una terra promessa, un mondo diverso
Dopo oltre dieci anni di tira e molla (e la prima scomunica), Federico II di Svevia acconsentì a quanto il papa, piuttosto insistentemente, gli chiedeva da parecchio: una crociata per liberare i luoghi santi.
Federico II, per formazione e per cultura propria, era piuttosto vicino al mondo arabo, molto più di quanto il papa non vedesse dalle ottuse finestrelle romane, e non aveva certo motivi di rivalsa nei confronti dei musulmani e degli ottomani, ad ogni modo – vista l’ingerenza costante del potere spirituale nei propri affari – come detto acconsentì.
Fu una crociata senza quasi combattimenti e l’imperatore riuscì addirittura, per vie diplomatiche, a farsi eleggere Re di Gerusalemme, mentre il pontefice ne approfittava per spargere la notizia che Federico fosse morto. Infatti, spesso le crociate servivano anche a tenere lontano qualche re o imperatore per un tempo abbastanza lungo.
Come che sia, Federico II, imperatore colto, aperto verso ogni tipo di popolazione straniera, raffinato e dedito alla conoscenza, partì dalla sua Palermo per raggiungere la Palestina. Una volta là, alla vista della terra promessa, fra’ Salimbene da Parma ci racconta cosa successe:
“Allorché vide la Terra promessa che Dio tante volte aveva esaltata chiamandola la terra dove scorrono latte e miele e terra di tutte la più pregevole, Federico affermò che Dio non doveva aver visto la terra del suo regno, ossia la Calabria, la Sicilia e la Puglia, perché altrimenti non avrebbe lodato in questo modo la terra che promise e diede ai Giudei”.