Oggi Primo Levi avrebbe compiuto novantanove anni.
Aveva uno sguardo senz’altro particolare sulle cose, preciso, profondo e leggero allo stesso tempo, leggerlo per me è sempre un piacere e un privilegio.
(Grazie a m.me T. che me l’ha ricordato).
Oggi Primo Levi avrebbe compiuto novantanove anni.
Aveva uno sguardo senz’altro particolare sulle cose, preciso, profondo e leggero allo stesso tempo, leggerlo per me è sempre un piacere e un privilegio.
(Grazie a m.me T. che me l’ha ricordato).
Darcdarcdarc, ogni promessa è debito: la promessa è il primo singolo, qua sotto con video girato con smartphone, e il debito è il disco a settembre.
Metric, Dark saturday, il disco è annunciato per il 21/9. Come dice Emily Haines, “le chitarre tornano in auge” ed è vero, a sentire le premesse: l’anda richiama Fantasies e questo è solo bene. Molto bene. Soddisfatto, anelo.
Roma intrattiene rapporti di pseudo-gemellaggio con Parigi ma non disdegna, giustamente, il colloquio con Londra, nonostante la Brexit.
Per questo motivo, il rappresentante speciale di Londra presso l’UE, Jeremy Browne (al centro nella foto), era a Roma il 25 luglio scorso. Naturalmente è stato ricevuto con piacere dai rappresentanti del Sindaco di Roma, il vicesindaco Bergamo (a destra nella foto) e un attempato fan dei Metallica.
Ah, no, è l’Assessore al Bilancio Gianni Lemmetti. Molto appropriato, elegantone.
Promuoviamo l’eccellenza e l’eleganza italiana, sempre, e la profonda conoscenza musicale che ci appartiene: almeno i Jethro Tull o, che so, i Cream. No, lui spurtivo.
Pubblicato dall’account ufficiale del Comune di Roma, tra l’altro.
The Great British Seaside è la mostra fotografica che illustra, fino al 30 settembre, il curioso rapporto tra gli inglesi e le spiagge.
Curioso perché se per noi spiaggia è sinonimo di costume da bagno, per loro si sposa invece anche con cappotto, maglione, stivali e così via.
E ascoltare dischi, perché no? Anche perché, 1967, voleva dire ascoltare per la prima volta Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, Something Else by the Kinks e, voglio dire, Surrealistic Pillow. Ovvio che uno si portava il mangianastri in spiaggia.
Tra i lavori fotografici, anche alcune foto di Martin Parr.
Il nuovo singolo dei Greta Van Fleet, When the curtain falls:
Ne avevo già accennato, essi ora sono a un EP ma si muovono bene e, se non scoppiano, le praterie del rock, sempre più libere, saranno loro.
Ammesso che lo si riveda, tra l’altro. La ragione, attuale, si chiama Patrick Melrose.
Cumberbatch interpreta un alcolista, mentalmente instabile e con difficoltà nei rapporti umani, praticamente Sherlock senza la deduzione: ovvero, i ruoli che meglio si attagliano all’attore, Dottor Strange uguale, il cattivo di Star Trek idem, Amleto pure. Vista la prima, non male, anzi, posso consolarmi dell’attesa vana, sebbene si tratti di miniserie e durerà solo cinque puntate (dai romanzi di Edward St Aubyn).
Non si è parlato molto dei mondiali di calcio, da noi, perché se non c’è l’Italia è un po’ come se i mondiali non ci siano. Certo.
Ma i mondiali c’erano e quando giocava la Russia, paese ospitante, al Bolscioi accadevano anche queste cose (la foto è di Bruna Gaglianone):
Naturalmente è impossibile non pensare a Degas:
La foto originale, se possibile, è ancora più ballerinesca:
E la risposta della rete non si è fatta aspettare:
Giusto.
Ma a me qualcosa non torna, me l’aspettavo diversa.
E pure le ricerche correlate. I mistici d’oggi, ah!
Ci sono cose che uno dovrebbe ricordarsi, prima di andare in mezzo agli inglesi: primo, che quando loro andavano nudi vestiti solo di pelle di coniglio, noi già si ammazzava un Giulio Cesare.
Secondo, che se vai a un concerto a Manchester e pretendi di stare in prima fila o quasi, dovrai vedertela con una bella quantità di liamgallagheri belli decisi ad avere il tuo posto.
Detto fatto: Jet, O2 Ritz, Manchester, lunedì scorso, prima fila o quasi, come da foto.
Confermati anche i liamgallagheri, che non erano necessariamente solo maschi, i quali con atteggiamento amichevole hanno sfoggiato gomitelli, spintonelle, pugnetti e arguzielle da linguaggio corporeo non verbale tutt’altro che disprezzabili: non sarò certo io che mi tiro indietro, viva l’amicizia a cena e le belle cose di gruppo. Ma che fatica. E che scambio di fluidi corporei.
I Jet: concerto clamoroso, potente, ribaldo e ben suonato nonostante i quindici anni da Get born, impossibile stare fermi e impossibile non accettare la sfida inglese.
E terzo, sugli inglesi: ora ho capito, un mancuniano gallagheriano degli Oasis non potrà mai andare d’accordo con un londiniano albarniano dei Blur (non parliamo di James, figuriamoci), troppa distanza e troppe cose.
Quante cose si imparano, a viaggiare.