le allegre nonché inutili guide turistiche di trivigante.it: Bevagna

guide_trBevagna sta appollaiata su un bel colle non troppo distante da Perugia e, secondo la filosofia che sovrintende le mie guide, ha le seguenti caratteristiche: è il paese dei monumenti incompiuti, è un buon set cinematografico per pubblicità inerenti la vita sana di una volta o per telefilm con non più di cinque personaggi, è una bella cittadina da visitare e, soprattutto, è il paese con il font della toponomastica più brutto di sempre. 025-BevagnaIndicazioni utili, in ogni guida di trivigante.it.
Partendo dall’ultima prerogativa, le targhe con i nomi delle vie o piazze o monumenti sono scritte utilizzando uno tra i fonts più tremendi che si conoscano (che è? un simpsons, forse?), come da fotografia qui a fianco. La cornice suggerirebbe ben altra sobrietà ma tant’è: l’intento è quello di sdrammatizzare, il risultato bizzarro. C’è un grafico, da qualche parte, responsabile penalmente.
Come la dicitura nella fotografia suggerisce, Bevagna esiste da sempre e fu ricca e romana, un tempo. Un anfiteatro, delle mura con porte possenti, un foro, vari templi, dimore nobiliari per l’ozio. Roba robusta, sontuosa, che salta ancora all’occhio, anche non allenato, per forme e resti, incastonati o lasciati lì a osservare lo scorrere delle cose.
005-BevagnaUn esempio notevole qui a fianco di restanza romana, poi riutilizzata.
Per tornare agli aspetti predominanti dell’ameno borghetto, pare evidente che l’atto conclusivo non sia il forte degli abitanti bevagnesi, poiché la piazza principale è costellata di chiese incompiute, rimaneggiate, ripensate e rifatte. Ma, comunque, mai finite, perché quello proprio non gli va. Chi ben comincia è a metà, si sa, ma manca comunque un’altra metà: troppo, per qualcuno.
023-BevagnaCadaunando qui a fianco due testimonianze dell’amore bevagnese per il corso d’opera, va detto che l’ameno paesetto è davvero gradevole e offre alcune, non numerose, prerogative interessanti. C’è lo scoglio della lingua, purtroppo, poiché l’umbro-perugino ivi parlato dagli autoctoni fa un effetto inquietante: pare di essere perennemente circondati da Monica Bellucci che recita, il che è piuttosto imbarazzante, converrete. Ma per restare in ambito artistico, Bevagna promette e mantiene come fondale di telefilm ambientati nella piccola ma sana provincia: cinque personaggi al massimo, magari un piccolo caso da risolvere, un episodio di tradimento amoroso, un truffatore da 029-Bevagnaquattro soldi, insomma roba così. Il tutto che sottende a un’apologia del “ah, ma come si mangia in Italia…” piuttosto frequente nel genere televisivo. E a testimoniare che non mento, uno sguardo ad alcuni esterni di Don Matteo darà conferma a quanto dico.
Se si ha il coraggio, ovvio.
E lo stesso vale per la pubblicità: il paese è dotato di strepitoso lavatoio già teatro, mi dicono, di spot di detersivo con Roversi e noiosa consorte, uno fa il tordo e l’altra la spiritosa. La cosa più interessante della faccenda è che i due, lanciati nella promozione, di fatto intingono le magliette sporche nel sacro fiume che bagna lavatoio e Bevagna stessa, ovvero il leggendario Clitunno, cantato da schiere di poeti da Virgilio a Carducci. 035-BevagnaNon è, però, il Dash a rendere pulite le cose, bensì come dice Virgilio le acque stesse del fiume, che pare fossero in grado di sbiancare persino i buoi, quando vi venivano immersi. Qui a destra, il lavatoio e le sacre acque.
In ultimo, per concludere la sapida guida, ecco l’aneddoto: appena fuori porta, esiste una pozza d’acqua sorgiva. Si racconta che un giorno un contadino che abitava al limitare, poco timorato, osò lavorare il giorno di sant’Anna, senza rispettare il riposo prescritto dalla festa. Per i digiuni di agiografia, si tratta della nonna di Gesù, roba importante. E fu così che il contadino che osò sfidare i santi fu risucchiato nella pozza, con tutta la sua casa e le bestie. Ma non finisce qui, l’ira funesta: la moglie, complice, riuscì a sfuggire e se ne andò da Bevagna. Passati alcuni anni, si trovò a ripassare ove una volta c’era la casa sua e del marito, pensando ormai di averla fatta franca. E invece no, fu risucchiata anche lei a gran distanza di tempo. Perché la memoria dei peccatoni non svanisce, almeno fino al giorno finale. Attenzione, dunque, alle feste comandate e attenzione ai santi e ai fanti, va’.

  • iltombarolo
    Ago 24th, 2009 at 10:15 | #1

    Dopo aver letto la guida, verrebbe voglia di andarci. Se non fosse che vista la completezza della guida, tutt’altro che inutile, è come esserci già stati.
    O forse, senza saperlo sono Roversi-Bledy. O Don Matteo.
    Comunque, segno sul taccuino, per futuri eventuali approdi umbri.
    grazie

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