fatti leghisti ai tempi del colera

Un’importante cronologia, raccolta dalla preziosa pagina Abolizione del suffragio universale: importante per i fatti, servirà ricordare, e non meno perché evita a me di doverla fare.

– 21 febbraio: Matteo Salvini chiede di “blindare e sigillare i confini. Controllare chi entra e chi esce. Blindare, sigillare”.
– 22 febbraio: Matteo Salvini chiede la chiusura dei porti che, al contrario, resteranno aperti. Da allora i migranti contagiati risulteranno zero.
– 25 febbraio: la Regione Veneto, guidata dalla Lega, copia l’ordinanza sul Coronavirus dell’Emilia-Romagna, dimenticandosi di cancellare «Emilia-Romagna» dal testo.
– 25 febbraio: Matteo Salvini dichiara che “servono 10 miliardi” per affrontare l’emergenza Coronavirus.
– 26 febbraio: il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana (Lega) indossa una mascherina inutile in una diretta Facebook. Il video farà il giro del mondo, scatenando la rabbia degli albergatori lombardi.
– 26 febbraio: Matteo Salvini, dopo aver chiesto la chiusura di porti e aeroporti, si lamenta della chiusura degli aeroporti nei confronti degli Italiani.
– 27 febbraio: Matteo Salvini chiede di “riaprire! Tutto quello che si può riaprire! Riaprire, rilanciare fabbriche, negozi, musei, gallerie, palestre, discoteche, bar, ristoranti, centri commerciali. Aprire! Aprire! Aprire!”.
– 28 febbraio: Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, dichiara che “i Cinesi mangiano topi vivi”, scatenando la rabbia dell’ambasciata di Pechino.
– 29 febbraio: Matteo Salvini dichiara che servono “almeno 20 miliardi” per affrontare l’emergenza del Coronavirus.
– 1 marzo: Matteo Salvini dichiara che servono “almeno 50 miliardi” per affrontare l’emergenza del Coronavirus.
– 5 marzo: la Regione Lombardia, inviando richieste di acquisto alle ditte sbagliate, fa saltare l’acquisto di 4 milioni di mascherine.
– 6 marzo: Matteo Salvini dichiara che servono “almeno 30 miliardi” per affrontare l’emergenza del Coronavirus.
– 6 marzo: la Regione Lombardia, guidata da quello stesso partito che aveva definito le Ong nei modi più indicibili, chiede l’aiuto delle Ong.
– 7 marzo: la Regione Lombardia invia alle testate nazionali e internazionali la bozza del Dpcm, scatenando il panico nella popolazione.
– 8 marzo: Luca Zaia, in un momento di crisi senza precedenti, dichiara che la Regione Veneto si opporrà alle zone rosse istituite dal Dpcm.

E ovviamente va avanti a colpi di varie novità ogni giorno. Se, poi, qualcuno ancora si chiedesse come è uscita la bozza del decreto di chiusura della Lombardia, la risposta è facile:

almanacco dei sette giorni, per minimizzare (20.10)

Lan Bo, un regista cinese, ha pensato di documentare lo stato della città di Wuhan in questi giorni di isolamento e ha girato il cortometraggio «Wuhan: The Long Night».

Giustamente, il regista sostiene: «Penso che queste immagini saranno di grande valore come testimonianza storica e anche per documentari futuri».
Qualcuno ha detto, sensatamente, e se la chiamassimo Quarantesima?
Coronavirus, poi basta: Sergio Rosati, professore ordinario e Luigi Bertolotti, professore associato al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino hanno scritto un appello ai propri studenti, inviandolo via whatsapp. Siccome è un ottimo punto sulla vicenda virus, lo segnalo. Sarà lunga, prepariamoci.
No, non è vero, ancora una cosa: Gomorra ai tempi del CoronaVirus. Un discreto spasso, non mollate prima della fine-fine.
Una famosa catena di caffetterie americane ha lanciato l’abbonamento-caffè: nove dolla e si bevono tutti i caffè lunghi e corti che si vogliono. Gente nervosetta.
Ormai assuefatti alla logica Marvel, qualcuno ha ben pensato di contrapporre a Greta Thunberg una villain, ovvero una cattiva, bionda e diciottenne che pensa che i cambiamenti climatici siano operazioni di fantasia, si oppone alla parità di genere, lotta contro quello che lei definisce il «nuovo marxismo culturale in economia» e intrattiene qualche rapporto con l’AfD, partito tedesco di estrema destra. Complimenti.

«Nulla potevano i medici che non conoscevano quel male e si trovavano a curarlo per la prima volta – ed anzi erano i primi a caderne vittime in quanto erano loro a trovarsi più a diretto contatto con chi ne era colpito –, e nulla poteva ogni altra arte umana: recarsi in pellegrinaggio ai santuari, consultare gli oracoli. Tutto era inutile».

È Tucidide che parla della peste che colpì Atene nel 430 a.C. e in cui morì Pericle ed è il primo di una lunga serie di racconti di epidemie della nostra cultura, Boccaccio e Manzoni per dirne due facili, se ne parla in un bell’articolo su IL. Non perché sia inutile ogni cosa contro il virus, quanto perché si riflette sul morbo della ragione. Lo so, avevo detto basta.
Smithsonian Open Access: 2,8 milioni di immagini del più grande museo del mondo rese libere dalla rimozione del copyright. Per provare, io ho scaricato questa, in tiff da settanta mega. Comodo. La faccenda è figlia di una cultura, alla base dello Smithsonian, davvero ammirevole e che invidio.

Il 3 il Vaticano ha aperto gli archivi sul pontificato di Pio XII, uno dei papi più discussi a causa del suo silenzio sulla Shoah. Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, ha affermato: «Da parte del Vaticano non ci fu volontà di fermare il treno del 16 ottobre del 1943, che deportò dalla stazione Tiburtina 1022 ebrei prelevati dai tedeschi nel primo rastrellamento romano». Vedremo se c’è qualcosa tra le carte.
Sempre Roma: ma davvero lei vorrebbe ricandidarsi?

Ma per davvero? Ossignore, che coraggio. Fortuna che al momento nessuno l’appoggia e, soprattutto, non ha più un partito (sarà un bene? sarà un male?).
Il resto è tutto virus ma io non ne parlerò quasi più nell’almanacco.

vivere ‘under the dome’

Ecco, ci hanno chiuso dentro.
Essere chiuso dentro è uno dei miei peggiori pensieri. Fuori va bene, lo accetto, ma dentro faccio molta fatica. Dovevano essere Vilnius lunedì e Berlino a metà mese, l’Olimpia mercoledì sera e chissà quanti altri bei giri, ciccia.
E da questa sera ho un desiderio irrefrenabile di andare a Villafranca.
Non passerà finché.

gli anni Novanta in 661 pezzi (non tutti facili)

Dall’ultima volta, abbiamo aggiunto circa quattrocento canzoni: una pleilista delle canzoni degli anni Novanta, una per artista, niente doppioni. Il che, di conseguenza, significa che anche i cantanti o gruppi sono seicentosessantuno. Un bello sforzo metterli tutti insieme, non esistono altre compile così complete in spotify né dalle altre parti.
Abbiatene, dunque, chi lo desidera: eccola. Si intitola: Nineties, almost everything e così è. Ed è persino troppo grossa per incorporarla qui.
Ma, anche, chi magari si prepara ad affrontare un viaggio di più di 47 ore: problema risolto. O, in questi tempi tristolotti, almeno sentire musica: quasi due giorni ve li offriamo noi.

Grazie, dunque, ai signori M., L. e A. che con me trasformano il cosare di memoria e conoscenza musicale in pezzi veri e propri. E come dicono gli inglesi: and counting. Dai, seguiteci e condivideteci, che vogliamo diventare i più grandi compilation men dell’universo. Ne avrete godimento, prometto.

Due finezze: la compila si apre e si chiude con Drive, ovviamente due diverse, e Shaggy con Boombastic si trova in posizione 501. Ma bisogna sapere le cose.

almanacco dei sette giorni, per folleggiare (20.09)

«Ora, mentre Renzo guarda quello strumento, pensando perchè possa essere alzato in quel luogo, sente avvicinarsi sempre più il rumore, e vede spuntar dalla cantonata della chiesa un uomo che scoteva un campanello: era un apparitore; e dietro a lui due cavalli che, allungando il collo, e puntando le zampe, venivano avanti a fatica; e strascinato da quelli, un carro di morti, e dopo quello un altro, e poi un altro e un altro; e di qua e di là, monatti alle costole de’ cavalli, spingendoli, a frustate, a punzoni, a bestemmie. Eran que’ cadaveri, la più parte ignudi, alcuni mal involtati in qualche cencio, ammonticchiati, intrecciati insieme, come un gruppo di serpi che lentamente si svolgano al tepore della primavera; chè, a ogni intoppo, a ogni scossa, si vedevan que’ mucchi funesti tremolare e scompaginarsi bruttamente, e ciondolar teste, e chiome verginali arrovesciarsi, e braccia svincolarsi, e batter sulle rote, mostrando all’occhio già inorridito come un tale spettacolo poteva divenire più doloroso e più sconcio».

È venuto in mente a molti lombardi, il Manzoni, in questi giorni. Il capitolo de I promessi sposi con l’assalto ai forni. Istruttivo, alla luce odierna.
In merito al coronavirus – e poi basta – un comunicato estero sulla situazione dei contagi italiani regione per regione (bisogna cogliere il passaggio) e una delle migliori battute di questi giorni, sempre sulla situazione sanitaria.

Poi: è morto il nonno di Ruby, quello per cui quella famosa notte in Questura a Milano si fece un casino e poi, sembra pazzesco, il parlamento votò per decidere se era la nipote o no. Uno (io) non ci crede ancora.
Due cose che non sapevo: la prima, che la National Gallery avesse un direttore italiano (Gabriele Finaldi) e la seconda, che lui medesimo abbia appena scritto un bel volumone nel quale descrive piacevolmente 275 dipinti conservati nel museo che vanno, cito, «dal tempo in cui i dipinti in legno, oro e lapislazzuli adornavano gli altari delle chiese italiane medievali o erano appesi nelle camere da letto dei mercanti olandesi, fino al volgere del XX secolo, quando gli artisti si dibatterono in potenti forme espressive in lavori che ruppero con la tradizione del passato». Io van Eyck l’ho riconosciuto. Il volume: Gabriele Finaldi The National Gallery. Masterpieces of Painting, National Gallery Company, Londra 2019. Distribuito da Yale University Press, pagg. 392, £ 50, ISBN 9781857096484. Operazione analoga al bel libro di MacGregor di qualche anno fa sugli oggetti del British Museum. Molto a poco.
L’FMI il due marzo ha dichiarato che dovrà rivedere al ribasso le previsioni di crescita dell’Italia, causa coronavirus. Come ogni anno, almeno stavolta c’è la scusa.
La Cassazione ha stabilito che Carola Rackete agì «seguendo le disposizioni sul salvataggio in mare, che comportano l’obbligo di sbarcare i naufraghi in un porto sicuro». Molti di noi lo sapevano. Servirà per il futuro? Temo di no.
Dal 12 marzo sarà nei cinema un film su Marie Curie che, per chi ha voglia di capire, è stata una scienziata inarrivabile sotto ogni punto di vista. Dai, meno Marvel e più roba che magari si impara almeno una cosa o due.

Infine, qualcuno prima o poi (più prima) dovrà decidere se fare o meno le olimpiadi.

ciao, ragazza

Non conoscevo di persona Elisabetta Imelio (lei è quella col basso che salta di qua e di là), non amavo molto i Prozac+, certo ho saltato come tanti su Acido acida, ho seguito marginalmente i Sick Tamburo, ciò nonostante a lei volevo bene. Come si vuole bene a una coetanea con cui, bene o male, sei cresciuto, hai fatto percorsi diversi ma bene o male non troppo divergenti, ogni tanto senti che fa delle cose, le senti e sei contento che stia bene e che faccia cose.
Ecco, proprio per questo motivo è da ieri che sento un dolore qui, di quelli che fanno male perché è morta una persona come te che avevi seguito in qualche maniera, che si era incazzata a vent’anni per Berlusconi, la guerra, il terrorismo, i governi del cazzo, Genova, la guerra nella ex-Jugoslavia e così via esattamente come te. I compagni, in senso letterale. Ecco perché oggi anche a me fa male.
Ciao, Elisabetta.

stupidità parte uno

Il governatore del Veneto della Lega Luca Zaia ha dato l’ennesima dimostrazione di stupidità: in un’intervista ad Antenna Tre aveva criticato le abitudini igieniche dei cinesi, chiosando: «Li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi!». Naturalmente, polemiche a non finire; Zaia prima ha ovviamente detto di essere stato frainteso e poi, alla nota dell’ambasciata cinese, si è scusato. Diciamo.

La stupidità, oltre alle affermazioni in sé, sta anche nel fatto che Zaia non sa ciò che è avvenuto nemmeno troppi anni fa a casa sua e non ricorda nemmeno ciò che ha scritto, diciamo, qualche anno fa:

Naturalmente là è ‘una straordinaria immagine’ e qua sono incivili e zozzoni. Bravo, ancora una volta: bravo.