due suggestioni sul SISDE
Il SISDE, il servizio segreto civile italiano, entrò in servizio nel 1977, figlio del servizio segreto precedente, ed è rimasto in funzione fino al 2007, rinominato in altro (AISI) con la legge di due anni fa. Diciamo che si è fatto quasi tutti gli anni belli, in compagnia dell’omologo SISMI, del CESIS e dei servizi segreti dei corpi dello stato. Ma non è questa la prima suggestione.
La prima riguarda il nome: l’acronimo SISDE sta per “Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica”, laddove con evidenza l’aggettivo penso sia da intendersi come “affabile, alla mano” piuttosto che “della democrazia”, come la storia pare dimostrare. Secondariamente, il motto del servizio è “Per aspera ad veritatem”, variazione del più celebre “Per aspera ad astra” ideato da Seneca e oggi motto della Flotta stellare di Star Trek, nel quale motto l’obbiettivo, la “veritatem”, non pare essere stata in cima alle priorità del servizio. Ma si sa, i motti si posson scegliere con libertà, non è che poi si debbano seguire pedissequamente. Alla Valfrutta, per esempio, la frutta sarà davvero sempre sempre di prima mano? Non credo.
A meno che, più subdolamente, chi ha parafrasato Seneca non intendesse che, quando c’è di mezzo il SISDE, arrivare alla verità è davvero un’impresa.