con lieve moto
Ancora scosso – come milioni – dal terremoto, non posso non pensare, banalmente, all’annichilamento del tutto per via di un buffetto, con le somme parole:
(…) E la possanza
Qui con giusta misura
Anco estimar potrà dell’uman seme,
Cui la dura nutrice, ov’ei men teme,
Con lieve moto in un momento annulla
In parte, e può con moti
Poco men lievi ancor subitamente
Annichilare in tutto.
Che poi uno, mentre cerca di ricordarsi che cosa si dovrebbe fare durante un terremoto (substipitarsi? subtavolarsi? excasarsi? aderire istantaneamente a una religione antisismica?) e perde il momento magico, si ricorda che magari ha trattato male la mamma e non sarebbe certo un buon modo di concludere il tutto. Passa la scossa, o le scosse come in questo caso, e per un paio di giorni si è gentili con tutti.
Poi, purtroppo o per fortuna, passa anche quello. Trattate bene le mamme.
L’ho sentito molto vicino, questo terremoto, a 40Km da me, ma non ho temuto neanche il suo poter “molto subitamente annichilire il tutto”. La sensazione di potenza delle forze in gioco è stata indescrivibile: Terra!
Nei primi secondi (lunghissimi) di silenzio, dopo, solo un dubbio ha tenuto banco dentro di me: visto nessun segno di cedimento dentro casa, ho comunque sbagliato a non correre in strada? (dice bene la mia amica T.: non cosa prendere, ma CHI!). Da una casa apparentemente sicura è bene scendere e percorrere per andare in un posto sicuro diverse strade larghe 5m con edifici di 4 piani del 1300, sotto bei portici che cadono a pezzi quotidiamente per vetustà, rischiando di prendersi in testa non un pavimento intero ma un non meno efficace e molto più comune scroscio di calcinacci?
Qualcuno ha predisposto qualcosa, apposta per me, . Ma ancora non ho capito se la mia valutazione sia stata fino in fondo corretta e opportuna.
Grande, Trivigante, dalle tue poche e fulminanti righe si potrebbe discutere per ore, e su tutto. Grazie.
Ops, quel qualcosa sta qui: Protezione civile, cosa fare in caso di terremoto
Spesso sono stato svegliato, negli anni passati a Venezia, da scosse di terremoto notturne. Ma a Venezia gli edifici danzano, elastici e appoggiati uno all’altro, senza troppe conseguenze, e non mi sono mai preoccupato troppo. La notte di quest’ultimo terremoto, invece, la scossa mi ha svegliato, mi sono irrigidito sul letto con i sensi in ascolto e quasi in apnea, tutto si muoveva più forte di altre volte – sono al terzo e ultimo piano -, ma soprattutto sentivo degli scricchiolii sinistri intorno a me che mi hanno fatto pensare immediatamente: ziocane, ‘sto cazzo di condominio non regge mica, due mesi che mi sono trasferito e vuoi vedere che viene giù tutto con me dentro. Pensieri veloci, mentre la scossa finiva. Poi mi sono riaddormentato, pensando: da qualche parte è successo un casino. Non ho avuto il riflesso di precipitarmi in mutande giù dalle scale. Ma d’altronde, se l’edificio deve crollare, la vedo un po’ dura fare in tempo ad arrivare in strada dal terzo piano.
Vale la pena continuare con La ginestra, perché proprio di seguito arrivano questi versi, che me lo rendono caro:
Dipinte in queste rive
Son dell’umana gente
Le magnifiche sorti e progressive.
Qui mira e qui ti specchia,
Secol superbo e sciocco
E non aveva visto il Novecento.
Non che voglia per forza essere consolatoria rispetto al tuo recente trasloco, caro Soglia, ma forse le tipologie diverse delle case di Venezia e terraferma c’entrano poco: quest’ultimo terremoto credo sia stato semplicemente il più forte che abbiamo percepito nel nord-est da parecchi anni, infatti anche a me gli altri non avevano provocato che un po’ di solletico, mentre questo… miiinchia! Mi ballava il letto con tutto il soppalco, ma di brutto, mentre scricchiolii arrivavano sinistri, proprio come i tuoi, dalla zona cucina.
Interessante confrontare quello che ognuno di noi ha pensato, io: mammamia speriamo che l’epicentro non sia dalle parti di Krsko!! (centrale nucleare a 130 km da Trieste, sai com’è). E invece era a neanche 40 km dai sogni interrotti del mio unico discendente ed erede… D’altra parte non c’è come i terremoti per svelare egoismi genitoriali inimmaginabili (altro che “Trattate bene le mamme” caro, candido Trivigante): quando c’è stato quello devastante del Friuli, che anche qua (io non c’ero) mi dissero aver spinto tutti in strada, una coppia di miei amici era già per le scale, avendo pure verghianamente raccattato in fretta qualche roba, quando si sono ricordati che avevano una figlia, di neanche 4 anni, rimasta nel suo bel lettino. Risaliti di corsa a prenderla, credo non abbiano mai smesso di vergognarsene.
Quanto a Leopardi, se tutti dovessero andare persi e fosse concesso salvarne uno solo (metti un qualche tsunami filosofico-letterario definitivo, tanto per restare in tema), io da tempo non ho dubbi: LUI.
Ecco, un’altra poderosa poco fa.
Lieve moto per lei, la terra-natura, ma svirgolone per me e tantissimi altri. Uff.
Uff sì, anche questa era parecchio forte, e non finiva mai…
Era forte sì, porco cane!