la signora Pelicot l’ha fatto

La signora Pelicot, Gisèle Pelicot, 71 anni, è protagonista di una delle vicende più aberranti che io abbia mai sentito: con la complicità del suo ex marito Dominique Pelicot, che la narcotizzava, cinquantuno uomini l’hanno stuprata a sua insaputa nel corso di dieci anni. L’uomo, il marito perdio, le somministrava di nascosto farmaci per consentire a uomini contattati online di entrare in casa e abusare di lei mentre era in stato di incoscienza, mentre lui filmava il tutto. Fin da quando qualche settimana fa è emerso il caso non riesco a farmi una ragione di tanta crudeltà, ci penso spesso sgomento.

In questa storia che di decente non ha nulla, Gisèle Pelicot ha deciso non solo di affrontare il processo e tutti i connessi a testa alta, assistendo a tutte le testimonianze degli imputati, guardandoli in faccia – e questo sarebbe già ben più che ammirevole – ma ha deciso di fare del proprio caso un esempio, «per cambiare la società»: «Voglio che tutte le donne vittime di stupro – non solo quando sono state drogate, lo stupro esiste a tutti i livelli – dicano: la signora Pelicot l’ha fatto, possiamo farlo anche noi». Non basta: «Quando vieni stuprata provi vergogna, e non spetta a noi provare vergogna, spetta a loro».

Ecco. Si tratta di stupri, certo, sì. Ma si tratta anche di giustizia, di rispetto, di rettitudine, di morale e di etica e di coscienza. Ecco perché il «la signora Pelicot l’ha fatto, possiamo farlo anche noi» dovrebbe valere per tutte le giuste cause, lei sta affrontando l’inaffrontabile, perdio ce la posso fare anch’io nelle mie piccolezze. E tutti gli altri, se ce l’ha fatta lei. Incredibile, questa donna.

un altro film, stavolta su telepatie, barzellette, corna sparse in ogni dove e l’occhio non della madre

In un’epoca successiva ad una guerra atomica che ha annientato buona parte degli esseri umani e ha provocato la nascita di uomini e animali mutanti affetti dalle radiazioni, un gruppo di persone, tra cui un geologo, il criminale Tony e la sua fidanzata ex spogliarellista Ruby, cercano di sopravvivere tra le montagne al riparo delle stesse radiazioni in un rifugio costruito da Jim, un ex militare.
E fin qui, tutto bene: ci sono un criminale, un geologo, una spogliarellista, un militare in un rifugio antiatomico, tutti gli ingredienti sono a posto. Ma cosa potrà andare mai storto?

Ovvio. Ad un certo punto si troveranno ad affrontare un essere mostruoso che riesce ad entrare in contatto telepatico con Louise, una sopravvissuta del gruppo. Ma chi sarà? Ma chi? Forse, dico forse la spogliarellista? Ma no, che vado a pensare. Niente niente male. È “Il mostro del pianeta perduto (Day the World Ended)” del 1955 diretto da Roger Corman, grande classico. Il mostro è stato creato ed interpretato dall’esperto di effetti speciali e make-up Paul Blaisdell ed è qui che volevo arrivare, perché il mostro suscita eccome la mia meraviglia e non posso non riportarlo qui:

Naso aquilino che denota intelligenza, occhio frontale che, si sa, suggerisce saggezza e perspicacia, occhio pallato che infonde bontà, cucciolone. Si capisce che ha un cuore grande anche se fa un sacco paura. Obbiettivo pienamente raggiunto, capo.

un film d’amore, mistero, indagini e morti, no, morsi assassini

Una breve sinossi della spericolata trama: a New York City, il detective gay Luigi Mackeroni viene chiamato ad indagare su alcune strane cose accadute all’Hotel Quickie: i clienti maschi dell’hotel sono stati tutti morsicati al pene. Mentre si trova sul luogo del crimine, decide di usufruire dei servizi concessi da Bill, un bellissimo giovane gigolò.

Fin qui il mistero e la distrazione, poi che succede? Siccome fino a pochi anni fa nessuno aveva paura degli spoiler, chissà come ci è venuta poi, andiamo avanti con la clamorosa e appassionante vicenda: poco prima che i due abbiano un rapporto sessuale, vengono interrotti da un preservativo assassino che morde i testicoli di Mackeroni. Deciso a vendicarsi, il detective inizia la sua indagine intenzionato a porre fine all’invasione nella città di questi profilattici assassini.

Udo Samel è Luigi Mackeroni, il fumetto e la sceneggiatura di Killer condom, originale Kondom des Grauens, di Ralf König, ovviamente c’è dietro la Troma Entertainment, per chi desiderasse approfondire, imperdibile il saggio di Otto Sander, “When Condoms Go Bad: From Safe Sex to Five Microns to Killer Condom“.
Seratona garantita per chi si fida.

resistenza: il munuocchin’ uorldbag men contro il fassista che salta fuori all’improvviso

A Gattatico – dove se no? – il 25 aprile il m.u.m., ovvero l’uomo che tenta di fare moonwalking nel mondo sempre con la stessa borsa, l’uomo che con la danza porta la giustizia e sconfigge i malvagi, attraversa i pericolosi campi annidati di fassisti pronti a saltar fuori quando il m.u.m. meno se lo aspetta.

Ma nulla lo può fermare, nemmeno il fiero alleato Musolesi, nessuno può. E il fassismo sarà sconfitto, di nuovo. E anche se il video è di dieci anni fa il senso non cambia, e della danza e della lotta. Grazie m.u.m.


Tutti i m.u.m.

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«se qualcuno vuole sapere quanto grande io sia e dove giaccio, superi qualcuna delle mie imprese»

Due giorni fa era il giorno, IL giorno. Quello in cui il sole entra nel tempio di Abu Simbel e illumina il volto del sovrano Ramses II e poi quello di Amon e quello di Ra. Ptah no, essendo la divinità che ha a che fare con il regno dei morti e delle tenebre, lui resta in ombra a sinistra.

Che civiltà, che tecnica, che raffinatezze. Il raggio di sole che entra nel tempio, ovvero dicendola più sofisticata l’allineamento solare, avviene due volte all’anno. Dal 1968, quando il tempio fu smontato e spostato circa 210 metri più indietro e 65 metri più in alto, per salvarlo dall’innalzarsi delle acque del lago Nasser dovuto alla costruzione della diga di Asswan, l’allineamento avviene sfasato di un giorno, avendo gli ingegneri comunque preservato l’orientamento rispetto agli astri e al sole, il 22 febbraio e il 22 ottobre.

L’Egitto, nonostante Al-Sisi, la dittatura teocratico-militare, le condizioni di povertà fuori dal bacino del fiume, tutto quel che si voglia, resta uno dei viaggi della vita, da fare una volta almeno. Lo consiglio a tutti, è rivelatore di quanto ampio sia il nostro debito nei confronti di quella civiltà evoluta – a scuola ci portano ai greci e lì ci fermiamo, colpevolmente – ed è appassionante per bellezza e complessità della cultura egizia e delle sue espressioni evolute. Magari, se possibile, il viaggio, farlo con alcuni crismi, navigando sul fiume con imbarcazione appropriata e non proprio con uno dei tanti mangifici galleggianti. Se possibile, ecco.

voti utili

Mentre si comincia a votare negli Stati Uniti, bene in questo caso, e io non avevo mai visto una loro scheda:

In Moldavia si vota in queste ore la modifica della costituzione per entrare nell’UE, nonostante le interferenze russe – centotrentamila votanti moldavi pagati da Mosca per il loro voto contrario – e per uscire dall’orbita pericolosa:

Daje.