The lady with starry dress.
Nell’Antelope Canyon, in Arizona, la foto è di Pankaj Luthra PankPixels.
Il posto è davvero notevole.
The lady with starry dress.
Nell’Antelope Canyon, in Arizona, la foto è di Pankaj Luthra PankPixels.
Il posto è davvero notevole.
Inutile lamentarsi, visto che la situazione è più che diffusa. A meno di non trovarsi in un angolino in fondo alla Liguria.
Giove (dal latino Iovem, accusativo di Iuppiter) è il quinto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e il più grande di tutto il sistema planetario: la sua massa corrisponde a due volte e mezzo la somma di quelle di tutti gli altri pianeti messi insieme. È classificato, al pari di Saturno, Urano e Nettuno, come gigante gassoso.
Una fotografia del gigante:
Bella, l’astronomia.
Poche cose mi piacciono come i manifesti e le copertine delle riviste, a parte – ovviamente – le oasi naturali, le Pontiac e i laminatoi.
Non particolarmente sofisticata ma spassosa, è la nuova copertina del New York Magazine. Il gioco di parole viene utilizzato anche dal Guardian Weekly, che ne fa una cosa alla Independence day.
Colgo l’occasione per segnalare che impeachment, letteralmente: accusa, significa semplicemente che esiste un’indagine nei confronti del presidente degli Stati Uniti, un procedimento che si può anche risolvere in un nulla di fatto. Niente di così drammatico come lo percepiamo in Italia e in Europa, che pensiamo subito a Nixon.
Poi, magari, diventa pure qualcosa di serio, ma chi lo sa, ora?
Questi avrebbero i numeri per surclassare quasi tutte le band inglesi degli ultimi vent’anni, tipo Kaiser Chiefs, Maxïmo Park, Supergrass, Franz Ferdinand, per dirne alcune che piacciono a me. Purtroppo sono pazzi.
Pazzi nel senso di inglesi, irregolari e incostanti: il penultimo album, per dire, è tutto a cappella. Ma The Chaos, santoddio, quello sì che era un disco. Sono i Futureheads, band di Sunderland, quattro dischi in vent’anni, poco seguito fuori dall’Inghilterra ma immagino largo successo nelle loro zone, una propensione al divertimento musicale (cito una cover di Hounds of love di Kate Bush) e grandi qualità come band.
Laccanzone di oggi è Struck dumb, un classico che ben esemplifica ciò che fanno, dal disco che preferisco e che consiglio, The Chaos, appunto. Ma tra i singoli potrei citarne molti, tra cui The Beginning of the Twist, Ever Fallen in Love (With Someone You Shouldn’t’ve)?, Good night out e così via.
Non so, qualcuno viene il 15 dicembre a Manchester?
Ricordo che l’ottimo Trostfar ha raccolto e aggiorna tutte leccanzoni in una pleilista comoda comoda su spozzifai, grazie.
Le foto che preferisco della maratona di New York di quest’anno.
Una seria.
E quattro decisamente meno. Compreso l’uomo nudo con le gambe di marmo.
Perché non c’è niente da dire, queste cose le sanno fare, a ogni livello.
E, sembra banale, ma sanno divertirsi insieme.
Se, finito il ciak, sapevano sorridere e fare meno paura
oggi sono due simpatiche donne.
Lisa e Louise Burns. All work and no play makes Jack a dull boy.
Tra le persone che più disprezzo in Italia in questo momento terrificante, più di Salvini, più di Mario Giordano, più de La zanzara, più di Briatore, più di Libero, più di Di Battista, c’è sicuramente Diego Fusaro.
Pseudo-filosofo ignorante e propagatore di idee a dir poco approssimative, sovranista, furbone, socialista a parole e parafascista, pistola e retrogrado, rappresenta molto di quanto mi dà fastidio in questo momento. Uno che, ricordo, ha detto pubblicamente: “Anche Socrate avrebbe incontrato CasaPound”. Ma va’ a cagare. La moglie, qualche tempo fa, aveva rilasciato un’intervista, poi smentita (da lui, però), in cui affermava: “La nostra giornata si svolge così: lui si sveglia, studia e io cucino, pulisco per lui e gli stiro le camicie“. Bravi.
Naturalmente, per darmi soddisfazione fino in fondo, ha appena fondato un movimento, Vox Italia (niente a che vedere con gli spagnoli, dice).
Al di là dell’interessantissimo appuntamento di presentazione, vorrei portare la vostra attenzione sullo slogan programmatico (invito a leggere anche più sotto il delirio incomprensibile):
Il 24 novembre, quindi, presenterà il movimento. Ma, siccome è instancabile, lo stesso giorno parteciperà a questo convegno, sempre a Milano:
Questo secondo convegno intende dimostrare, oltre a quanto si evince chiaramente dal titolo, che il sole è a cinquemila chilometri di distanza dalla terra, come si vede dalla relazione dell’esimio Favari. Bravi anche voi.
Fusaro, ci tengo a dirlo, ha un blog sul Fatto quotidiano e scrive per Il Primato Nazionale, rivista ufficiale di CasaPound, in cui fa il filosofo sovranista difensore delle tradizioni italiane. Che dire?
Grazie. Proprio ci mancava un turbopartito sovranistapopolare di destra ma con idee di sinistra. E ci mancavano idee brillanti. Grazie, davvero.
Poi tocca pulire sempre ai soliti.
Il racconto di un’ascensione sulle Alpi, dall’alba al tramonto per undici ore, è Una sinfonia alpina di Strauss: poema sinfonico di circa cinquanta minuti, è noto per il gran numero di musicisti richiesti per l’orchestra ovvero, secondo le indicazioni di Strauss, trenta violini, otto corni, dodici viole, dieci violoncelli, quattro fagotti e così via per arrivare a un totale di centoventicinque.
Nonostante la difficoltà pratiche dell’esecuzione, la sinfonia ha avuto sempre un buon successo, fin dalla prima del 1915 dello stesso Strauss (che ne fece anche la prima registrazione nel 1941) e ha visto cimentarsi molti dei maggiori direttori d’orchestra, come Böhm, Mehta, Kempe, Solti, von Karajan, Previn e così via.
Qui l’intera sinfonia nella versione di von Karajan.
Ora: ci sono alcuni che ritengono Una sinfonia alpina una brutta opera, altri la trovano noiosa, altri ancora tremenda («di rara bruttezza» dice Baricco); a molti piace, diciamo che è piuttosto popolare, e sarà probabilmente questo il motivo che spinse la Sony e la Philips a scegliere proprio questa sinfonia, nella versione di von Karajan con i Berliner, per la stampa del primo cd commerciale della storia, il 17 agosto 1982 in una fabbrica della Philips ad Hannover.
Il primo album pop stampato su cd fu invece The Visitors degli ABBA ma il primo commercializzato fu 52nd Street di Billy Joel, sul mercato giapponese. Bel disco, peraltro.
Mmm, dove andare in vacanza quest’estate? Mah, i paesi baltici? Qualche deserto di sale sudamericano? Qualche città del sud-est asiatico? Vorrei un posto dove davvero non sia stato nessuno, un posto di moda ma del quale non ci siano storie di instagram. Ancora. Ecco il posto ed ecco la guida, appena appena uscita.
Guida non esaustiva – sono seicento pagine nell’edizione italiana, meno della Spagna che è in due volumi – ma utilissima per avere un’idea generale di cosa vedere e cosa no, scritta in collaborazione con la NASA (o, meglio, utilizzandone i dati), è senz’altro necessaria per conoscere la gravità del villaggio vacanze dove avete prenotato e per non sbagliare la destinazione e trovarsi, maledizione!, su un pianeta gassoso sul quale non si sa nemmeno bene dove stare.
Universo di Oliver Berry, Mark A. Garlick, MacKenzie MacBride, EDT , 2019.
In libreria, di solito non si trova sotto la ‘u’. Anche la guida Mondo è da avere, secondo me, unitamente alla Dove quando.