Una vecchia barzelletta in voga nell’ex Repubblica Democratica Tedesca – la riporta Slavoj Žižek in Benvenuti nel deserto del reale – racconta di un operaio tedesco che trova lavoro in Siberia. Consapevole del fatto che tutta la sua posta verrà letta dalla censura, dice ai suoi amici: “Stabiliamo un codice: se la lettera che ricevete è scritta in normale inchiostro blu, significa che è veritiera; se invece è scritta in inchiostro rosso quella lettera dice il falso”. Dopo un mese, gli amici ricevono la prima lettera, scritta in inchiostro blu: “Qui è tutto meraviglioso: i negozi sono pieni di merci, il cibo è abbondante, gli appartamenti sono grandi e ben riscaldati, nei cinematografi si proiettano film occidentali, ci sono ovunque belle ragazze disponibili per un’avventura. L’unica cosa che non si trova è l’inchiostro rosso”.
(E Žižek, che è bravo, ne trae spunti molto interessanti).
Mese: Luglio 2016
on the wrong side
Oliver Curtis ha pubblicato un suo lavoro fotografico, Volte-face, nel quale fotografa monumenti e opere del mondo.
Per esempio, Il Taj Mahal:
Il Partenone:
La Gioconda:
Il Cristo redentore di Rio:
E, per parlare di noi, il Colosseo:
Ah sì, certo, è girato. Ma non è mica il lato sbagliato, non sempre.
i suoi trattamenti possono essere «santo padre, sua santità, santità»
A me questo papa è simpatico, specie quando scudiscia i suoi cardinaloni palazzinari e puttanieri. Lo comprendo anche quando cade o, volutamente, mostra la sua umanità.
Meno quando prende (o gli viene fatto prendere) l’autobus – alla giornata mondiale della gioventù a Cracovia, ieri – come fosse un normale cittadino: perdio (ops!), no, non lo è. Volenti o nolenti è il re, il re sia di uno Stato sia di una comunità spirituale, mantenere un tono è fondamentale, per cui dategli un’auto, magari non appariscente, un elicottero, una barca, una carrozzetta, e portatelo dove deve andare. L’autobus no, dai.
Altrimenti fa immediatamente pensionato.
francis il muro parlante: elezioni politiche negli Stati Uniti
Scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono. E qui in quattro parole la sintesi è assoluta, tutto chiaro e vabbè, mica si può votare Trump, però il concetto passa eccome.
Slogan allora, slogan ora.
go out and transform the world
Rich McCor, conosciuto come Paperboyo, fa delle cose molto carucce con la carta e la macchina fotografica. Ma è lo sguardo prima che conta: che goduria, la fantasia in azione.
ah, voi ebrei
Una storiella riportata da Slavoj Žižek in 107 storielle di Žižek:
Due ebrei passano davanti al portone di una chiesa cattolica sulla quale è affisso un grosso manifesto indirizzato ai fedeli di altre religioni: «Venite a noi, accettate il cattolicesimo, e riceverete immediatamente trentamila dollari in contanti!». Mentre si allontanano, i due iniziano a discutere se l’offerta sia da prendere seriamente. Una settimana dopo, i due amici si incontrano di nuovo davanti alla stessa chiesa, e uno confida all’altro: «Mi chiedo ancora se l’offerta sia seria». L’altro risponde con sufficienza: «Ah, voi ebrei, non pensate che ai soldi!».
abbiamo ucciso Aleppo
Secondo wikipedia, «Aleppo è la città più popolosa della Siria, con 1.900.000 abitanti. (…) È una delle più antiche città del mondo abitata ininterrottamente dall’antichità. (…) È patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1986. Nell’anno 2006 Aleppo è stata la prima città a fregiarsi del titolo di “Capitale culturale del mondo islamico”».
Ed ecco un bello sguardo complessivo, su come era e come è ora:
Oggi Aleppo è, di fatto, una città abbandonata dai civili, tutti scappati come profughi. Ci volevamo noi, uomini e donne del ventunesimo secolo, per farla morire. Le foto sono di Hannah Karim.
un ottovolante emotivo
Nel 2017, si sa, ma qualche briciolina comincia ad arrivare. Finalmente.
«Non ho tanta voglia di andarmene»
Il messaggio di addio ai suoi colleghi di Letizia Leviti, giornalista di Sky TG24 deceduta ieri, nella sua grazia e onestà è davvero commovente, così ricco di coraggio razionale. Mi sono commosso e provo ammirazione.
le due fasi dell’obelisco (vedi sotto)
Ho trovato una mia foto che testimonia bene quanto detto quattro post qui sotto, in “obelischi, obelischi (forse non tutti sanno che)“, ovvero che l’obelisco di Washington è stato costruito in due fasi distinte e che si vede chiaramente dal vivo. Ecco la foto.
Pietra proprio diversa, persino nel colore. Se c’è qualcuno (oltre a me) cui interessa questo genere di cose, chiaro.