Lucas Cranach il vecchio, Fontana della Giovinezza (1546), legno di limone, Staatliche Museen, Berlino. Buon compleanno.
Mese: Novembre 2018
metti una leghista a presiedere la commissione sui diritti umani
Terza media, casalinga – e non ci sarebbe niente di male, ma il tutto denota esperienza zero – leghista (e questo invece ce l’ha, il male), simpatizzante con gli sgomberi forzati dei campi, con chi spara contro «gli zingari», amante «dei forni», sostenitrice della teoria gender, squilibrata la teoria e di conseguenza lei, e quindi ovviamente contro ogni diritto gay, contro i centri sociali, e avanti così.
Potrebbe andare anche bene – cioè no, va malissimo e fa schifo – ma va ancor peggio.
Questa persona, orrenda, è da ieri presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani al Senato. Tutela dei diritti umani. Che vorrebbe dire tutti, non (prima dichiarazione): «Basta persecuzioni contro i cristiani». Con i voti di Lega e M5s ha sconfitto Emma Bonino. Che voglio dire, potrà pure non piacere ma siamo davvero su un altro pianeta.
Ah, e non è finita: la vice? Binetti (nel frattempo volata dal PD a Forza Italia, brava bravissima anche lei). Enplein, game-set-match, complimenti.
Attila all’agricoltura, Erode all’infanzia e Hitler ai beni culturali. Così.
giornata dell’unità nazionale e delle forze armate numero novantanove
Perché sarebbero cent’anni dalla “vittoria italiana nella prima guerra mondiale“. Mah.
Italia: 700.000 morti, 1 milione di feriti, di cui circa la metà invalidi permanenti, 40 miliardi di lire di allora spesi per il conflitto, ovvero oltre il 70% della spesa pubblica. In un esercito composto per la metà da contadini (2,5 milioni di uomini delle campagne a cui vanno aggiunti operai, piccoli artigiani e minatori, studenti…) ci furono 400.000 soldati processati per insubordinazione e autolesionismo, 100.000 invece i processi per renitenza alla leva (senza contare le decine e decine di migliaia a carico degli emigrati). Ancora di più furono le denunce degli ufficiali verso i sottoposti, quasi 900.000. Tra i processati circa 170.000 vennero condannati, 16.000 all’ergastolo, e 750 almeno alla fucilazione (difficile stabilire quanti soldati vennero fucilati sul posto durante i combattimenti o le fughe). Seicentomila soldati italiani vennero fatti prigionieri e, anche grazie al comportamento del governo italiano che li trattò da codardi e impedì sostanzialmente l’invio di pacchi viveri tramite la Croce Rossa, 100.000 morirono durante la prigionia. Durante il periodo di comando del gen. Cadorna morivano circa 11.000 persone al giorno.
Dicevamo: Vittoria?