Che si fidi poco si può anche capire. Ma perché comprarle?
Bello a vedersi, pure.
Che si fidi poco si può anche capire. Ma perché comprarle?
Bello a vedersi, pure.
Ma con rispetto. Ulteriormente.
No, non è mia nonna in carriola che ha usato facebook per la prima volta.
E’ proprio lui, quello che mette la sua e, peggio, la nostra vita nelle mani di Mariasantissima: «Personalmente affido l’Italia, la mia e la vostra vita, al cuore immacolato di Maria, che sono sicuro ci porterà alla vittoria» (un anno fa a Milano). Il perché lo faccia è abbastanza chiaro, ma se non lo fosse qui c’è una buona spiegazione.
Io, invece, gradirei che non affidasse la mia vita né a Maria né a nessun altro, né come ministro dell’interno né come pirletta che vaneggia in libertà. Grazie.
1974, alle ore 1.30 del 4 agosto, una bomba esplose nel secondo
scompartimento della quinta carrozza del treno Italicus, Roma-Monaco di
Baviera, mentre transitava all’interno della galleria della Direttissima
a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna.
Morirono dodici persone: Nunzio Russo di Merano, tornitore delle
ferrovie, la moglie Maria Santina Carraro e Marco, il figlio
quattordicenne. Nicola Buffi, 51 anni, segretario della Dc di San
Gervaso (Fi) ed Elena Donatini rappresentante Cisl dell’Istituto
Biochimico di Firenze. E poi Herbert Kontriner, 35 anni, Fukada
Tsugufumi 31 anni, e Jacobus Wilhelmus Haneman, 19 anni. La bomba uccise
anche Elena Celli, 67 anni e Raffaella Garosi, di Grosseto, 22 anni.
Silver Sirotti, invece, non era stato coinvolto nell’esplosione. Aveva
24 anni ed era stato assunto dalle Ferrovie da dieci mesi, stava
svolgendo servizio sul treno quella notte e, quando vide le fiamme in
galleria, impugnò un estintore e incominciò a estrarre i feriti. Rimase
anche lui bloccato tra le fiamme. Fu decorato con la medaglia d’oro al
valor civile. L’incendio rese irriconoscibili molti corpi, tra cui
quello di Antidio Medaglia, 70 anni, che venne riconosciuto dalla fede
al dito.
L’attentato fu subito rivendicato. Fu fatto ritrovare un volantino di Ordine nero che proclamava: “Giancarlo
Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che
siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in
qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per
l’autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti“.
Poi qualcuno fece il nome di Tuti, qualche pista portò poi a Gelli
(Arezzo è vicina), al SISMI e così via. Facile indovinarne la
conclusione: nessun colpevole individuato.
Questo è un post di otto nove dieci undici dodici anni fa. E la cosa tragica è che non fa nessuna differenza.
Quanto tempo, quanta innovazione, quanta qualità della vita, quanto rispetto, quanto benessere, in definitiva quanta vita ci sta facendo e ci farà perdere Salvini?
Molta, moltissima. Perché in questo modo costringe noi a fare la vita che fa lui, che è abbastanza miserina, a dirla tutta. La perdita di tempo e di occasioni è uno dei drammi, enormi, del nostro paese.
Se possibile, la peggiore delle stragi. E la memoria continua a non bastare.
Cominciamo agosto con una delizia: le lezioni di storia del professor Barbero.
Alessandro Barbero è un ottimo storico, autore di libri serissimi e molto documentati, e, caso abbastanza raro, un altrettanto ottimo divulgatore: riesce ad appassionare chiunque a qualsiasi argomento storico, dalle vicende del dottor Sorge a Tokyo a Caterina da Siena a Caporetto ai vercellesi.
Non vi resta che fare la prova: chi riesce a rendere divertente la narrazione delle tre guerre di indipendenza merita senz’altro di essere ascoltato. Qui una ricca raccolta delle sue lezioni in formato audio, per la maggior parte raccolte durante il Festival della Mente di Sarzana: fidatevi, allungherete il viaggio o le pulizie.
I podcast si trovano anche su tutte le maggiori piattaforme, Apple, Castbox, PodBean, Google etc., grazie all’ottimo lavoro di Fabrizio Mele. Grazie!
A riprova di quanto dico, ecco le tre guerre di indipendenza.
E ne avrete dipendenza, sicuro.
Tutti a Custoza, a perder le battaglie!