trentotto
Oggi è ancora Piazza della Loggia, per la trentottesima volta.
Con la differenza che stavolta i processi sono chiusi, non solo nessun colpevole materiale o mandante, ma anche una verità storica sempre più ambigua e confusa, come la gran parte degli accadimenti in questo paese, dalla breccia di Porta Pia alle vacanze del governatore della Lombardia: certo, i piani di rinascita democratica, i neofascisti veneti, i depositi di armi di Gladio, i servizi segreti militari e civili, gli infiltrati, Delfino, i golpe mancati e mezzo riusciti, l’anticomunismo, tutto quello che si vuole e che si potrebbe aggiungere. Il fatto è che attualmente uno dei neofascisti, anzi almeno un paio in realtà, che razzolava nel torbido al tempo della bomba a Brescia oggi è assessore (la beffa, oltre a tutto: alla cultura!), risiede proprio su questa piazza e se ne va in giro a fare il pirletta come gli pare e piace, con i suoi sodali di sempre.
Questi, oggi, sono i fatti e più che l’esercizio della memoria oggi io sento il voltastomaco.
Voltastomaco condiviso (per quel che può servire…).
Sentimento condiviso pure dal sottoscritto. Ma la verità, passati trentotto anni, è ormai distante anni luce, e continua ad allontanarsi. Su Piazza Fontana e su tutta una serie di porcate che da quel momento sono successe.