La batosta è stata colossale, la delusione enorme, alla fine ci si chiede di che si sia parlato per tre mesi. Alla fine se le uova passano da un dollaro e mezzo a quattro, il ragionamento sottile ci lascia le penne.
Adesso arrivano i mostri, le scelte di Trump sono ricadute sui più impreparati, eversivi, complottisti che verranno lanciati alla devastazione delle istituzioni e degli ecosistemi politici e sociali. Come peraltro sta facendo lui, il capo, trasgredendo tutte le regole per una transizione quieta e regolare. A breve ci saranno le elezioni in Irlanda e il candidato, uno, si chiama Harris. Presto, mandiamogli tutti i cartelli inutilizzati, meno spreco.
È una cosa che facevo tempo fa, i consigli di lettura dei libri più belli sul mercato sottostante. Beh, perché non rifarlo se ci sono dei libri per cui ne valga per davvero la pena? Avanti, dunque, in ordine crescente di bellezza.
L’ossessione per il cuoio, sesso e sessualità nel vecchio West: Hell-Bent for Leather: Sex and Sexuality in the Weird Western, Kerry Fine, Michael K. Johnson, Rebecca M. Lush, Sara L. Spurgeon. Sarebbe ‘strano’, weird, non vecchio, a voler essere precisini. Ci si sono messi in quattro, copertina più bella.
Un bel manuale per crescere dei figli: How to Dungeon Master Parenting, Shelly Mazzanoble. Prima di inorridire del tutto, credo che il dado alluda al gioco, gamifing, più che al compiere le proprie scelte tirando a caso. Educatori morti.
Dopo il re pescatore, la filosofia del pesce, storioni, caviali e una del tutto da capire geografia del desiderio: The Philosopher Fish: Sturgeon, Caviar, and the Geography of Desire, Richard Adams Carey. Lo sfondo di caviale è da gran premio della giuria.
Difficile scegliere a questo punto ma tocca. Ecco dunque: Looking through the Speculum: Examining the Women’s Health Movement, Judith Houck. Il riferimento è chiaramente ad Alice attraverso lo specchio ma qui lo specchio è uno specolo e ciò che c’è da vedere è lo stato di salute delle donne. Lo sguardo appassionato delle spettatrici, specie della fumante, trasmettono tutto l’entusiasmo della cosa.
E per chiudere, Killing the Buddha on the Appalachian Trail. Walking On Through Self-Doubt and Aging, John Turner. Un manuale, pare, per uccidere Buddha sul cammino degli Appalachi, imparando a gestire l’invecchiamento e l’incertezza di sé. Ma non potrebbe aiutare Buddha in questo? Ma che ha fatto il porello?
Tutti in gara per i titoli più strani, diciamo originali o stravaganti, chiaramente. E chissà dentro che spasso.
Appesi o che se la piglino con gli affari mediali attuali, quelli che ho visto io di recente. Ma non sono una novità, il rinoceronte sta comodo nell’arte sin da Dürer:
E anche da ben prima, spesso pure meno idealizzato. Per esempio, il rinoceronte nella grotta di Chauvet, circa trentacinquemila anni fa:
O quello simpatico e tondolone del vaso rituale in bronzo a forma di rinoceronte, 1100-1050 a.C., dinastia Shang, Cina, tendente all’ippopotamismo:
E sarebbe lunga, proseguendo con i mosaici della villa romana del Casale del III sec. d.C. e andando innanzi fino a Dalì, Warhol e Niki de Saint-Phalle e, appunto, a quelli all’inizio in luoghi pubblici, passando per la Signorina Clara dei Paesi bassi del 1741.
Questa mattina è mancata Licia Pinelli, cioè Licia Rognini, moglie di Giuseppe ‘Pino’ Pinelli. Novantasei anni di cui cinquantacinque vissuti con la bomba. Vorrei ricordarla con una cosa breve che scrissi quindici anni fa mentre pensavo a lei, dopo aver letto le sue parole nel racconto di Piero Scaramucci. Si intitolava: “12 dicembre 1969: gli sconfitti e i sommersi”.
Quando qualcuno mette una bomba un venerdì pomeriggio in una banca, non restano soltanto morti e macerie. Restano gli sconfitti e i sommersi, vivi e morti che non hanno avuto la possibilità di salvarsi. Chi di noi ha una coscienza è uno sconfitto e come tale è giusto che si senta. Coloro, invece, che la bomba l’hanno sentita direttamente sono i sommersi, coloro cui non è stata data la possibilità di salvarsi; anche se alcuni di loro sono sopravvissuti, con grande forza e dignità, sono stati sommersi. Il 12 dicembre 1969, anche se lei ancora non lo sapeva, Licia Pinelli era già stata sommersa. L’avrebbe scoperto dopo. Feltrinelli ha di recente ristampato una lunga intervista di Piero Scaramucci a Licia Pinelli che vale senz’altro la pena di leggere. E si badi al titolo: “Una storia quasi soltanto mia”. Sua perché di Pino si parla, suo marito, sua perché rimase sola come succede quando ti scoppia una bomba in casa e tuo marito vola da una finestra senza ragione, sua perché – e il titolo lo afferma chiaramente – c’è una bella differenza tra essere sconfitti, noi, io, voi, ed essere sommersi, lei e Pino tra i tanti. Pochi si salvarono, non sappiamo nemmeno i loro nomi, perché nessun processo, mai, riuscì a dirli. Ed erano quelli con i candelotti nella borsa.
La prescrizione è chiara ed è generosa, perché rivolta al nostro benessere e al rispetto di una certa qual decenza: basta con i calzini e le mutande mezzo abbassate, o si fa bene o non si fa.
Scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono. Il piacentino che ha sentito di condividere la raccomandazione evidentemente lo sa e consiglia di prendersi il tempo, far le cose bene, non buttar via tutto per frenesia o sciatteria. E anche esteticamente son cose che non si possono vedere.
Ecco, la disfatta elettorale americana mi ha distolto dalla conclusione del minidiario giordano e, devo dire, reso piuttosto di cattivo umore. Ma le cose vanno concluse, va messo un punto per partire con altro. È chiaro che, come per l’Ucraina, per Gaza ora le cose si fanno difficili – ancora più difficili -, non a caso in Israele si è fatta festa per la vittoria di Trump, il carnefice criminale Netanyahu idem, era due settimane fa a casa Trump in Florida, dove ha passato la fine settimana, figuriamoci. Scrivo ora da casa, ampiamente tornato: ne apprezzo il verde, l’erba, le piante, dopo molto molto seccume e deserto, sabbia e polvere, la terra promessa… Questa è una cosa che se uno non ci è nato, si fa fatica o, almeno, la faccio io. Per il resto, la domanda nello sguardo delle persone con cui parlo dopo il ritorno è: ma non è pericoloso? No, non lo è, le condizioni della Giordania sono più che sicure, proprio per quel trattato di pace ineguale con Israele che li mette al riparo da un lato e da una certa capacità di equilibrismo con gli altri paesi attorno che sono, però, genericamente arabi allo stesso modo. Di sicuro, un paese come la Giordania che campa di aiuti internazionali per le decine di migliaia di profughi che accoglie e, soprattutto, di turismo, la situazione attuale sta mettendo in difficoltà tutta l’economia dello stato e la condizione personale degli individui: guide turistiche, autisti, operatori, impiegati del settore, tutti quanti subiscono il calo superiore all’ottanta per cento del numero dei turisti, il che vuol dire non lavorare proprio. A Petra, dove dopo una certa ora non si cammina dalla ressa, non dico fossi da solo ma insomma poco ci mancava. E, ammetto, la cosa ha influito anche nella mia decisione di andare proprio ora.
autoritratto
Nel frattempo, ha nevicato nel deserto di Al-Jawf, in Arabia Saudita, di cui il Wadi Rum è la piccola estensione giordana. La notizia è pessima, è la prima volta a memoria d’uomo che la cosa accade ed è sintomo, l’ennesimo, di un cambiamento radicale che non va bene per nulla: correnti d’acqua e d’aria, temperature di terra, mare e cielo che cambiano e spostano equilibri che, a vita d’uomo, consideravamo immodificabili e che, in quel poco di tempo da cui esistiamo, ci hanno consentito di svilupparci nelle direzioni che conosciamo fino a oggi.
Certo, poi se si vota Trump… Sono partito con agenti Frontex a fianco, concludo con due funzionari di UNHCR, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, in attesa in aeroporto. Passano due caccia in cielo diretti verso est, va’ a sapere, e un elicottero dai colori militari volteggia attorno da un poì, anche qui chissà. Non sono i primi, ogni giorno o quasi è capitato, d’altronde le basi militari dei paesi colonialisti, come dicono qui, sono molto vicine. Succede un mezzo casino ad Amsterdam dove, pare, un gruppo filopalestinese aggredisce un gruppo di tifosi del Maccabi Tel Aviv e la cosa non è sorprendente: chi a Gaza ha perso tutto crescerà nell’odio più profondo per Israele, dato lo strapotere militare chi potrà esprimerà il proprio odio lontano, persone e luoghi legati al paese oppressore in questo momento, i quarantatremila morti in un anno sono un abominio. Ora so molte cose in più di quando sono partito, e questo è già molto, adesso ciò che ho visto deve avere una rilevanza per ciò che sono e faccio, altrimenti non ha senso, è farsi viaggiare senza scopo: deve modificarsi di conseguenza il mio modo di affrontare le cose, di raccontarle e condividerle, come dopo ogni viaggio o persona rilevante incontrata. Guardo fuori, stanno arrivando gli storni come sempre fanno a novembre. Mi piace guardarli volare, non sono sicuro sia un novembre, questo, in cui fare degli auspici, meglio non fare domande di cui si temono le risposte.
Questo sito utilizza dei cookies, anche di terze parti, ma non traccia niente di nessuno. Continuando la navigazione accetti la policy sui cookies. In caso contrario, è meglio se lasciamo perdere e ci vediamo nella vita reale. OccheiRifiutaCookies e privacy policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.