È il periodo appropriato per ricordarsi di un paio di cose vecchiotte di Rémi Gaillard: prima il decathlon urbano:
e poi la ginnastica urbana:
Avanti con lo sport urbano.
È il periodo appropriato per ricordarsi di un paio di cose vecchiotte di Rémi Gaillard: prima il decathlon urbano:
e poi la ginnastica urbana:
Avanti con lo sport urbano.
Un posto che mi mette allegria ogni volta che ci passo.
Perché la Ledecky, ci chiediamo tutti, nuota da sola? Non ha amiche?
Questa è persino più bella, sebbene l’immagine faccia schifo.
Un altro pianeta, ai mondiali 2015 aveva fatto una gara pazzesca nei 1500 doppiando – dico: doppiando – almeno una nuotatrice, qui. Se dura, batterà i record di Phelps.
Ma che si poteva pretendere da loro?
Certo, ammetto che la delusione per la Regina Elena (EHurley) è ancora fortissima in me.
Se vi siete chiesti chi ci guadagni (soldi veri, intendo, a palate) con Pokemon Go, ho la risposta: Google.
La cosa sarebbe dovuta essere lampante fin dal login (non a caso: solo Google e NON Facebook o altri) e dall’utilizzo di Google Maps: i soldi entrano a palate con incassi diretti (Play store, un giorno l’app ha totalizzato il 47% degli incassi totali dello store: qualche cifra in tempo reale? Eccola) o indiretti (partecipazioni in Niantic, Inc., in cui hanno investito The Pokémon Company e Nintendo).
Qui un bell’articolo con parecchie info in più (grazie a mr. F.). Voi, invece, che siete da qualche parte a giocarci smettetela, santoddio, non ha alcun senso.
Se io possedessi un appartamento sulla Quinta Strada a Manhatthan, al sessantatreesimo piano della Trump Tower, questo è esattamente ciò che vedrei dalla finestra:
Bello ma poi si sa, tutte le cose alla lunga vengono a noia. Seee.
Una cosa che faccio talvolta – come tutti, immagino – è girovagare con Street View, fotogramma per fotogramma passo per passo. Un giorno, che so?, in Colorado sul fiume Colorado, e un altro sul lungomare di Port Elizabeth. Così, per girare.
Non sempre posti belli: oggi sono finito a Černobyl’, proprio alla centrale, dove finisce la strada. Qui.
Si vedono la centrale con il reattore 4 e le nuove costruzioni di contenimento. Dentro il sarcofago, dove si trova il famoso “elephant’s foot“, ovvero la stalagmite risultato della fusione di nocciolo e reattore, la situazione è inavvicinabile: si vede qualcosa in questo video.
A Kiev, al museo dedicato al disastro di Černobyl’, un’installazione ricorda le città cancellate dalla mappa in seguito alla contaminazione radioattiva: ogni insegna una città o paese.
Sono davvero molte, circa trecentomila persone furono evacuate a seguito dell’incidente. Fa ancora paura.
Rimandato a casa all’esordio da Del Potro in due set, Djokovic si sconforta.
Foto niente male, ci sono tutti gli elementi che ci devono essere per rendere un’immagine autonoma, quasi persino senza didascalia.
Il 22 febbraio del 2006 scrivevo questo post:
Oltre a dare una data esatta per la mia scoperta e condivisione di Youtube (che è del 2005, quindi non troppo prima), questo post chiarisce che la piattaforma, fin dalla sua fondazione, è servita sostanzialmente a una cosa sola: i filmati scemi che tanto fanno ridere. Non c’è niente da fare, siamo proprio fatti così.
La piscina dei tuffi completamente verde non è male, anzi. Esteticamente oserei dire che pareggia l’azzurro classico-piscina.
Certo, io mica mi ci devo tuffare (Cagnotto non ha gradito, giustamente). E poi chi l’ha detto che deve essere azzurra, la piscina? Capisco il giallo no, poi sembra pipì, rosa nemmeno se no poi le persone scompaiono, marrone non ne parliamo, ma perché bianca no? O viola?