Oh, no, Eddie: ancora?
Che peccato, mi sono molto divertito con quest’uomo, da Eddie a Bob, passando per un sacco di musica matta. Hot Patootie, Eddie, bless your soul.
Mese: Gennaio 2022
meno discussioni, più pittura
Ecco il fatto, rapidamente: Christopher Walken, protagonista del thriller comico The Outlaws (trailer), a un certo punto viene condannato a svolgere alcuni lavori socialmente utili, tra cui ridipingere un muro. Il fatto è che la serie è ambientata a Bristol e se uno dice nella stessa frase le parole ‘Bristol’ e ‘muro’ il pensiero va ovviamente a Banksy. E così è infatti: sul muro che Walken deve ridipingere c’è un’opera originale di Banksy, il topo con le bombolette, lui chiede scrupoloso alla guardia se sia il caso di passare il rullo sopra quella che sembra essere street art di uno che non conosce ma pare essere “terribilmente bravo” e lei lo invita rudemente a proseguire. E Walken ricopre il Banksy. Per davvero.
Ora. C’è un’intervista molto divertente di Walken a Morning news in cui l’attore spiega di avere settantanove anni e di non sapere di certo chi sia Banksy e, ridendo, pare non importargliene granché. Mettendo insieme le cose, la serie, Walken, Banksy, Bristol e così via, verrebbe da pensare che la cosa sia stata organizzata, ripensando per esempio alla performance di Love is in the bin durante un’asta. Se lo fosse, ben fatto. Se no, ancor meglio. Bel colpo.
Aggiornamento: e non avevo ancora pensato alla questione NFT. Niente male ancora di più! Walken che distrugge l’opera fisica in modo inequivocabile di fronte a milioni di testimoni, il proprietario dell’NFT, chiunque esso sia, avrà di certo modo di essere contentello, di fatto se ci fosse Barthes forse rileverebbe come il video contenga esso stesso il primo NFT di nuovo livello dopo la distruzione dell’originale, insomma, il tutto ha alzato di parecchio l’asticella. Sciapò.
«e tutti e tre formavano la trinità diabolica che regnò per undici anni sul trono pontificio», il libro che non volevano farvi leggere
Finalmente in uscita l’autobiografia dell’anno: le memorie, i segreti, i peccati del Papa più discusso della storia e dei suoi nove o forse dieci figli, i “Figli di Papa” che animarono la vita mondana dell’Italia del Cinquecento. La Spagna, il Portogallo, il Nuovo Mondo e il trattato di Tordesillas, la reciproca simpatia con Savonarola, i Francesi che s’incazzano, tutti i tronisti della famiglia, il Giubileo e soprattutto Vannozza. Peperina.
«Papa Borgia fu senza dubbio uomo del suo tempo, con tutto il peso morale che ciò può comportare: e peccatore fin che volete. Ma fu anche un papa straordinario» (l’Avvenire). In tutte le edicole dei paesi cattolici e di quelli ancora da scoprire.
da domani i servizi alla persona
Da domani green pass anche per parrucchiere ed estetista.
Ottimo, così riconosceremo i no vax a vista.
(Ops, ho un problema).
a problemi moderni, soluzioni moderne
Frans Hals è stato un pittore olandese, tra i più noti ritrattisti del barocco. Molti, giustamente, lo ritengono secondo solo a Rembrandt ma la cosa ha poca importanza, trattandosi di un artista eccellente. Nato ad Anversa, si trasferì poi ad Haarlem proprio in quello che noi oggi chiamiamo il “Secolo d’oro olandese” per quanto riguarda la pittura. In quei tempi, nella sola Haarlem furono prodotte oltre centomila opere pittoriche, non tutte buone, chiaro, non tutte sopravvissute, ma molte di quelle, insieme alle opere di Hals, costituiscono oggi il patrimonio del Frans Hals Museum.
Chiuso per un mese tra dicembre e gennaio a causa delle restrizioni volute dal governo, il museo ha riaperto il 17 e ha proposto oggi, nelle proprie sale, delle inedite lezioni di ginnastica e aerobica. Questo in aperta polemica con le scelte del governo in tema pandemico, per cui i musei e il settore culturale tutto sono rimasti chiusi mentre parrucchieri, palestre, bar e negozi no.
Un buon modo per esprimere dissenso, le foto girano. Il Van Gogh Museum ha riaperto come salone da parrucchiere/manicure, i teatri dei Paesi bassi oggi offrono servizi di barba e capelli. Ben fatto, la ginnastica nel museo sarei corso a farla anch’io. Anzi, mmm, idea…
seppuku?
Magari in diretta tv, alla Mishima, son già sul divano.
prego, caro?
Dopo diciotto anni di comodo utilizzo di gimail, oggi gùgol pensa bene di dirmi:
Carino. Se ora poteste mostrarmi la giugulare, gradirei.
Altro che amore ai server.
mmm, ottimi questi finferli, alla cornamusa, presto!
Avvelenamenti
Benché la maggior parte delle specie velenose causi soltanto qualche problema gastrointestinale, esistono diverse eccezioni degne di nota. Per esempio, alcune specie di Amanita, come la tignosa verdognola (A. phalloides) e l’«angelo distruttore nordamericano» (A. bisporigera) possono spedire al cimitero chi se ne ciba. Anche Paxillus involutus, una specie che distrugge i globuli rossi del sangue e può causare insufficienza renale, ha fatto alcune vittime. L’unico caso documentato di un micologo morto in seguito a un avvelenamento da funghi è infatti quello di Julius Schaeffer, che nel 1944 mangiò un esemplare di questa specie.
Gli errori di identificazione come quello commesso da Schaeffer sono la causa dei casi più gravi di avvelenamento. Un esempio recente, che ebbe ampio risalto mediatico, risale al 2008, quando Nicholas Evans, il cosiddetto uomo che sussurrava ai cavalli, scambiò alcuni esemplari di Cortinarius rubellus, una specie mortale, per dei finferli e sopravvisse solo grazie a un trapianto renale. Entrambe le specie sono arancioni, e sembra sia stato per questo motivo che Evans le confuse. Non aveva capito che il colore non è sufficiente per identificare una specie.
Poi ci sono le cornamuse: poiché le spore di Fusarium hanno una predilezione per questi strumenti, ci sono stati diversi casi di suonatori di cornamusa che ne hanno inalate in gran numero (nome della malattia: polmonite da cornamusa), tra cui almeno un caso mortale.
Si veda anche: Amatossine; Tignosa verdognola.
Da Lawrence Millman, Funghipedia. Miti, leggende e segreti dei funghi, Il Saggiatore.
you had one job (ancora)
Poi guardi attentamente e noti la cosa che non ti lascerà più vivere dignitosamente.
Esatto. Mica potevo sorbirmela io solo.
già l’augurio sarebbe quel che è
Alla fine della trasmissione che lo ricorda, “Caro Battiato”, tra gli artisti che ne hanno interpretato una canzone e che rivolgono un saluto direttamente a lui, i Baustelle che gli augurano «Buona vita» sono un momento da pelle d’oca. Magnifico, ci voleva davvero tutta e loro sì, ci sono riusciti.