la centralità di Marx nell’Europa odierna
Due scienziatoni o, meglio, due istitutoni geofisici, russo e bielorusso, si sono armati di goniometro, compasso, cartellina gigante di plastica e squadra a trenta e quarantacinque gradi, e dieci mesi fa hanno stabilito con certezza il centro geografico dell’Europa. Un momento di suspance.
Il centro geografico dell’Europa sta alla longitudine di 55’30 e alla latitudine di 28’48 che, tramutati in parametri umani, significano qui. Ovvero a Polotsk (o Polatsk), in Bielorussia. Bisognerebbe anche intendersi, invero, su quali siano i confini a est, perché a me, misero profano, pare sia un po’ tutto spostato a destra, direi, ma taccio di fronte agli istituti geofisici, russo e bielorusso.
I quali istitutoni, peraltro, oltre a essere un covo di teste pensanti, sono anche molto più precisi di quanto io non mi potessi aspettare e hanno precisato quanto segue: non solo il centro geografico dell’Europa si colloca a Polotsk, in Bielorussia, bensì si può affermare che il centro che più centro non si puote stia in una via centrale, ovvio, della cittadina. Increduli di fronte a cotanta grazia, il sindaco e i maggiorenti hanno prontamente installato un monumento celebrativo alla centralità e hanno fatto stampare dei certificati originali a uso dei turisti pistoloni. Credo, a occhio, che il monumento sia questo.
E ora, il fatto più importante di tutta la faccenda: la via centrale di Polotsk nella quale è andato a cadere il centro più centro dell’Europa ha titolazione, vedi l’ironia del caso e il fatto che la realtà è sempre fantasia al cubo, al sommo Karl Marx. ‘Anvedi. Il fatto è foriero di molteplici implicazioni tra le quali, non ultima, la possibilità di sostenere, senza timore di smentita e scegliendo opportunamente le parole, che: “oggi la centralità di Karl Marx in Europa è un fatto indiscutibile e di cui tenere conto sempre”. O suppergiù.
