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Oltre a quella bufala gigantesca del cosiddetto sogno americano, un’altra meraviglia etico-ideologica esportata da quello splendido paese è senza dubbio il mito dell’uomo forte, più in specifico l’epica del rude uomo di frontiera rotto a ogni frangente. Per dirla con la loro retorica ottocentesca, “Log cabin and hard cider man” (“l’uomo della capanna di tronchi e del sidro forte”). Imperdibile, grazie.
Esempio luminoso di uomo-della-capanna-di-tronchi-e-del-sidro-forte fu il presidente americano William Henry Harrison. Il quale, nella campagna elettorale del 1840 prese sonoramente per il culo il rivale Martin Van Buren, il presidente uscente, dipingendolo come una mammoletta effemminata, colpevole peraltro di lasciarsi andare a intollerabili mollezze: egli aveva infatti fatto installare una vasca da bagno della Casa Bianca. Che evidentemente prima non c’era.
Il mito del forte pioniere, poi, è particolarmente interessante perché, come molte altre cose americane, non è necessario sia reale: infatti, Harrison non faceva affatto una vita rude, viveva anzi in una residenza sontuosa e i pionieri li aveva forse visti con il proprio monocolo da lontano, e forse aveva pure una vasca. Ma non importa, in campagna elettorale il populismo pare sia necessario. E Harrison vinse.
Il giorno dell’insediamento, il rude pioniere neo-presidente sfidò una tempesta di neve a Washington per celebrare il proprio discorso ufficiale. Lui avrebbe anche voluto coprirsi ma i suoi consiglieri gli fecero notare che, per rispettare il cliché di uomo che beve sidro forte, sarebbe stato meglio non indossare il mantello e il cappellone. Va bene, e così fu. Bello duro.
Fece il più lungo discorso, ore e ore, della storia dei presidenti americani, e la sfida alle intemperie fu un successo. Solo un po’ di tosse, dopo.
Anzi, una bella polmonite, qualche giorno dopo. Fulminante, un mese dopo. Il 4 aprile 1841, un mese esatto dopo quel discorso, l’uomo della capanna di legno stirava le gambe, come una mammoletta. Secco lui e secco il mito. Anzi no, quello resiste.
Che soddisfazione, però: morto ma titolare di due luminosi record della storia americana, il più lungo discorso di insediamento e il più corto mandato da presidente, un mese. Son soddisfazioni. E cosa conta morire, se puoi avere dei primati? Gli uomini duri se ne fregano, e vincono a ogni costo. Viva.
Campagna elettorale aggressiva = fine rapida e prematura.
Non vi suggerisce niente?