Mentre sto prelevando al bancomat, mi suona il telefono ed è una chiamata importante. Rispondo, prendo la tessera e me ne vado. Dopo una cinquantina di metri mi ricordo di una cosa: i soldi. Torno indietro, sempre al telefono, e il bancomat se li è rimangiati, per fortuna. La persona dopo di me è stata molto onesta. Attendo il mio turno e prelevo di nuovo, mi servono.
Vado a ritirare l’auto dal gommista, gomme invernali ma nuove nuove. Pago col bancomat, mi arriva la conferma del pagamento sul telefono ma sul pos il pagamento è negato. Il gommista riprova, il bancomat non paga più perché ho superato la soglia del giorno con il primo pagamento. Ci conosciamo, ci vedremo tra qualche giorno, se il pagamento come sembra non è andato a buon fine.
Arrivo in studio e come mi ha richiesto il commercialista accedo al cassetto fiscale. Anzi, provo, perché l’Agenzia delle entrate mi dice che il mio spid è temporaneamente bloccato per i troppi tentativi di accesso. Il mio è il primo. Non riesco più a entrare.
Arriva la notifica del doppio prelievo con il bancomat.
Molto bene. E questo tra le otto e un quarto e le nove. Molto molto bene. Capisco la giornata, è una di quelle in cui mi devo fermare, trivigante tocca niente, e devo evitare troppi danni. Sta’ buono. Buono.
Fermo fermo.