ancora Cossiga: scemo io a illudermi
Morto Cossiga, leggo che ci sono quattro lettere per le cariche più alte dello Stato, da consegnarsi dopo la sua morte.
Io spero: post mortem, in un rigurgito di verità, magari ha scritto qualcosa sul comitato di crisi durante il rapimento di Moro, quelle simpatiche riunioni di piduisti nelle quali cazzeggiavano allegramente anziché darsi un qualsiasi compito, oppure gli è venuto il ghiribizzo e ha lasciato scritta la verità su Ustica, oppure sulla strage di Bologna (non la cazzata che andava dicendo da anni sull’esplosivo palestinese), oppure sulla morte di Lorusso o Masi, o – chissà – “nel momento in cui il giudizio sulla mia vita è misurato da Dio Onnipotente sulle verità in cui ho creduto e che ho testimoniato e sulla giustizia e carità che ho praticato” gli è venuto l’afflato di spirto e ha parlato con chiarezza di Gladio, finalmente.
Ovviamente no, scemo io: le persone non cambiano, l’espediente della rivelazione post mortem è artificio letterario, buono per i racconti della fantasia. Infatti, ha lasciato qua e là “deferenti saluti”, indicazioni sulle proprie esequie (“con le modalità, nei luoghi e nei tempi ritenuti opportuni”) e bizzarre invocazioni, “Che Iddio protegga l’Italia!”, “Dio protegga l’Italia”. Speriamo di no. Nient’altro. Nemmeno la ricetta dei culurgiones.
Certo, mi viene un po’ da ridere a leggere “Professo la mia fede repubblicana e democratica, da liberaldemocratico, cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato costituzionale e di diritto”, per usare un eufemismo. Basta Pazienza qui a destra per la sintesi.
Valentino Parlato, ai tempi della presidenza della Repubblica e delle quotidiane esternazioni, scrisse una volta dopo averlo incontrato: “Mi pare un po’ scemo”. Lui, Cossiga, in modo esilarante confermò del tutto la diagnosi: “Con la volgarità del suo articolo e con le sue parole Pintor ha offeso la dignità e la correttezza dei sardi. Per causa sua, mi vergogno prima come sardo e poi come capo dello Stato”. Chissà cosa voleva dire, come sempre.
Mi sa che ce l’ha (anche) con te:
http://www.corriere.it/editoriali/10_agosto_19/ostilita-e-retorica-spericolata-editoriale-pierluigi-battista_26cd3474-ab4f-11df-94af-00144f02aabe.shtml
Pierluigi Battista è un po’ scemo. Augh!