il signor Ademi e la Pubblica Amministrazione italiana

Con decreto del 6 maggio 2009, la presidenza del consiglio dei ministri istituisce Postacertificat@, ossia il servizio di posta elettronica certificata per le comunicazioni con la Pubblica Amministrazione. Chi ne ha diritto? Dice il governo: “Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 maggio 2009 stabilisce che, a ciascun cittadino che ne faccia richiesta, il “Dipartimento per la digitalizzazione della PA e per l’innovazione tecnologica” assegni a titolo non oneroso un indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC)”.
Naturalmente tra il decreto e la realizzazione ci vuole almeno un anno, comunque il 26 aprile scorso il servizio entra in funzione. Il giorno stesso il signor Ismail Ademi, nato in Albania ma residente ad Arezzo da tredici anni e decisamente integrato (visto che lui, almeno, le tasse le paga), decide di richiedere una casella di posta. Ecco cosa è successo:

“La procedura mi impediva la registrazione, facendomi notare un errore di tipo generico, dal quale non evincevo il motivo. Allora ho chiamato il numero verde e subito non ho potuto comunicare, in quanto diceva : “digitare 1 se è cittadino, digitare 2 se è una pubblica amministrazione”. Dichiarando virtualmente il falso, ho digitato 1 e la voce del telefono mi ha spiegato che il servizio è riservato solamente ai cittadini italiani maggiorenni”.

Ovvero: il signor Ademi in qualità di residente è tenuto a pagare le tasse, ad aprire una posizione lavorativa all’INPS, a registrare il proprio contratto d’affitto o di compravendita, a rinnovare il permesso di soggiorno, a regolarizzare i propri contratti di utenza eccetera eccetera, e quando richiede uno strumento, banalissimo, per farlo gli viene risposto di no.
Perché non è un cittadino.
Il signor Ademi, giustamente, si è incazzato e ha scritto a Brunetta, il quale ha risposto: “Oggi l’estensione del servizio Postacertificat@ a chi, straniero, risiede in Italia è impedita dalle previsioni di legge. E’ tuttavia mia intenzione modificare quanto prima questa situazione. Fin dai prossimi giorni presenterò al Parlamento una modifica normativa che dia la possibilità di usufruire del servizio a tutti coloro che, lavorando onestamente, contribuiscono alla crescita del nostro Paese”. Aspettiamo.
La domanda, però, è: non ci avevate pensato? Siete così impreparati, ministro, da non aver preso in considerazione la posizione di cinque milioni di stranieri che vivono in Italia? Siete distratti? Ancora: è sempre necessario che qualcuno si alzi in piedi e si incazzi per ristabilire norme corrette e paritarie? E infine, visto che cita il lavoro onesto: Cuffaro può richiedere la casella di Postacertificat@? A lui la date?

  • Mag 11th, 2010 at 22:01 | #1

    Un grazie a Trivigante per fare da strillone a certe notizie. La Repubblica delle Banane ormai è una realtà, non una metafora.
    Tanti grazie a chi, come il sig. Ademi, non solo non si rassegna, ma capisce tante e tante differenze tra noi italiani di nascita che non riusciamo, al contrario, a vederne nemmeno una, banale e semplice.

  • Mag 12th, 2010 at 18:05 | #2

    Ti ringrazio per l’indicazione del sito “Albania news”, che non conoscevo. Una delle innumerevoli storie di come si discrimini con volontà di farlo, di come ai milioni di immigrati in Italia gli si complichi volontariamente la vita dal punto di vista burocratico e amministrativo (Kafka era un principiante in confronto). Una delle mille storie che fanno sì che chiunque non si identifichi con questo governo infame, composto di gente infame quando non direttamente criminale, possa solo provare imbarazzo e vergogna.

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