primo premio presepe 2020

Questa è la chiesa di San Francesco a Lodi, tre giorni fa, facile da ricordare per la sua facciata particolare.

Lì ho visto uno dei presepi più belli tra i due che ho visto quest’anno:

Esatto, San Francesco e la sua piazza in ogni dettaglio, piazza Ospitale, compresa la statua di Paolo Gorini. Con qualche pecora in più e una natività. Una piazza nella piazza, dentro la chiesa del presepe ci sarà un presepe ancor più piccolo con una piazza piccolissima in tutto e per tutto uguale? E così via?

almanacco dei sette giorni, per bisbeccare (20.51)

✘☀ La Francia di Macron concede la Legion d’Onore (Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore) ad Al-Sisi. Che, ricordo, è un militare al potere per un colpo di Stato, ha violato in molti casi i diritti umani di detenuti e oppositori (vedi Regeni e Zaki per citare casi noti in Italia), ha represso nel sangue i sostenitori di Morsi, ha istituito tribunali speciali, introdotto la pena di morte obbligatoria per ben tredici reati, ha imprigionato un gran numero di giornalisti, insomma lo dico: è un dittatore. Corrado Augias, Luciana Castellina, Giovanna Melandri e Sergio Cofferati hanno deciso di restituire l’onorificenza, per fortuna.

☀ Si sentono molti, tra cui me una volta proprio in queste pagine, dire: «Ci vogliono almeno tra sette e dieci anni per la realizzazione di un vaccino». È vero ma non è come le cose dovrebbero andare: ci vogliono tutti quegli anni perché mancano fondi, strutture, energie. Ora con il covid le cose stanno andando diversamente, «È stato un trionfo per la scienza medica», riporto citando Mark Toshner, Director of Translational Biomedical Research, University of Cambridge. Il suo bell’articolo sul The Conversation (tradotto).

◼ Alle elezioni di dieci giorni fa per il rinnovo dell’Assemblea nazionale in Venezuela, ha vinto Maduro con il 67,7% dei voti. L’astensionismo, però, ha raggiunto il 69% perché le opposizioni hanno deciso di boicottare il voto. Tantino, saranno valide lo stesso?

◼ Il sedici dicembre, oggi mentre scrivo questa notina, il sangue di san Gennaro non si è liquefatto. Cose infauste, prevedono i gennaristi, cose tremende. Nel dubbio, però ci riprovano domani o comunque in settimana, sai mai che recuperiamo un po’ di culo. Secondo me l’hanno fatto apposta, se non ora quando? Oppure è perché invece che al santo hanno dedicato lo stadio a Maradona.

☀ Vogliamo monetizzare? Facciamolo, almeno se non è per mille ragioni che lo sia almeno per il vantaggio economico. La spesa pro capite italiana in vaccini è 5,23 euro, complessivamente 317,9 milioni di euro, pari all’1,4% della spesa totale sanitaria (dato 2015). Il ritorno dalle campagne di vaccinazione è calcolato in termini di soldi risparmiati, in costi evitati e in forza lavoro meno sovraccaricata. Qualcuno ha fatto il conto e conviene tenersi forti: 44 euro cadauno. 5 contro 44 euro. E solo per attenersi agli effetti diretti ma ci sarebbero anche quelli indiretti, più difficili da quantificare. Ergo? Chi non si vaccina – oltre a tutto – ci fa sprecare anche un sacco di soldi.

Un video molto interessante ricostruisce sulla base degli elementi certi le ragioni e la dinamica dell’esplosione nel porto di Beirut di alcuni mesi fa. Non solo per i fatti ma per osservare come viene condotta un’indagine del genere.

◼ Astra Zeneca ha acquisito il gruppo Alexion Pharmaceutical per 39 miliardi di dollari. Il gruppo anglo-svedese, dunque, diventa un colosso e si specializza in immunologia. D’altronde, le prospettive sono più che rosee. Quali altri settori potrebbero dirlo?

◼ Io butto lì la domanda: qualcuno si sta occupando della questione dei luoghi di lavoro nel tempo delle vaccinazioni? Voglio dire, va da sé che nessun datore di lavoro potrà obbligare un dipendente a vaccinarsi ma non è difficile immaginare alcune casistiche che potrebbero verificarsi, essendo il datore di lavoro responsabile della sicurezza delle persone nel luogo di lavoro. E un ristorante, un laboratorio di analisi, una fabbrica di insaccati? Belle questioni da mettere sul tavolo.

✘ Se qualcuno se lo fosse chiesto, le persone in condizione di detenzione nel mondo, in prigione, sono complessivamente 10.743.619. Tante. È possibile per loro il distanziamento fisico? Ovvio, alcuni sì ma la maggior parte, immagino, no.

Un bell’articolo di Tim Harford sull’ossessione di salvare il natale.

Mah, periodo un po’ strano.


L’indice degli altri almanacchi.

minidiario scritto un po’ così delle cose recidive, ovvero perseverare nella pandemia: dicembre, la variante inchiappona, trangugiare il panettone entro le dieci, il natale al nord

La migliore che ho sentito al riguardo: «Questi inglesi sono extracomunitari da due giorni e già portano le malattie» [@MantovanAle]. Eh sì, perché il fatto di questi giorni è la scoperta della variante inglese del covid, scoperta a settembre, pare, e resa nota solo ora. Fatti rilevanti, per quanto ne sappiamo al momento, della variante inglese? Che è molto più contagiosa. Bene, benissimo. Nient’altro? Quindi, ricapitolando: gli inglesi scoprono che da loro il virus ha deciso di evolversi, tengono la cosa per sé per tre mesi – ottima scelta, grazie a nome di tutti – e, solo quando se ne sono accorti gli altri, abbozzano; a quel punto il mondo chiude le frontiere con la Gran Bretagna (inglesi, preparatevi, è solo l’anteprima dell’hard Brexit, godetevela) ma ormai i buoi sono fuori. La domanda principale, cui non abbiamo ancora risposta, è: i vaccini saranno efficaci anche contro questa variante? Ottima domanda. Il mondo scientifico, in assenza di dati, sostanzialmente tace. Quindi parla tutto il resto del mondo, a sproposito. Conclusione: da tutta la pandemia, l’unico a uscirne migliore sarà proprio il virus. Amen, urrà, allonsanfan.
Ma no, dai. Dice il virologo del mio bar: ogni virus muta in continuazione, quella inglese sarà la novantesima variante, stiamo a vedere. E ogni virus tende a evolvere verso stadi in cui è molto più contagioso ma molto meno grave. Questo perché le varianti peggiori uccidono i propri ospiti e non possono così evolversi. Sarà questo il caso? chiedo io dal flipper. Eeeh, beve il bianchino, saperlo… Speriamo sia una non notizia, tutta ’sta faccenda. E che tra tutti i vaccini nuovi di trinca che abbiamo ce ne sia almeno uno efficace, a esser sfortunati.

A ben guardare, il DPCM di natale è meno restrittivo di quanto potesse sembrare. I negozi saranno aperti fino al 24, nonostante i giorni rossi – vedi il calendario-regina qui sotto -, sarà possibile andare nella seconda casa se nella stessa regione, una volta sola ma è possibile, si potrà fare la tombolata. Noi abbiamo fatto la cena di natale ieri sera ed è stato curioso. Per rispettare il coprifuoco alle 22, ci siamo riuniti in modestissimo numero alle 18:30, abbiamo iniziato a mangiare alle sette, alle nove abbiamo tagliato il panettone con una certa urgenza, alle 21:40 ci siamo diretti ciascuno a casa propria. Alle 22:05 a casa ho fatto qualche scherzo telefonico, assunto droghe varie, cucinato un cappone, pulito il bagno, dipinto le pareti per far arrivare l’ora di andare a letto. E non era ancora mezzanotte.

Ma certe cose non cambiano, non basta una pandemia per evitare l’immancabile trasmissione di “Natale in casa Cupiello”, per carità in nuova versione con Castellitto (seee), la granitica immutabilità di certe cose è per molti la sicurezza che permette di vivere decentemente. Come “Tutti insieme appassionatamente” o “Una poltrona per due” il giorno di natale, quel che per me è ripetizione mortale è per parecchi una piacevole consuetudine. Senza voler protrarre luoghi comuni regionali ormai triti, vicino a dove lavoro c’è un bar-mercatino di prodotti napoletani e oggi fuori c’è una coda che non ve la immaginate. Ogni anno mi chiedo cosa debbano comprare che non si trovi negli altri negozi e non ho risposte. Le friselle? Le mozzarelle di bufala? Gli sciarraqquoni? I mostardelli? I cammanelli? Non capisco. Due anni fa, sotto natale, mentre bevevo lì un caffè, introvabile nei bar della mia città, una signora con accento napoletano entrò e disse con tono sinceramente preoccupato: «Devo comprare [non ricordo cosa], aiutatemi, è il mio primo natale al nord» e io mi sentii in un perenne film con Claudio Bisio, una commedia circolare senza fine. Avrei voluto tranquillizzarla, povera signora, non le avremmo rubato il senso del vero natale, noi bruti del nord.
Certe cose non cambiano, non possono cambiare, qui, nemmeno una pandemia e un numero spaventevole di morti può cambiare il natale italiano. La sua osservanza travalica l’emergenza ed è l’ancora di normalità più importante, il governo ha dovuto trattare sui cenoni, le visite, le vacanze, le spese, i regali, poco da fare. Ecco, io questo non l’avrei immaginato, non così. Ma è il mio angolo di osservazione a essere limitatissimo, a me non importa un fico secco del natale e, quindi, faccio supposizioni errate. Ma mi atterrò senz’altro al consiglio del dottor Signorelli, professore di Igiene e salute pubblica: «I canti di Natale vanno rimandati all’anno prossimo. Cantare è un’attività pericolosa». D’accordo, non canterò. Ma siete in debito con me.


Le altre puntate del minidiario scritto un po’ così delle cose recidive:
26 ottobre | 27 ottobre | 29 ottobre | 1 novembre | 3 novembre | 4 novembre | 6 novembre | 8 novembre | 11 novembre | 14 novembre | 18 novembre | 21 novembre | 25 novembre | 30 novembre | 4 dicembre | 8 dicembre | 12 dicembre | 19 dicembre | 23 dicembre |


Tutti gli indici

la musica delle stagioni, autunno 2020

È finito l’autunno e, quindi, anche la mia compila musicale della stagione.
Eccola, bella pronta. Essendo autunno e mi aveva preso un che di riflessivo, questa è meno rocchettara e un po’ più sperimentale, almeno la prima metà, ci sono dei bei bassi e dei ritmi interessanti, secondo me andrebbe sentita in cuffia.
Durando tre mesi, cambiano nel tempo, le compile arrivano in un posto diverso da quello da cui sono partite e questo mi piace molto. Penso sia un bel giro di dieci ore, per chi ne ha voglia o, magari, un viaggio in Calabria.

Poi ci sono quelle passate, le undici stagioni precedenti, altro che serie tv.

Eccole, tutte: inverno 2017 (75 brani, 5 ore) | primavera 2018 (94 brani, 6 ore) | estate 2018 (82 brani, 5 ore) | autunno 2018 (48 brani, 3 ore) | inverno 2018 (133 brani, 9 ore) | primavera 2019 (51 brani, 3 ore) | estate 2019 (107 brani, 6 ore)| autunno 2019 (86 brani, 5 ore)| inverno 2019 (127 brani, 8 ore)| primavera 2020 (102 brani, 6 ore) | estate 2020 (99 brani, 6 ore) | autunno 2020 (153 brani, 10 ore).


L’indice delle compile

solfrizzio d’inverno

Alle dieci di questa mattina accadrà il solfrizzio d’inverno.
Come al solito, non starò qui a spiegare le processioni, le inclinazioni, le declinazioni, le latitudini e le eclittiche, perché bisognerebbe pur ben capirle. Basti dire che da domani non solo è inverno boreale ma i giorni ricominciano a durare di più.
Se pare poco.

Buon inverno ai meritevoli, come al solito, ai cattivoni niente.