laccanzone del giorno: Claire Denamur, ‘Hang me up to dry’

Claire Denamur è una cantautrice e attrice franzosa e, come tale, bisogna stare attenti (essendo franzosa, intendo). Tra le cose che ha fatto c’è una cover dei Cold War Kids, Hang me up to dry appunto, che è uno di quei casi in cui la cover sopravanza lungamente l’originale: tanto è lenta, svogliata e priva di mordente la versione dei CWK, infatti, tanto la versione della signorina è azzeccata perché dà al pezzo – che è notevole – il giusto tono e la giusta velocità per colpire davvero.

Ogni tanto eccede ma ci siamo, eccome. Ben fatto.

ho visto la Madonna!

Dio, come vorrei che venisse fuori un funeralone, con migliaia di persone, e soldati in libera uscita, marinai… puttane.

Se n’è andato anche Gastone Moschin, l’ultimo. L’architetto Melandri che, rapito dall’amore, porta a casa tutta la catena degli affetti da Donatella a Birillo alle bambine alla governante tedesca, in uniforme, severissima, è una delle scene meravigliose di tutto il cinema italiano. Mi mancherà, Moschin. Sbiliguda.

cittadino lombardo-veneto, il 22 ottobre non andare a votare (parte 1)

Per chi non lo sapesse, e spero siano molti, il 22 ottobre in Lombardia e in Veneto si terrà un vergognoso referendum consultivo regionale, il cui scopo – negli intenti delle due amministrazioni – sarebbe ottenere maggiore autonomia nei confronti del Governo romano ladrone.

Potrebbe andare anche bene, non fosse che la Costituzione prevede questa possibilità senza necessità di alcun referendum. Infatti, la Regione Emilia-Romagna ha già avanzato richiesta senza alcuna buffonata ulteriore. E allora? Allora è campagna elettorale, perché nel 2018 in Lombardia e in Veneto si vota e a Maroni e sodali leghisti non frega nulla di buttare oltre 50 milioni di euro di soldi pubblici (tra pubblicità, acquisto dei tablet per il voto elettronico e normali procedure elettorali, perché sì, il voto sarà elettronico – buffoni – e una società specializzata venezuelana vigilerà sulla correttezza delle procedure) e di imbastire una consultazione che non ha alcuna validità. Perché quando vincerà il sì, perché è ovvio che vincerà (chi è quel matto che non vorrebbe più teorica autonomia?), allora partirà la procedura, forse, di richiesta specifica al Governo. Ovvero, esattamente ciò che possono già fare ora.
Ma non gli conviene.

Stronzi.

Da qui a ottobre, lotta dura contro questa stronzata.
Per ora, meglio informarsi.

cambiare leggermente dopo dodici anni

Dopo dodici anni di sostanziale continuità (un riflessino qua e un colore più pieno là ma poca roba), Youtube ha dato una rinfrescatina al logo, spostando il riquadro rosso, il video, fuori dalla scritta e appiccicando le due parole.

Per deformazione professionale, sono cose che tendo a considerare: la modifica è sostanzialmente funzionale, direi, nel senso che in questo modo il logo può essere utilizzato in forma compatta (il solo schermo rosso col triangolo play in mezzo, basta guardare i tab del browser), in particolare sugli smartphones e devices piccoletti. Certo, prima era migliore, nel senso che aveva una sua ragion d’essere e sostanza più coerente con il proprio essere un logo, ora è un simbolo con a fianco una scritta.

Ma è inevitabile: gli schermi portatili hanno spinto verso i loghi orizzontali e con un elemento riconoscibile che possa essere sganciato (la F di facciabucco, l’uccellino di twitter, la G di Google, la Y di Yahoo e così via) e la scritta riproducibile anche su sfondi diversi.
Vediamo che fa Ikea, a questo punto.

il tremendo Harvey

Il ciclone Harvey (nome maschile, ciclone) sta devastando l’area di Houston da alcuni giorni, causando parecchi morti e notevoli disastri. Quelle qui sotto, per esempio, sarebbero un’autostrada (Interstate 45) e una strada urbana.

(REUTERS/Richard Carson)

(REUTERS/Adrees Latif)

(AP Photo/Charlie Riedel)

Per fortuna, c’è sempre chi la prende sportivamente.

(Scott Olson/Getty Images)

Il sito Vox ha realizzato un’infografica per rendere l’idea di quanta acqua sia piovuta su Houston negli ultimi giorni: una sfera di alcuni chilometri di diametro.

Tanto per aumentare il carico, un gallone americano equivale a 3,79 litri. E la sfera è già grande più del triplo di quella di Katrina, caduta su New Orleans.
Rende abbastanza l’idea, nonostante le moli difficili da immaginare.