Qui da noi si usa, a metà quaresima e all’incirca all’equiborzio, bruciare il fantoccio di una vecchia, per festeggiare l’inizio della primavera e della bella stagione.
Oggi, invece, si è bruciato un altro tipo di fantoccio.
Sperando di festeggiare presto la fine di questo inverno politico e sociale.
In pochissime parole, ne ho già detto: Marino Massimo De Caro, trafficone e ladro di libri antichi senza alcun titolo in merito, riesce a farsi nominare direttore della biblioteca dei Girolamini di Napoli. E cosa fa, una volta nel formaggio? Ovviamente ruba tutti i libri che può e ne dà parecchi al suo amico Dell’Utri. Poi, grazie alla segnalazione dei due impiegati, Tomaso Montanari scrive un articolo denunciando la situazione, De Caro viene arrestato e condannato ad alcuni anni di carcere e domiciliari. Questa la storia, in breve. E i libri? Andati, un bel po’. Poi Sergio Luzzatto decide di scrivere un libro proprio su De Caro.
Non è mia abitudine esprimere giudizi senza argomentare ma, stavolta, proprio non mi viene voglia: il libro di Luzzatto è incomprensibile, non capisco che tipo di operazione abbia voluto fare, è un libro inutile e a parer mio sciocco in molti punti, imbarazzante per Luzzatto stesso che consideravo uno storico serio, un libro ricco di immodesti e inverosimili particolari, di racconti presi per buoni e di simpatia non troppo nascosta per un delinquente colpevole di numerosi reati odiosi. E Einaudi? Perché pubblica un libro così? Montanari ha fatto una critica molto più argomentata della mia, cui rimando, a me resta il rimpianto di aver sprecato del tempo a leggere questo libro, che mi ha pure fatto venire il mal di stomaco. Bleah.
Lo zenit, l’equatore, la borealità concorrono oggi, tutti insieme alle 20:58, ad aprire la porta alla primavera. Buona primavera, dunque, a quasi tutti. Cioè, a tutti tranne i leghisti e i movimentisti cinque stelle. Loro, niente.
Tre stagioni, trentuno episodi in crescendo di contenuto e complessità, Rick and Morty è una serie animata – genere: cosmic horror, ihih – proprio ben fatta: un nonno inventore, la più grande intelligenza dell’universo, nonché ubriacone e dedito a ogni eccesso, porta con sé il nipote un filino ritardello in ogni tipo di avventura, con contorno di famiglia ben riuscita, di personaggi spassosi (Bird person, ne dico uno, oltre al mostro metà Lincoln e metà Hitler) e di porcatone. La serie parte piano, riferendosi ovviamente a Ritorno al futuro e Futurama, per dirne due, per poi prendere il largo da metà della seconda stagione in poi, toccando vette inarrivabili nella terza: per esempio, la settima puntata della terza stagione, The Ricklantis Mixup / Tales from the Citadel, è eccezionale, degna di un film di fantascienza e di un poliziesco di eccellente fattura, piena di riferimenti e commovente quando attacca con In the City degli Eagles e descrive l’umanità della Cittadella. Consiglio, per chi capisce il genere.
Questo è quello che io intendo per godersi un quadro.
Una sontuosa marina di Henry Moore – Mount’s Bay: Early Morning Summer per essere precisi – vista da me medesimo seduto nella poltrona a sinistra medesima alla Manchester Art Gallery. Medesima.
Non dico andarci apposta, ma se uno c’è per altro allora sì, eccome. E non trascurerei, in quel caso, Lowry: decisamente l’autore più significativo del contesto industriale manchesteriano (dopo gli Oasis, gli Smiths, i Joy Division e Badly Drawn Boy, chiaro).
Bene, la stagione musicale comincia a prendere davvero forma. Ciò è bene. In scaletta, al momento: un Kurt il vile a giugno, un Dream Theater e un Greta Van Fleet a luglio. E ora qualcosa per l’autunno:
In tema, un piccolo ragionamento di Terrible Maps su quel momento nel quale una band pianifica un tour mondiale.
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