazio, composto da diciotto esagoni per convogliare le immagini, e cominciare a guardare nello spazio profondo. Poi aprirà uno scudo termico grande come un campo da tennis per ripararsi dal calore e mantenere la propria temperatura a duecentotrenta gradi sotto zero.
Il James Webb Space Telescope, JWST, intitolato con poca felicità al secondo amministratore della NASA e non a qualche scienziata/o di merito, è uno scoppolone rispetto al meritevolissimo Hubble e permetterà cose mai viste prima. Ma dire che la cosa è complessa è dire poco, stiamo assistendo al risultato di venticinque anni di progettazione ed esperimenti, l’emozione è tanta.

Se tutto dovesse andare come previsto, il JWST permetterà di guardarci attorno per circa cinque anni, forse qualcosa di più, osservando gli eventi dell’universo più vicini al big bang senza le interferenze della terra. Poi, siccome è davvero molto lontano e non potrà ricevere né manutenzioni e, tanto meno, carburante, smetterà di funzionare. Ma se le ottomilamilioni di cose che devono andare per il verso giusto lo fanno, vedremo davvero cose inimmaginabili.

Buon viaggio, specchione.