elezioni regionali 2010: la guida poco appassionata

All’ultimo giorno utile, la guida alle elezioni regionali 2010.
Con poca passione, devo dire, vista la sequela interminabile di fesserie delle ultime settimane, tra decreti interpretativi utili come il casco per san Giovanni Battista, sospensioni e riammissioni di liste, occupazioni televisive, manifestazioni in produzione seriale, proclami balenghi, casi conclamati di corruzione, puttanone e cappotti regalati, arresti fatti e arresti da fare, tentati suicidi, coristi del vaticano in cerca di carne fresca, fratelli papali dediti alla pedagogia maiala, conduttori televisivi che alle soglie dei sessanta scoprono la libertà della rete e via così. Poi, tutti a guardare il nuovo video di Lady Gaga, a compiacersi dell’ironia che non c’è. E tutto va bene, la vita bisogna godersela, magari aspettando il prossimo terremoto. Sono proprio curioso di vedere i dati dell’affluenza, stavolta. Scommettiamo?

Comunque, la guida elettorale è una consuetudine che non posso disonorare, nonostante il disgusto diffuso, e quindi ottempero a ciò che devo. Se il filo conduttore della campagna elettorale è stata la meschineria, ossia la piccolezza, l’adeguata espressione di ciò è la ridicola scheda informativa del Ministero dell’Interno, guidato – mi piace ricordarlo – da uno che se non avesse vinto la superlotteria della vita starebbe vendendo profumi porta a porta. Giustamente.
E ora, il momento tanto atteso, la rassegna delle liste elettorali. Piccolezza anche qui, devo dirlo, di conseguenza sono poche le escursioni nel surreale che tanto mi piacciono, ma tant’è. Questo è quello che abbiamo. Dunque, via.

1. Vota il vuoto
Inquietante serie di liste regionali presentate in ogni dove, le liste “Per…” si contraddistinguono per la precisione del programma, la chiarezza della collocazione politica, il nitore del messaggio, la bellezza dei simboli, non ultima. L’ipotesi generale è che si tratti di complemento di vantaggio, ma non v’è certezza:

2. Il Piemonte
Caso particolare, il Piemonte offre una gamma avariata di liste improbabili: i leghisti col telefono, il bollino per l’alternativa triste, la lista autonomista del Moncler, i tifosi del Torino il cui scopo resta ignoto. Brilla l’assenza dei monarchici savoiardi, forse rimasti a San Remo.

3. No qualcosa.
Immancabili, le liste “No” quest’anno puntano sul nucleare, a cose ormai fatte. Dire no a una cosa sola par cosa da poverelli, bisogna dire no ad almeno due, una sopra e una sotto. Meglio se il nucleare sta sopra.

4. Io amo (I love).
Trattandosi di elezioni amministrative, l’amore è locale. Alle politiche era per tutta l’Italia. La Lucania, per chi ne fosse digiuno, è l’attuale Basilicata, e il toponimo risulta scomparso dal 1154, tranne che durante il fascismo, quando la Basilicata fu rinominata, di nuovo, Lucania. Attenzione, dunque, alle liste amorose che nascondono il trucco.

5. Se consumo, probabilmente esisto.
Un mistero irrisolto: se io dovessi pensare a me come a un consumatore, nella mia essenza, certamente mi ucciderei. O sarei depresso, e molto. Invece loro no, festivi si recano al centro del commercio e, non contenti, rivendicano una presenza fattiva nel panorama politico. Più prodotti sugli scaffali, prezzi più competitivi, bollini-regalo a profusione, parcheggio comodo e la vita diventa bellissima. Un mistero.

6. Nella mia nicchia si sta bene.
Se siete veneti e vi piacciono i gatti in tavola, votate il primo. Se credete in “un’Italia cattolica, ma non bigotta, con il culto dell’integrità della famiglia, della tutela della moralità, dell’educazione cristiana delle nuove generazioni, del rispetto per le proprie radici” (qui) e avanti al centro contro gli opposti estremismi, allora il secondo – il signor Deodato S. – fa per voi. Se, infine, siete giovani, ma giovani veri con meno di trent’anni, non giovani di ottanta, e siete non la speranza del futuro ma “l’ultima speranza” del futuro (e un po’ fascistelli, a occhio), allora la vostra lista è la terza. Prodotti di nicchia per gente che sa scegliere.

7. I vincitori.
E vincitrici di questa tornata elettorale (qui, non politicamente) sono le mie due liste predilette:
La prima è la versione poverella di Beverly Hills 90210, in cui Brenda e Brendon non hanno nemmeno i soldi per comprarsi i colori in Photoshop. La seconda, il nome per esteso è “Movimento politico contro l’indifferenza – Sui-Generis”, nasce dall’unione di La Rosa di Pesto a Paestum e Gioventù 2000 a San Gregorio Magno, irresistibili movimenti con un progetto federativo scaturito negli atenei di Matera e di Potenza. Giustamente, si chiedono, perché siamo indifferenti a ciò che di nuovo e vigoroso nasce a Matera, Potenza, Paestum e San Gregorio Magno? Perché? Perché?

  • Gervis
    Mar 29th, 2010 at 22:32 | #1

    Per fortuna che ci sono le guide di trivigante. Ché altrimenti il panorama per-durante-post elettorale sarebbe davvero sconsolante. Rido. Amaro, ma pur sempre rido

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