I Grateful Dead sono sempre stati una band da trecento concerti l’anno, e questo per almeno trent’anni, fino alla disgraziata morte di Garcia. Ricordo quel giorno, agosto del 1995, mi dispiacque parecchio come mi dispiace ora.
Pur non essendo un fan sfegatato, osservo con curiosità un bauletto di dischi dei Dead fresco fresco di stampa.
È quasi un’urna e contiene ottanta cd per trenta concerti inediti, 73 ore di musica live, fin da uno dei primi del 1965 all’ultimo del luglio 1995. Ne esiste anche una versione su penna usb.
A prescindere, oggi per me è una giornata da Grateful Dead, una di quelle in cui ho un po’ di nostalgia mista a una strana calma indifferente alle sciocchezze, un po’ hippy, e passerei ore a sentire musica ottimista (e di certo non a lavorare).
Per esempio, appunto, il terzo volume di questa raccolta, un concerto del 1969 al Greek Theatre di Berkeley: il posto giusto per quel momento. E oggi per me.