un’idea folgorante

Qualche giorno fa ho sentito parlare Riccardo Petrella. Ossia, uno che da decenni partorisce idee grandiose e poi, seduto ai tavoli più grandi, le propone e le sostiene. Con una leggerezza toscanaccia che dovremmo imparare in molti.
Comunque, durante la conferenza a un certo punto, con giusta pausa di suspàns, butta lì una cosa folgorante, cui penso da giorni: “perché” – dice – “non rendere illegale la povertà?”.

Bam, ci resto secco. All’inizio si resta un po’ così, poi l’idea arriva abbastanza in fretta. Ora: se siete leghisti rincoglioniti, probabilmente avrete capito “rendere illegali i poveri”, e allora è meglio che lasciate perdere, il pensiero è cosa da persone robuste. Però, in sostanza, la differenza sta proprio qui. Ossia: tanto per cominciare, non si tratta di considerare la povertà una cosa giusta o sbagliata, categorie abbastanza ridicole quando si deve fare sul serio, quanto più una cosa al di fuori della legge, cioè passibile di sanzioni. Ma verso chi? E qui viene la bomba: se la povertà è illegale, la responsabilità dell’esistenza di fasce sociali al di sotto di una certa soglia è collettiva, ossia dello Stato, ossia nuovamente collettiva. E’ lo Stato che non può permettersi di avere dei poveri, perché la cosa è illegale. E pian piano, l’idea arriva.

Ed è molto più sofisticata di, che so?, dichiarare patrimonio collettivo un bene, tipo l’acqua o il partenone, e implica responsabilità dirette e indirette, perché è la legge che parla. Ora non voglio farla tanto lunga, visto che si può ascoltare la cosa direttamente da Petrella, meglio e ancor meglio. Però pensateci, perché – a pensare alle implicazioni e alla meraviglia di una decisione collettiva di questo genere – è a dir poco entusiasmante. Almeno a parer mio.

  • siu
    Feb 27th, 2011 at 08:24 | #1

    Ho tentato varie volte di guardare il video, ma immancabilmente ad un certo punto mi si pianta il computer, giuro (il che se non altro mi salva dal rischio d’imbastire commenti non all’altezza).
    Per cazzeggiare, passerei ad un finneghismo involontario (le cui possibili interpretazioni lascio all’ingegno di questo bel pubblico) occorso ieri pomeriggio su Radio 3 alla speaker dell’Onda Verde: precipitazioni nervose. (Ouahh…)

  • Mar 1st, 2011 at 00:55 | #2

    le precipitazioni nervose sono le mie quando guardo i telegiornali.

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