persone che fanno cose con i libri
Di persone che fanno cose con i libri, per fortuna, ne è pieno il mondo.
La maggior parte li usa per leggere o, magari, per arredare, qualcun altro – la tradizione è lunga – li utilizza in modi diversi, cogliendone la natura complessa di oggetti con un contenuto reale e metaforico. Qualcun altro ci pasticcia e basta, come è bello che sia.
Se di contemporanei che fanno cose con i libri si volesse parlare, quattro nomi su tutti: Claire Brewster che da vecchi atlanti ricava cartoline e piccoli animali geografici; Kylie Stillman che letteralmente scava nei libri; Lorenzo Missoni che i libri li fa scultura e li incastra qua e là; Su Blackwell che i libri li ritaglia a pezzettini e poi li ricompone, come qui a destra.
Perché, poi, non tutti i libri devono restare perenni nella propria forma: chi ha consuetudine, sa benissimo che i libri passano, si disperdono, si regalano e si perdono, si distruggono.
Come è giusto che sia, in fin dei conti dopo un libro ce n’è sempre un altro.
Memorabile il racconto di non ricordo quale direttore editoriale: recatosi al cassonetto della carte per gettare scatoloni di libri vecchi, viene apostrofato da una signora alla finestra: “Ma butta via i libri?”. “Sì, signora”, risponde lui. “Ma non si buttano i libri” fa lei. “Eh signora…” tentenna lui, “li vuole lei?” butta lì. “Io?”, si chiede lei, “ah no, proprio no”.
C’è di positivo che l’aura di sacralità resta.