ancora Bologna, ancora il due agosto
Trentadue. Stesso manifesto ogni anno, con un ‘uno’ in più e una frase diversa. Ma il concetto è sempre lo stesso, sembra di essere quei vecchietti rimbambiti che ciclicamente ripetono la stessa cosa, la strage, l’ingiustizia, il tempo, la bomba, le famiglie, i morti, i depistaggi, i fascisti, la pidue, gli americani, i palestinesi, Cossiga e così via, che poi uno li guarda, i vecchietti, gli fa pat pat sulla spalla e manco più li ascolta. Come passano gli anni.
Vero, chiaro, perentorio, quello striscione in testa al corteo: BOLOGNA NON DIMENTICA.
Nel mio piccolo, neanch’io.
Anche quest’anno tanta emozione, ancora lì, ancora una volta sotto il sole caldissimo, ancora altri tre fischi di locomotore, ancora uomini commossi, ancora tutti a dire che uomo tutto d’un pezzo che è Bolognesi, ancora una volta a smentire i depistaggi e le teorie… Ancora una volta senza possibilità di definire la verità…
Novità di quest’anno: un rapresentante del governo transitorio transita, ma giustamente non dice. Si astiene dal promettere cose che evidentemente suonerebbero, ancora una volta, male.