Pio XII nel 1939
Alla notizia della vittoria di Franco nella guerra civile spagnola, Pio XII – appena eletto, lo stesso papa che nulla disse o fece a sostegno della resistenza romana tra il 1943 e il 1944 (euf., era alquanto ostile) – fece un discorso alla radio, felicitandosi per la vittoria con “immensa gioia”. Congratulandosi con i cattolici spagnoli, egli disse testualmente: “una vittoria con la quale Dio si è degnato di coronare l’eroismo cristiano della vostra fede e carità dimostrato durante così grandi e generose sofferenze”. E a culo tutto il resto. Infatti, poi, i suoi uomini dell’Opus Dei finirono a fare i ministri durante e dopo il franchismo.
Il signore Iddio, però, non gli volle così bene: prima il medico papalino fotografò il capo agonizzante e ne vendette le foto ai giornali; poi, alla morte, nel 1958, in un luglio caldissimo, il corpo papale esposto nella processione rituale si gonfiò a dismisura, emettendo afflati e rumori alquanto sconvenienti, finendo poi per aprirsi in due nel bel mezzo della pubblica via, eruttando le budelle papali putrescenti.
Il ricordo a Roma è ancora piuttosto vivo, diciamo che qualcuno ci scherza ancora: qui una testimonianza eloquente del botto, seppur castigata.
C’è del marcio in Vaticano
Caro Sanfello, questa è proprio da Spinoza!
Mi inviti a nozze:
Telegramma di Pacelli a Franco:
“Levantando nuestro corazón al Señor, agradecemos sinceramente, con V. E., deseada victoria católica España”.
Lo stesso Papa pochi giorni dopo ribadiva: “Yo envío una bendición especialísima a las familias de los mártires españoles. De España ha salido la salvación del mundo.”
E il 16 aprile (la fine della guerra è il 1º aprile: “La nación elegida por Dios como principal instrumento de evangelización del nuevo mundo y como baluarte inexpugnable de la fe católica, acaba de dar a los prosélitos del ateísmo materialista de nuestro siglo la prueba más excelsa de que por encima de todo están los valores eternos de la religión y el espíritu”.
Amen.