A 1:06:10 il film svolta e comincia la versione di Amy. In auto, definisce il marito «quel pigro bugiardo fedigrafo». Totò avrebbe esultato. (E Fincher qualsiasi cosa faccia, io la guardo).
Gialli, dunque. Tutti gialli tranne la Sardegna, che era l’unica bianca fino a poco fa e, ora, è l’unica rossa. Curioso. Dopo un bel po’ di tempo, ho perso il conto, si ritorna in zona gialla. La sensazione è che sia il risultato di un compromesso tra situazione sanitaria e spinte politiche e sociali, il che è del tutto normale e comprensibile, e ciò è confermato anche da chi queste cose le studia (mi riferisco allo studio dell’istituto Bruno Kessler): invece di optare per il «rischio calcolato» aprendo tra un mese, abbiamo scelto il «costo calcolato» di procedere ora, il che significa che abbiamo considerato accettabili un tot di morti al giorno, trecento, la possibilità che a breve i contagi ricomincino a salire e, di conseguenza, l’eventualità che si sviluppino varianti e la semicertezza di richiudere di nuovo, da qualche parte in qualche momento. Si poteva aspettare ancora? Sarebbe stato meglio, non c’è dubbio, dal punto di vista sanitario è fuori discussione. In Europa molti Stati chiudono di nuovo, seriamente, nel mondo la situazione non è buona, India su tutti con i contagi e i morti del tutto fuori controllo. E una variante indiana, cosiddetta, che ancora non si capisce se ci preoccupi oppure no, il fatto di aver bloccato tutti i voli farebbe pensare di sì. E la famiglia veneta di origine indiana che è andata sul Gange per la festa di vattelapesca tornando contagiata mi lascia interrogativo: io manco riesco a uscire dalla provincia e là fuori c’è un mondo che va a contagiarsi al Kumbh Mela e torna indietro? È che noi siamo tutti presi dal grande dibattito: coprifuoco alle 22 o alle 23? L’intensità della discussione riesce pure a superare quella sulla superlega europea, già massima, e il resto passa in terzo piano. In quarto, l’ostruzione vergognosa della Lega alla legge Zan contro l’omotransfobia, cinque mesi, per citare un argomento degno di maggior spazio nel pubblico dibattito. Il corso delle vaccinazioni, da quando è stato preso in carico dallo Stato e sfilato alle Regioni, ha preso una direzione sensata, soprattutto in Lombardia. Il numero complessivo si è attestato sulle trecentomila al giorno e, sebbene sia lontano dalle dichiarazioni incaute di molti, comincia a dare qualche risultato: i pazienti fragili hanno finalmente ricevuto la prima dose e con loro i conviventi, gli ultrasettantenni pure e ora ci si sta avviando ai sessantenni, la corsa ai vaccini per estrazione lavorativa e sociale finalmente è stata fermata. Anche l’isteria quotidiana sulle mancate consegne dei vaccini da parte delle aziende sanitarie pare essersi sedata, nonostante la questione sia ancora effettiva, è tutta questione di toni e di atteggiamenti tendenti al dramma. Per le poche competenze lasciate alle Regioni, la Lombardia qualche disastro riesce a farlo comunque: tre giorni fa dichiara ufficialmente che, a causa della mancanza delle dosi, AstraZeneca non sarà più somministrato come prima dose ma solo come richiamo, oggi stablisce l’esatto contrario, ritornando alla situazione di prima. Ed è a questo punto che Bertolaso, consulente della Regione per il processo di vaccinazione, sente che è arrivato il momento di lasciare, dichiarando come un supereroe sbilenco «missione vaccini compiuta» e con un gesto del mantello fare ritorno alla batcaverna. Ma non hai fatto nulla, dice la popolazione della città, ma lui è già volato via. Volato dove? A Roma, dicono i bene informati, arroma per candidarsi come sindaco. Aridaje. Dopo i fallimenti come consulente covid in Lombardia, Umbria, Sicilia e di nuovo Lombardia, dopo i trascorsi tremendi alla Protezione civile ai tempi del terremoto dell’Aquila, del G8 alla Maddalena, che ancora gridano allo scandalo, dei massaggi pecorecci sulle rive del Tevere, giova anche ricordare che si era già candidato a sindaco di Roma, ai tempi con Forza Italia, promettendo – non è una battuta – «il Tevere balneabile», descrivendo Roma come «una città terremotata come l’Aquila» (non furono contenti in Abruzzo), spiegando che il suo programma era stato approvato dalla moglie. Poi, come sempre fa, mollò sul più bello e se ne andò.
Sono sollevato, lo confesso, per la vaccinazione di parenti e amici a rischio per età o per patologie varie, una delle cose che mi angustiava sta andando un pochino a posto, me ne rendo conto, anche se solo al primo turno. Capita di discutere con vicini o conoscenti sulla vaccinazione in sé e più passa il tempo più i miei toni diventano duri e decisi, sopporto poco le argomentazioni di chi ha deciso di soprassedere. Perché, ed è la cosa che non comprendono o non valutano, la loro scelta ha delle conseguenze ben precise e verificabili sulla nostra di vaccinarci, cosa non reciproca. Ne vanificano o rendono incerti gli effetti, offrendo il fianco allo sviluppo di varianti, cosa che si ripercuote poi su tutti. Al contrario, ricevono solo frutti positivi da chi si sottopone a vaccinazione. Vaccinazione peraltro che, ricorderei sempre, nessuno di noi fa volentieri, potendo evitare farmaci quando possibile. Non escludo testate. In attesa mentre accompagnavo altre persone al vaccino, riflettevo. Scene da film catastrofico, enormi strutture piene di persone, tutte distanziate, operatori in camice, tutti con la mascherina, schermi iperattivi che continuano a chiamare numeri, file tra accettazioni, anamnesi e somministrazioni, ed è tutto purtroppo vero. Un milione di morti in Europa dall’inizio, un milione. E se dovessi raccontare tutto questo a chi nulla sapesse, a chi non ha fatto in tempo a vedere? Non ci crederebbe, non potrebbe crederci. Gli parlerei di lockdown, di Ddl del sabato sera, di controlli, di divieti, di misure sanitarie, già immagino gli occhi sgranati e le domande incredule: e le scuole? Chiuse. Ma come chiuse? Non può essere. E tutti la mascherina, sempre fuori di casa. Strabuzzano. E due mesi chiusi in casa, ma chiusi chiusi. Non ci crederebbero, impossibile. E un milione di morti. Penserebbero alla spagnola ma è un racconto lontano, come si racconta la peste di Atene. Per loro, per noi non più. E i ristoranti chiusi, i cinema, i teatri, le librerie, le bocciofile, le scuole guida, rimandate tutte le scadenze, anche fiscali, rimandati i controlli medici per patologie gravi, rimandati gli esami, rimandata la vita. Anche il me di quindici mesi fa non ci potrebbe credere ma pensare di raccontarlo a una persona precisa mi rende la cosa più evidente.
Ora, però, siamo gialli. Quindi, è l’ora delle nuove prime volte e stasera vado al ristorante. Sono un po’ emozionato, si può fare. Certo, secondo le regole bisogna stare seduti all’aperto, ed è aprile, e alle ventidue bisogna essere a casa (altro dibattito fondamentale: alle ventidue alzati o accasati? Quante energie ben spese). Quindi, golfino, cappello, guanti, prenotazione per le diciannove, diciannoveetrenta, e via, si ritorna a un qualcosa che assomiglia lontanamente a ciò che conoscevamo ma che, al momento, va benissimo così ed è persino emozionante.
Un vecchio filmato di non so quale trasmissione idiota di Bongiorno, lui celia, dice scemenze e banalità, parla di canzoni di «contestazione» e poi le dice che è proprio una Diva e che in Germania è osannata. Lei, Milva, non gli lascia finire la frase sciocca e dice: «Non sono una Diva, sono una persona che lavora». E io pum! rapito per sempre.
◼ In testa perché è importante. Perché molti hanno paura dei vaccini anti-covid? Paure razionali? Irrazionali? Un interessante articolo di Tim Hartford. Utile anche se dovete argomentare con qualcuno vicino.
✘ È finita la tapioca. Fine, kaputt, nisba. A causa della pandemia e del lockdown, non ce n’è più. Essendo un prodotto tratto dalla manioca, immagino che se la manioca non è finita, prima o poi ci sarà anche la tapioca. O no? Ma poi: ma checcazzo è la tapioca? Ah, ho capito, le nuvole di drago. Vabbè.
☀ Cygames, per festeggiare l’anniversario del videogioco “Princess Connect! Re: Dive”, che produce, ha organizzato una cosetta a Shanghai in cui 1.500 droni hanno svolazzato qua e là e a un certo punto hanno disegnato in cielo un QR code scannerizzabile. Beh, notevolissimo a vedersi, uno puntava il telefono e veniva reindirizzato sul sito del gioco. Ma al di là della funzionalità, è impressionante e avvincente. Una pubblicità futura che corrisponde all’immaginario tipo-Blade runner e Shanghai si presta benissimo, come sempre.
✘ False molte delle firme della petizione di Fratelli d’Italia contro il ministro Speranza. False nel senso di proprio farlocche, ripetute più volte, inventate. Sono stato coinvolto involontariamente nella cosa, non sono ancora sicuro che mi faccia piacere o dispiacere, non ho ancora capito.
◼ Qualcuno ha calcolato che sulla terra, dall’inizio-inizio, ci siano stati circa 2,5 miliardi di tirannosauri. Quindi non stiamo contando i brontosauri, i megalodonti, gli schifosauri e tutti gli altri. Vien meno da fare gli sbruffoncelli, o no?
☀ Abbiamo volato su Marte, con Ingenuity, piccolo elicottero-drone. Non inganni il nome, significa ‘ingegno’. Prima volta di sempre, momento storico e tappa fondamentale, per chi sa apprezzare. Sottolineo, per chi non ci pensasse, che è facile volare con l’aria, meno senza.
✘ È morta Milva. Aveva fatto cose belle, da Brecht a Strehler a Battiato. E per la compostezza che la contraddistingueva. La ricordo per “Alexander Platz”, come quasi tutti, dove, ovviamente, c’era la neve. Ne ho anche un ricordo visivo, lei che nel 1990 la cantava a Berlino. Ma non nella piazza, bensì in un parchetto, di fianco a due solitarie panchine, una roba un po’ triste, davanti alla Brandenburger Tor. Immagino fosse per l’impossibilità di girare a Berlino est, al tempo, e che fosse stata una scelta semplice per trovare un luogo identificabile come Berlino. Ma che poco ci azzeccava.
✘ È morto anche Luciano Ventrone. Era un pittore e faceva delle nature morte che, al di là del gusto personale, erano davvero impressionanti, per quanto fossero spinte al massimo del realismo. Non ne so molto altro, colpa mia.
☀ Ahah, sembra uno sparatutto, e un po’ anche lo è, ma bisogna suonare. Insieme o da soli. E per sconfiggere i nemici. È Rustissimo, una cosa completamente sbalestrata di quelle che piacciono a me, quindi se avete capito e snasato la cosa e vi colpisce, i riferimenti ci sono. Sciapò.
✘ Mai più senza. La borsa-aereo di Luis Vuitton alla modesta cifra di.
◼ SpaceX ha vinto la gara della NASA per fornire un mezzo missilistico per le prossime missioni nello spazio, a partire dal 2024. Prima senza astronauti, poi sì. SpaceX è l’azienda di Elon Musk o, almeno, ne è il volto più visibile, non ho studiato attentamente la proprietà, e ha battuto Blue Origin, che è di Jeff Bezos, e Dynetics, altra azienda statunitense in gara, che non so di chi sia. Il contrattino è da 2,9 miliardi tanto per cominciare. Secondo molti esperti, la scadenza del 2024 è troppo ravvicinata, irrealistica. Vedremo.
✘ Secondo uno studio approfondito, si può considerare non toccato dall’impatto umano solo il 3 per cento della superficie del pianeta. Mmm.
✘ Infine, visto che è stato l’argomento principe della settimana per molti, il che fa molto pensare, condivido il miglior contributo al riguardo che ho letto:
In giro per colline finisco in un paesello di quelli che me li immagino tutti leghisti che non si molla mai la ceppa e d’orgoglio d’accatto e poi invece vedo questo proprio sulla facciata della vecchia cooperativa di lavoratori e allora sì che mi rincuoro e per fortuna sbagliavo.
Tutto questo stare in casa e prendermela con i lombardi mi ha fatto male, devo riequilibrare.
Bene manifestare, bene discutere, bene pensarci, bene ricordare, bene resistere. Anche quando in piazza non ci si può andare per ragioni di benessere collettivo. Bene, però, non solo avere memoria ma anche farla, questa benedetta memoria. È quello che fanno Ilaria e Cecilia che da parecchio tempo girano le strade di Milano e restaurano le lapidi della Resistenza. Prima le cose stanno così
e poi, dopo il passaggio delle due coraggiose e intraprendenti donne, così:
Questo mi piace, mi piace molto. È un modo intelligente di mettere a frutto la propria professionalità e di dare un aspetto concreto, per davvero, alla memoria. Il loro progetto si chiama ‘RAM – Città Aperta – il Restauro della Resistenza a Milano’ e va avanti da parecchio. Ma il restauro costa, a cominciare dall’occupazione del suolo pubblico per finire ai materiali, con tutto il volontariato e l’entusiasmo che ci sta in mezzo. Vanno, dunque, sostenute, sia sul fronte dell’impegno e della passione, sia dal punto di vista economico: ecco come. Restano sei giorni alla fine della campagna di crowdfunding, io ora verserò tutto il budget che mi sarebbe servito per andare a Milano in manifestazione e fare giornata della Liberazione, per dare un senso a questo 25 aprile un po’ vuoto. Nella stessa pagina ci sono anche i contatti di Ilaria e Cecilia, se avete idee o, come si dovrebbe, volete fare loro sapere che sono brave.
Il 25 aprile, la Liberazione, il nostro natale laico, la festa più bella di tutte, è ovunque, comunque, ordunque. Quindi non importa non essere in piazza per il secondo anno consecutivo – anche se, ovviamente, non c’è paragone -, non importa se saremo in casa, o in un parco, o a camminare o a osservare le foglie nuove, da soli o in due, è lo spirito della Festa che conta. E, di più, lottare tutto il resto dell’anno contro i nefandi.
Buona festa ai buoni, dunque, e niente ai fasciomentecatti, sovranisti, leghisti, omofobi e tutta la risma schifosa. E niente anche agli indifferenti, quelli che reggo meno.
✘ Il testo unico sul pubblico impiego (DL 165/2001) esclude l’accesso nella pubblica amministrazione ai cittadini non europei privi di un permesso di soggiorno di lungo periodo. Ma l’articolo 13 del decreto legge “cura Italia” del marzo 2020 deroga e permette l’assunzione “per l’esercizio di professioni sanitarie e per la qualifica di operatore sociosanitario di tutti i cittadini di paesi non appartenenti all’Unione europea, titolari di un permesso di soggiorno che consente di lavorare, fermo ogni altro limite di legge”. Ciò nonostante, e nonostante l’emergenza, il nostro paese ignora l’articolo e continua a ostacolare l’assunzione di medici e infermieri stranieri. Molto poco saggio. L’articolo a riguardo di Adil Mauro per Internazionale.
✘ Dovendo translare le mummie di diciotto re e quattro regine dell’antico Egitto dal vecchio museo al nuovo Museo della civiltà egizia (NMEC), il regime di Abdel Fattah al Sisi ha ben pensato di mettere in piedi una parata dimostrativa imponente, che fa leva sul ‘faraonismo’ del paese per coccolare l’esercito, mostrare all’estero la forza del paese, incentivare di nuovo le visite turistiche, crollate dopo gli attentati e per la pandemia. Tutta la baracca era davvero kitsch, comprese le arche a quattro ruote.
◼ A Girona, in Catalogna, un sessantenne con cittadinanza spagnola e svizzera ha guidato per circa 40 chilometri in contromano sull’autostrada che collega la Spagna alla Francia. Cercando di fermarlo, la polizia ha istituito un posto di blocco, che l’uomo ha aggirato uscendo dall’autostrada e buttandosi per stradine, alla fine facendo un incidente con un’altra auto. A quel punto i poliziotti hanno constatato che al posto del passeggero c’era un cadavere in avanzato stato di decomposizione. Non oso pensare al verbale e alle contravvenzioni. L’uomo al volante ha poi dato spiegazioni diverse, contraddicendosi, magari la storia è più romantica e voleva riportare il compagno in qualche luogo per seppellirlo. A occhio, guidare contromano in autostrada non è la strategia migliore per farlo, ma non so, non me ne intendo.
✘ Il direttore del Centro nazionale per il Controllo delle Malattie, Gao Fu, ha ammesso pubblicamente che i vaccini cinesi contro il coronavirus offrono una scarsa protezione contro i sintomi della COVID-19. Sorprende la franchezza, insolita per la Cina e, insieme, non sorprende la qualità scadente dei vaccini, come un po’ tutte le robe che vengono da là al di fuori dei vasi Ming. I vaccini cinesi sono stati acquistati da Messico, Turchia, Indonesia, Brasile e Ungheria. In UE non sono stati autorizzati e l’unico paese che sta somministrando un vaccino cinese, Sinopharm, è l’Ungheria. Bravi.
☀ La Francia ha da gennaio una legge che impone alle aziende di indicare sui propri prodotti il ‘grado di riparabilità’: una valutazione da uno a dieci che dica quanto è facile ripararli. Questo per scoraggiare l’obsolescenza programmata e permettere agli acquirenti valutazioni più approfondite. E Samsung, una delle aziende più riottose e sospettate di dare una scadenza ai propri prodotti, si è adeguata, pubblicando addirittura un manuale per riparare uno dei propri modelli più recenti. Naturalmente il manuale è in francese ed esiste solo in quella lingua. Ovvio. Anzi no: l’iniziativa è del Ministère de la Transition écologique e anche noi ne abbiamo uno, ora. Non che debba fare la stessa cosa ma a me piacerebbe avere cenni di vita.
✘ Roma continua nell’impresa impossibile di fare sempre peggio. Federica Angeli, delegata del Comune alle periferie, ha avuto l’ideona del progetto itinerante ‘Spaccio Arte’, che punta a portare la cultura nelle periferie romane, in particolare nelle note zone di spaccio. Il punto è che nelle prime due tappe, di otto previste, lo spaccio di cultura si è tradotto in un autobus a due piani che procede a passo d’uomo e che emette da alcuni altoparlanti… mmm, proclami? Minacce? Dotte frasi di persone colte? No, stornelli romani. L’iniziativa è stata un successo nel senso che gli spacciatori si sono davvero allontanati per quei due minuti durante il passaggio dell’autobus, lasciando le piazze libere. Sono andati a farsela addosso dal ridere. L’impudente Angeli aveva dichiarato: «Andare ad occupare quei luoghi con la bellezza, chiudendo le otto principali strade e piazze contemporaneamente, è un danno incalcolabile per la criminalità romana. È ora che le mafie capiscano che lo Stato, quando gioca in attacco, vince». Attacco micidiale al cuore del crimine.
☀ Il Senato ha approvato la mozione proposta da Sinistra Italiana che impegna il governo in ogni sede internazionale a votare la fine delle sanzioni economiche e dell’embargo a Cuba. Buona notizia. Peccato aver votato molto male qualche giorno fa.
◼ È morto Bernie Madoff. Ritenerlo un Ponzi contemporaneo e liquidare la sua truffa come un gioco evoluto delle tre carte significa aver capito pochino della finanza contemporanea, creativa e non. Perché il modello-Madoff ha «la stessa logica che sta alla base delle politiche di compressione artificiale del premio di rischio operata dalle Banche centrali nella loro risposta alla pandemia». Ma non starò qui a spiegare il concetto, chiedete al vostro consulente di investimento.
✘ La commissione contenziosa del Senato ha deliberato di riassegnare il vitalizio al pregiudicato Formigoni, agli arresti domiciliari. Scelta discutibile sotto molti aspetti, si discute su un articolo della legge che regola il reddito di cittadinanza che prevede di togliere il diritto ai soli condannati che «si siano volontariamente sottratti all’esecuzione della pena». Ci sarà ricorso, si prevede, e in ogni caso si attendono le motivazioni. La cosa interessante, per me, è questa: la commissione è composta da cinque membri, tre politici e due persone della società civile, di solito magistrati in pensione. I tre politici sono uno di Forza Italia, uno della Lega e uno del M5s, che già non è una grande espressione di equilibrio istituzionale. Il membro (la membra, membressa) del M5s, Alessandra Riccardi, nel frattempo è pure passata alla Lega, peggiorando ancor più l’inesistente rappresentanza delle parti. Quindi, hanno deciso in sostanza due della Lega e uno di FI, ottimo. Ma non basta: l’altro della Lega è Simone Pillon, deficiente di prima grandezza, organizzatore dei ‘Family day’, che lotta instancabilmente contro le sue fantasie – una lobby gay, il gender e buona notte – e contro aborto, libera determinazione, anticoncezionali e, ultimamente, si è messo di traverso e ostacola anche l’approvazione del sacrosanto Ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia. Ed è pure vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, santoddio. Questo tizio ce lo ritroviamo ovunque, possibile che persone del genere, minime sia per preparazione che per argomentazioni, riescano davvero a ostacolare il progresso civile di un paese? Possibile, purtroppo, e questi – e chi li vota – sono i miei nemici giurati.
Oddio, è forte, non potrei resistere se fosse davvero così: far sparire Mario Biondi ascoltando Radio Cremona International. Tralasciando i toni da protezionismo destroide di ciò che è nazionale, a prescindere, il concetto espresso da Biondi, peraltro soggetto coinvolto, presuppone un fatto: che la musica italiana sia buona e che la crisi che sta vivendo dipenda dal basso numero di passaggi in radio. Peccato non sia così.
La crisi è del sistema musica, i sottosistemi periferici ne risentono di più, e se poi, come è, la musica italiana è perlopiù molto, molto scadente, mal prodotta, priva di idee, ripetitiva e provinciale, allora davvero l’unico modo per tenerla in vita sarebbe ordinare l’autarchia musicale per legge. Libera nos domine. Caro Biondi, la mia musica è quella di Capossela come quella di Gardel, di Lauzi come degli Who, di Guccini come dei Metric, di De Gregori come di Mozart, di sicuro la mia musica non è la sola italiana o, peggio, la tua perché siamo entrambi italiani. Fattene una ragione, fatevene una ragione e cominciate a pensare a musica migliore. Quella è la via.
facciamo 'sta cosa
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