Certo che questi atleti del salto in lungo sincronizzato sono davvero straordinari.
[Angel Jimenez Cabeza, cubano, saltatore di F13 long jump, vincitore di due medaglie d’oro nel 2004 e nel 2012]
Certo che questi atleti del salto in lungo sincronizzato sono davvero straordinari.
[Angel Jimenez Cabeza, cubano, saltatore di F13 long jump, vincitore di due medaglie d’oro nel 2004 e nel 2012]
Oggi sono stato in biblioteca e, una volta di più, ho approfittato dei magnifici saggi Laterza, che sono solitamente proprio belli e ben fatti, sia che si parli di Carlo Magno o dell’antifascismo di Amendola, costano poco e danno molto: ho preso il libro qui sotto.
E sono stato rapito dalla copertina, troppo buffa.
Arrrgh, il crostaceo gigante finanziario ha attaccato la città, moriremo tutti!
Bellissima. Grazie, signor Laterza.
È ancora quel momento dell’anno. Ci rivediamo a fine marzo.
Una specie di Inception alla massima potenza:
Se poi pure Mycroft-Gatiss-uno-dei-due-autori si mette a fare il tronello di spade, siamo fritti noi fan di Sherlock.
Chissà Nolan che ne pensa.
Ma davvero c’è bisogno di un altro appello al voto? E suo, per di più?
Sì, ce n’è bisogno. Perché è uno degli appelli più sensati mai visti e perché lui, anche al di là di questo, è uno spasso. Non posso, infatti, non celebrarlo come uno degli interpreti di Parks and Recreation, forse la serie più divertente che io abbia mai visto, massimo massimo la seconda. Non la terza. Girata con la tecnica del falso documentario, racconta le vicende del dipartimento per la manutenzione dei parchi pubblici di Pawnee, microcittà immaginaria e ridicola degli Stati Uniti. Detta così sembra una cosa gnfngnf, è invece è spassosissima (per chi ama il genere e un certo tipo di comicità e io – modestamente – la amo). Consiglio.
E poi c’è Tom Haverford, ovvero Aziz, e il suo meravigliosissimo amico Jean-Ralphio, con cui fonda la ‘Entertainment 7twenty’, fanno riunioni finanziarie parlando come Snoop Dogg e, alla fine, danno un party pazzesco per il cavallo nano di Pawnee, Li’l Sebastian. Devo rivederla tutta.
Temo occorrerà guardare Master of None, la sua nuova serie.
Il vicepresidente Biden? “Not very bright”.
Bill Clinton? “Highly overrated!”
Il presidente Obama? “Perhaps the worst president in the history of the United States!”
Ma non solo politica: Samuel L. Jackson? “Does too many TV commercials – boring”. E non solo persone: Britain? “Trying hard to disguise their massive Muslim problem”. China? “Terrible!”
E così via: sono tutti gli insulti di Trump in campagna elettorale. Il New York Times ne ha fatto una strepitosa pagina, con i singoli collegamenti agli articoli. Memorabile.
Due persone definite “ipocrite” da Trump: Paulina Vega (“hypocrite”) e Neil Young (“total hypocrite”). Capisco Young, cantautore solido dalle convinzioni profonde e avverso a Trump, ma perché prendersela con un ex-Miss Universo? Perché, Trump? Non lo sa che poi piangono e perdono la bella pelle?
In un viaggio da studente in Marocco, Gabriele Basilico fece – come ogni turista fa – delle fotografie. Nel cassetto per decenni, sono diventati un libro: Marocco 1971.
Sono le prime prove di quello che sarebbe diventato un ottimo fotografo.
Io in Marocco ci sono stato nel 2007 e ho fatto anch’io qualche fotografia, niente a che vedere. Non era un progetto, era solo un viaggio. Viaggio che comunque consiglio a chiunque, vedere in particolare Marrakech, ovvio, fare colazione sul tetto di un rihad guardando le cime dell’Atlante, poi prendere una corriera e andare a vedere l’oceano, fino a Essaouira (seconda foto qui sotto). Memorabile.
Ed era gennaio, ogni stagione è buona.
Delle gambe belle lucide:
Ma se le osservate davvero attentamente, vi accorgerete di qualcosa e non potrete mai più, mai più tornare indietro alla magia iniziale. Mai più.
Non so perché – e mi piacerebbe saperlo – ma l’illusione non torna più.
Ah, cervello.
(Il tutto è di leonardhoespams, complimenti).
He’s a demagogue / Check out his rise / He’s fatally famous / He plays with my fears.
Ci sono anche i Franz Ferdinand con la loro ‘Demagogue‘ nel progetto ‘30 Days, 30 40 Songs‘.
Dai, che manca poco alla fine del pericolo. Di quello trumpico, almeno.
C’era un tempo in cui si pranzava a casa, dopo scuola, e subito dopo si guardava la tv. E in pochi minuti si dormiva alla grandissima. O la domenica pomeriggio d’inverno. O i bei tempi in cui per gioventù ci si addormentava ovunque. Nostalgia?
Ora c’è:
Ovvero la Siesta Video Platform (per i non-anglofili, il nap è il pisolo): una serie di programmi gratuiti di squisita fattura, che trattano argomenti di grande interesse con piacevole successione che ci terranno attaccati – tutti – alla tv.
Svegli? Forse, magari. Chissà.
Programmi sulle meraviglie della natura, per esempio:
Eccellenti documentari sulle cose più interessanti della nostra vita:
Programmi sulle belle attività del tempo libero:
Senza dimenticare, ovviamente, il grande sport:
E i grandi eventi della cultura e dei popoli del mondo:
La moda, il costume e la tecnologia:
La scienza, ovviamente, e l’istruzione:
Se nemmeno dopo tutto questo siete riusciti a dormire, allora ci vogliono i grandi classici. Un bel camino scoppiettante (tre ore, dico tre ore di fiamme):
Una romantica candela nel buio:
Il classicissimo nonché insuperabile monoscopio, che abbatterebbe chiunque:
E se nemmeno così, allora un bel timer con conto alla rovescia di dieci, dieci!, ore:
Tutte queste delizie sono sulla nuova piattaforma.
(Un plauso al genio di due pubblicitari spagnoli, @uvedetena & @francbonet) Taking siesta to next level!