trentanove
Ancora uno e persino la memoria entrerà nella crisi dei quaranta.
Grazie a tutti quelli che erano in piazza oggi e a quelli che ci hanno pensato.
Ancora uno e persino la memoria entrerà nella crisi dei quaranta.
Grazie a tutti quelli che erano in piazza oggi e a quelli che ci hanno pensato.
Quanti saremo, noi nati sotto un governo Andreotti? Milioni?
Buon 25 aprile a tutti quelli che saranno con noi in corteo a Milano, buon 25 aprile a tutti quelli che saranno in piazza, buon 25 aprile a tutti quelli che festeggeranno, buon 25 aprile a tutti quelli che ricorderanno, buon 25 aprile a tutti quelli che saranno felici di essere stati liberati, buon 25 aprile a tutti quelli che onoreranno la memoria di chi ha combattuto dalla parte giusta, buon 25 aprile a tutti quelli che non andranno a rendere omaggio ai caduti repubblichini, buon 25 aprile a tutti quelli che non diranno cazzate, buon 25 aprile a tutti quelli che sono felici nel giorno del nostro natale laico.
A tutti gli altri, niente.
L’altro ieri il neo-presidente Napolitano ha – in gergo politico – tirato giù un gran cazziatone a tutto il parlamento, definendo irresponsabili, sterili, inutili e molto altro persone, partiti, posizioni e tattiche delle forze politiche attualmente in campo, invitando tutti per una volta ad assumersi le proprie responsabilità.
Una lavata di capo vera, giustificatissima, senza mezzi termini per chi ha voglia di sentire.
E il parlamento, dopo il cazziatone, che fa?
Tutti in piedi ad applaudire entusiasti. “Discorso bellissimo“, “parole encomiabili“, sorrisi e sguardi compiaciuti. Tranne Sel e M5S, per essere precisi, tutti gli altri trionfanti.
‘A rincojoniti, stava dicendo a voi.
Per i duri di comprendonio e i furbissimi, il Servizio Comprensione Parole di trivigante rilancia qui la traduzione del discorso del presidente, al netto dei termini tecnici della politica:
Ora comincia l’operazione suicidio.
Chiediamo ai deputati e alla direzione del Partito Democratico di rompere ogni indugio e di votare fin dal primo scrutinio, per la Presidenza della Repubblica, Stefano Rodotà. Beppe Grillo ha annunciato che sarà lui il candidato del Movimento 5 Stelle, e allo stesso modo si è pronunciato Sel, organicamente legato al Pd e il cui parere non può in alcun modo esser trascurato dai Democratici. Stefano Rodotà è per la maggior parte degli italiani, e certamente per il vostro elettorato, un punto di riferimento ideale. Ha come bussola costante la Costituzione italiana e la Carta dei diritti europei, ha sempre avversato i compromessi con la corruzione, è uno dei più strenui difensori della libertà dell’informazione, compresa la libertà conquistata ed esercitata in rete. È un segno altamente positivo che il Movimento 5 Stelle l’abbia scelto come proprio candidato, ma Stefano Rodotà non è una sua invenzione. Il suo profilo è improntato a massima indipendenza, e le sue radici sono anche nella storia migliore della sinistra italiana. Non abbiate paura, votatelo con convinzione e fin da subito: sarete molto più credibili e forti se non tergiverserete, presi da timori di varia natura, e non accetterete in nessun caso candidati che dovessero nascere da un accordo con Berlusconi.
Ve lo chiediamo da cittadini, convinti che non sia ancora troppo tardi: non riconsegnate l’Italia al tragico ventennio dal quale cerchiamo faticosamente di uscire. Abbiate il coraggio di cominciare a costruire un futuro diverso. Il momento è ora.
Remo Bodei, Salvatore Settis, Tomaso Montanari, Carlo Petrini, Michele Serra, Barbara Spinelli, trivigante.
Tua sorella.
(tag: alta politica)
O, come diceva qualcun altro: That’s when they finally put you in the ground / I’ll stand on your grave and tramp the dirt down.
Oggi indosso la mia maglietta nera “I still hate Thatcher” e non smetterò certo di portarla.
aggiornamento:
Faccio mia la battuta migliore della giornata, di Ken Loach: «Privatizziamo il suo funerale, facciamo un’asta e accettiamo l’offerta più economica. È quello che avrebbe voluto».
Da Villa San Giovanni a Messina, questo è l’unico ponte che qui ci piace.
(foto di Daniele Gonciaruk).